Rafael Nadal in quest ultimo periodo sta scoprendo che forse uno dei suoi avversari più grandi, sulla terra rossa, è il meteo. C’erano state le prime avvisaglie a Roma, quando dopo un primo set completamente dominato era diventato incredibilmente vulnerabile contro Alexander Zverev, che infilava un parziale di 9 game a 1 e quasi accarezzava l’idea della prima vittoria in carriera contro lo spagnolo.
Il campo più pesante, più umido, una palla che salta molto meno e perde tutta la sua efficacia su un terreno non più così amico delle grandi rotazioni e della forza che imprime, in questo momento della carriera vogliono dire tanto e già al Foro Italico si era avvertita questa grande differenza tra prima della pioggia e dopo, quando il clima era tornato normale. 9 game su 10 persi in quella circostanza prima dello scroscio d’acqua, 5 game vinti su 5 al momento del rientro.
Ieri, al Roland Garros, la storia si è ripetuta. Dopo essere andato in svantaggio di un set e un break (6-4 3-2 e servizio per Diego Schwartzman, che però sul 2-1 aveva mancato di chiudere un game dove era 40-0) nella giornata di mercoledì, quando il cielo era tutto coperto e minacciava pioggia, il campo era molto pesante e umido (lo si era notato anche nel match femminile dove Maria Sharapova non era riuscita quasi a giocare tra le difficoltà a muoversi e a cercare la palla). L’arrivo della pioggia ha completamente spezzato l’inerzia a favore dell’argentino e al momento della prima ripresa il numero 1 del mondo ha messo insieme 3 game di fila filo al 5-3 30-15, quando l’incontro è stato nuovamente sospeso. Ripreso nella giornata di giovedì, Nadal ha dominato la seconda metà chiudendo il secondo parziale 6-3 e poi con due rapidi 6-2 6-2 in suo favore.
Tennis Channel, il canale di riferimento degli appassionati tennistici in Nord America, ha mostrato ieri la statistica abbastanza interessante che mostrava un dato abbastanza evidente a occhio nudo: 10 chilometri orari di differenza, in media, nella velocità del dritto ovviamente con le punte massime nel momento della rimonta, quando la giornata era calda, il campo era più adatto alle sue rotazioni e non frenava la potenza del suo colpo.
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