Dopo che per la prima parte della settimana i tie-break erano stati amici di CoCo Vandeweghe, tutto si è capovolto nel giorno della semifinale dove la statunitense, da grande favorita, è stata battuta da Aleksandra Krunic 2-6 7-6(4) 7-6(1). La piccola serba, classe 1993 e alta appena 1 metro e 63 (secondo quanto riferisce Wikipedia, ma forse il dato è un po’ generoso), pur senza il fisico e la potenza della sua avversaria ha saputo riemergere da due situazioni di grande difficoltà: nel secondo set era indietro 2-4, poi ha salvato 2 chance consecutive per un nuovo break in favore della numero 1 del seeding sul 4-4, poi nel terzo set ha tirato su un ottimo game al servizio sul 5-4 per Vandeweghe, salvando un match point sul 30-40 e pochi secondi prima agganciando uno schiaffo al volo incrociato per mettere la palla in lungolinea.
Fondamentale questo successo per la serba, perché è certa di rientrare in top-50 dopo due settimane in cui aveva due cambiali abbastanza pesanti per il suo ranking attuale: il titolo non difeso a Bol nella seconda settimana del 2017 e il titolo nell’ITF da 100.000 dollari di Manchester che “scadeva” in questa settimana. Di quei 300 punti complessivi, 180 sono stati “coperti” con questo risultato e la possibilità di aggiungerne 100 domani che le darebbero la chance di entrare in top-40 per la prima volta in carriera. Grande talento a livello junior, con una crescita che non ha risposto alle aspettative anche per un percorso molto complicato fatto di tanta negatività e difficoltà nel lasciare il mondo degli ITF. Quando nel 2014 arrivò fino al quarto turno allo US Open e per poco non faceva lo sgambetto a Victoria Azarenka sembrava l’inizio di una seconda parte più adatta alle sue qualità, con un gioco molto divertente da vedere ma altrettanto difficile da ammirare con continuità. A inizio 2017 era ancora in un vortice di sconfitte consecutive che sembrava non darle tregua, poi da Bol ha mantenuto i piedi saldi su un binario di crescita costante e a poco a poco ha ritoccato un best ranking che durava da ormai 2 anni e che non rispecchiava quelle che sono le sue doti (era arrivata al numero 61 nella estate del 2015). Come però sappiamo, in questo dannato sport non basta solo colpire la palla con un braccio che (per esempio) viaggia fluido e genera velocità. Non sarebbe lo sport del diavolo.
Domani Krunic, che lo scorso autunno perse in 3 set la finale del torneo di Guangzhou contro Shuai Zhang, proverà a mettere le mani sul primo titolo WTA in carriera sfidando Kirsten Flipkens. La belga, già protagonista ieri con due partite vinte contro Kiki Bertens e Aryna Sabalenka si è imposta oggi in una palpitante sfida contro Viktoria Kuzmova, fermata per la terza volta nel 2018 in una semifinale e mai come questa volta, probabilmente, quando sembrava avere il controllo dell’incontro.
7-5 6-7(7) 6-4 il punteggio finale che premia la numero 61 del mondo dopo due ore e mezza di grandi emozioni. La belga sembrava in controllo del primo set ma dal 5-2 ha subito un parziale di 0-3, per fortuna sua subito smorzato con una serie di 7 punti fila sino al 6-5 0-40. Nel secondo set i momenti più importanti sono arrivati verso la fine, quando Kuzmova ha salvato un primo match point giocando solo vincenti dal 4-5 e vantaggio Flipkens fino a brekkare la sua avversaria. Non è riuscita però a chiudere la frazione e nel tie-break è scivolata sotto 4-6. Di nuovo, con grandissimo coraggio ha annullato i primi due match point e poi un terzo sul 6-7, chiudendo il set e meritandosi di giocarsi tutto nel parziale decisivo. L’inerzia a quel punto sembrava tutta dalla sua, con le sensazioni che venivano confermate sul 2-1 quando la slovacca trovava la via del break e lo confermava per il 4-1 che sembrava una seria ipoteca sul risultato finale. Invece, da lì, Flipkens è risorta ancora una volta e approfittando del nervosismo crescente della sua rivale ha finito per vincere tutti i punti importanti in ognuno dei 5 game successivi fino al quasi insperato 6-4 finale.
È la quarta finale per lei, la prima da Monterrey 2016. La seconda, invece, a ‘s-Hertogenbosch dopo quella persa nel 2013 contro Simona Halep.
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