Se non è social, non esiste. E alla Kournikova tocca pubblicare la foto col pancione

Se non lo pubblichi sui social, non esiste. Ormai viviamo in una società talmente schiava del web da essere arrivati a questo punto. Accade per qualsiasi avvenimento che vede coinvolti gli utenti “normali”, figuriamoci i personaggi pubblici. Non sono esenti da tutto ciò gli sportivi (quindi anche i tennisti), tutti abituati a condividere su internet le loro attività quotidiane, da quando si svegliano a quando vanno a dormire: colazione, allenamento, pranzo, shopping, cena, eventi mondani, momenti istituzionali e della sfera privata.

Foto, tweet, frasi ad effetto, storie di Instagram: i fan sono così abituati a curiosare nella vita di tutti i giorni dei propri beniamini, che quando non hanno loro notizie (preferibilmente in diretta) da più di due ore iniziano ad infastidirsi. Succede per fatti che riguardano la routine quotidiana dei tennisti, figuriamoci per avvenimenti eccezionali e importanti come una gravidanza (Chiara Ferragni ha fatto scuola).

Così succede che la mancanza di post sui canali social della futura madre, l’assenza delle classiche foto con il pancione, istantanee dei piccoli indumenti destinati al nascituro e altri argomenti correlati ai fatidici nove mesi, più la ritrovata forma fisica post-parto, metta persino in dubbio la gravidanza. È quanto accaduto ad Anna Kournikova, che ha dovuto giustificare la propria discrezione con uno scatto a posteriori, a cinque mesi dal parto, per smentire le malelingue che parlavano addirittura di una maternità surrogata.

Fin dall’inizio della sua storia d’amore con Enrique Iglesias, Anna è sempre stata molto riservata riguardo alla sua storia d’amore. I due hanno sempre mantenuto un profilo basso, nei rispettivi account social non compaiono quasi contenuti che li ritraggono assieme, tanto che in molti hanno più volte sospettato che i due si fossero lasciati e sono rimasti sorpresi all’annuncio della nascita dei due gemelli Nicholas e Lucy.

Ora questi scatti mettono tutti a tacere. Sperando che il rispetto della privacy torni ad essere nuovamente la normalità e non la trasgressione.