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WTA Praga: Kvitova realizza il sogno di vincere in casa. Terzo titolo nel 2018

[2] P. Kvitova b. [7] M. Buzarnescu 4-6 6-2 6-3

È stata un’attesa lunga sette anni, ma alla fine Petra Kvitova ha visto realizzarsi uno dei suoi sogni di una carriera che dopo l’incubo dell’agguanto di fine 2016 non smette più di sorprendere. Ogni successo, da quel giorno di dicembre in cui la mano fu accoltellata, è caratterizzato da un’onda di emotività e gioia da parte di tantissimi appassionati e oggi, nelle tribune stracolme del Circolo Tennis Sparta Praha della “sua” Praga, la bi-campionessa di Wimbledon ha finalmente messo le mani su un torneo che a livello WTA vale poco, ma il peso specifico per lei è incalcolabile.

Nel 2011, nonostante fosse numero 9 del mondo, decise comunque di rinunciare a un torneo di alto livello come Roma per disputare a Praga l’allora l’ITF da 100.000 dollari, perso in finale contro Magdalena Rybarikova. Voleva chiudere questa parentesi lo scorso anno, ma proprio la tragica vicenda vissuta l’ha costretta a rinunciare. Fu presente sugli spalti nel giorno della finale, acclamata da tutti i suoi connazionali, proprio nei giorni in cui in gran segreto era tornata ad allenarsi, poche settimane prima di un rientro in campo che sembrava miracoloso. Da allora, questo è il quarto titolo WTA messo in tasca, il ventitreesimo in carriera.

Ora possiamo raccontare un aneddoto. Lo avevamo conservato nei giorni scorsi per non giocare sulla scaramanzia dei suoi tifosi, ma vedere questa Kvitova giocare così ad alto livello non ci ha sorpreso particolarmente. A Indian Wells, facendo una chiacchierata con una persona abbastanza vicina alla ceca, parlavamo di come la programmazione sulla terra fosse abbastanza fitta di appuntamenti per una che non ha mai nascosto più di tanto lo scarso feeling per la superficie. Il “trenino” di appuntamenti Fed Cup, Stoccarda, Praga, Madrid, Roma era molto lungo e faticoso, quindi pur senza farlo volontariamente bisognava considerare le priorità. A Stoccarda ha provato a fare il suo, ma ha trovato quella sera una Angelique Kerber che riusciva a rigiocare spesso con grande profondità tutte le sue accelerazioni, rimanendo costante su un livello molto alto fino alla fine. Non è andata come in Fed Cup, poco male: c’erano più giorni per concentrarsi sul torneo di casa.

A Praga, da numero 2 del seeding, ha dominato le prime partite. Un po’ di patemi in semifinale, quando è rientrata dall’1-5 nel tie-break contro Shuai Zhang, un po’ di più oggi quando si è complicata la vita nel primo set che stava dominando e da 4-1 ha subito 5 game consecutivi. Buzarnescu faceva il suo, cercava di sfruttare ogni chance, ma come spesso capita la partita viveva dei momenti della sua avversaria. Probabilmente quello è stato un passaggio dove Kvitova ha sentito troppo il momento, distraendosi dopo aver giocato tre game consecutivi molto lunghi e dove ha sciupato chance di 4-0 e 5-1 e servizio. È stata molto brava, però, a ripartire subito come se nulla fosse e in 20 minuti era già 5-1 nel secondo set. La fase più equilibrata è stata all’inizio della frazione decisiva, ma al quarto game arrivava il nuovo break per la numero 10 del mondo che poi allungava e chiudeva senza problemi l’incontro.

Tanta gioia esternata dopo il match point, con l’atmosfera che già era cresciuta punto dopo punto e più si avvicinava il match point più il pubblico si faceva sentire. Da lodare l’iniziativa del circolo di mettere ingresso gratuito per tutti i giorni tranne che per la finale, dove comunque c’è stato il tutto esaurito, perché il colpo d’occhio sulle tribune era spettacolare e ogni giocatrice ha detto di quanto fosse bella la cornice. Sull’ultima accelerazione non rigiocata da Buzarnescu, Kvitova ha alzato le braccia al cielo in un tripudio di gente in piedi sulle tribune a esultare. Molto toccante il momento della premiazione, con la ceca che si è fatta prendere dall’emozione e non ha retto alle lacrime miste a risate. Forse, dovendo scendere in campo già domani a Madrid contro Lesia Tsurenko, le fatiche di oggi per un match di tre set e oltre due ore di gioco si faranno sentire e magari il Premier Mandatory non la vedrà brillante come in questa settimana, ma la voglia di vincere davanti ai tanti connazionali il suo primo torneo in Repubblica Ceca valevano tantissimo.

Diego Barbiani

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