Come purtroppo sta capitando da troppo tempo il nome del vincitore del Roland Garros sembra già scritto. In attesa che il dottor Frankestein completi l’operazione non si capisce in che modo Rafa Nadal possa non arrivare a vincere il suo undicesimo Roland Garros, e diciassettesimo Slam. Alla fine del 2016 arrivare a 17 slam sembrava un’impresa che poteva riuscire ad un solo uomo e ora eccoci qui a pensare che sarebbe sorprendente se non ci arrivasse anche il secondo. Anche il tabellone non sembra presentare insidie per il formidabile maiorchino, anche se c’è da chiederci chi potrebbe rappresentare un’insidia tra tutti i tennisti in attività. Rafa esordirà contro Dolgopolov e il percorso più complicato prevede Shapovalov agli ottavi e magari uno tra Coric e Schwartzman, più che Anderson, ai quarti. In semifinale, più che Cilic, potrebbe dargli più di qualche fastidio del Potro, ma chissà in che condizioni è Palito. Francamente è davvero inimmaginabile un passo falso di Rafa, tanto che il dubbio sembra essere se perderà più o meno di 50 game in tutto il torneo.
Con queste premesse il torneo non può che perdere inevitabilmente di interesse e fanno sorridere i continui peana dedicati prima a Federer e ora a Nadal. Certo, nessuno dice che è colpa loro, ma bisogna ricordare che solo gli infortuni gli hanno tolto di mezzo i due rivali più forti. Tutto sommato, come diceva Napoleone, meglio un generale fortunato che uno bravo.
L’attenzione è quindi spostata verso l’altro finalista: chi sarà lo sparring partner di Rafa il prossimo 10 giugno? La stagione sul rosso ha indicato un nome, quello di Alexander Zverev. Il tedesco ha sostanzialmente vinto tutte le partite che doveva vincere e probabilmente, senza la pioggia, avrebbe persino battuto Nadal a Roma. L’unico intoppo vero è stata la sconfitta in semifinale a Montecarlo ma in fondo è arrivata contro Nishikori, non proprio uno qualsiasi. Se le speranze di battere Nadal sono ridotte quelle di arrivare in finale sono invece molto alte. Vero che fin qui il tedesco negli slam non ha fatto vedere chissà cosa ma questo è un dato da prendere con le dovute cautele. Non solo perché sono troppo pochi gli slam fin qui giocati ma anche perché il tedesco ha perso partite incredibili contro giocatori non certo banali. Perdere con Berdych e Raonic a Wimbledon è capitato anche a Federer per dire. Il tabellone stavolta è abbastanza buono, a meno che Wawrinka non si svegli improvvisamente, e non arrivare ai quarti sarebbe quasi drammatico. Però lì troverà o Thiem o Nishikori e poi in semi potrebbe avere Dimitrov o magari il redivivo Djokovic. Quello che sembra è che in ogni caso gli ultimi giorni del torneo saranno complicati per il tedesco, che potrebbe arrivare scarico alla finale, come se non bastasse.
Il suo rivale più accreditato continua ad essere Thiem, che ha pensato bene di giocare un faticosissimo torneo a Lione. L’austriaco ha scelte di programmazione davvero incomprensibili però rimane l’unico che ha battuto Nadal su terra. Terra anomala, come quella di Madrid, ma terra. Non è neanche stato troppo fortunato col sorteggio, visto che prima di arrivare a Zverev dovrebbe avere un match molto duro con Nishikori, e se mai arrivasse in fondo chissà in che condizioni si presenterebbe davanti a Nadal.
Dietro Zverev e Thiem, stanno sia Dimitrov che Djokovic, che però sono due interrogativi grossi come una casa. Si è sin troppo stufi di aspettare l’exploit di Dimitrov, che al limite potrebbe arrivare a Wimbledon più che sulla terra, e Djokovic sta provando a ritrovarsi ma non è facile capire a che punto sia realmente. Roma e Madrid hanno dato indicazioni contraddittorie e non troppo ottimistiche per il serbo, che rischia di prendere troppo sul serio il risultato contro Nadal. Dimitrov e Djokovic dovrebbero incontrarsi agli ottavi di finale e lì ne sapremo di più.
Il resto della truppa al massimo potrebbe realizzare un qualche risultato a sorpresa e poco più. C’è il ritorno di Kyrgios, che sulla terra rossa ha appena vinto il doppio a Lione, peccato che sia la sua unica presenza sul rosso. Il match di primo turno con Tomic ha un fascino che Bautista Agut-Schwartzman non avrà mai ma difficilmente si andrà oltre a questo. Per Nick persino Cecchinato potrebbe rappresentare un problema e figuriamoci Carreno Busta. Arrivare a Goffin, uno che come al solito farà un buon torneo, sarebbe già un ottimo risultato.
Si cominci dunque, il fondo fin quando ci sarà Paire nel torneo qualche partita varrà la pena di vederla.
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