Un caldo afoso e un centrale tutto esaurito se non di più – anche gente in piedi – per la prima, attesissima, semifinale che metteva di fronte Chung e Zverev. Nonostante ciò, un silenzio quasi surreale accompagna i primi giochi del match, come se il pubblico sentisse la partita almeno quanto il loro beniamino.
D’altra parte lo storico tra i due parlava chiaro: nelle due sfide precedenti il sudcoreano era sempre uscito vincitore, la prima sulla terra rossa di Barcellona lo scorso anno e la seconda, che sicuramente molti ricorderanno, agli Australian Open di quest’anno, quando Zverev in vantaggio 2 set a 1 crollò del tutto nei due set finali.
Il tedesco all’inizio sembra fare fatica ad entrare in partita, e difatti subisce subito il break, che arriva a seguito di uno scambio in cui Sasha era riuscito ad aprirsi bene il campo ma aveva poi spedito largo di un metro il dritto decisivo. Al cambio di campo sul punteggio di 3-0 si avverte però subito che le cose stanno per cambiare: Zverev inizia a spingere col servizio (alla fine saranno 8 gli ace, numero che tra l’altro non tiene conto dei punti solo indirizzati dalla prima ma vinti negli scambi successivi) e ad attuare quella che era la strategia di gioco che aveva preparato per la partita di oggi: come ci dirà infatti in conferenza stampa – ma era ben visibile anche dal campo – il ventunenne di Amburgo ha impostato la partita con una tattica ben precisa, studiata appositamente per Chung.
Dritti molto alti e variazioni di gioco continue che avrebbero potuto dare fastidio al sudcoreano, il quale è andato effettivamente in crisi con questo tipo di schema. In realtà Chung ci ha anche messo del suo, infilando una serie di errori gratuiti sia in fase di costruzione del punto che in fase di chiusura, quando non doveva far altro che appoggiare al di là della rete. La crescita di Zverev è netta, con un filotto di 5 game consecutivi il tedesco si porta 5-3, e al cambio di campo sul 5-4 si prepara a servire per il primo set.
Nel momento decisivo sembra però tornare quello di inizio partita: due dritti inspiegabilmente lunghi offrono la palla per rientrare nel set a Chung, che si riporta in parità grazie ad uno dei suoi passanti di dritto che abbiamo imparato ad apprezzare negli ultimi anni. Accade in questo momento però la svolta decisiva del match: il sudcoreano tra le difficoltà al servizio e con un dritto molto falloso (sul break point un altro gratuito finito a rete) offre a Zverev una seconda possibilità di servire per il set. Il tedesco ci prova in tutti i modi ad allungare il game, regalando anche due doppi falli, ma alla fine un rovescio a rete di Chung sancisce la chiusura del primo parziale, sottolineata dagli scroscianti applausi del pubblico di casa.
Il secondo set dura poco, Chung mantiene a fatica il primo turno di servizio salvando una palla break, ma Zverev, al contrario del suo avversario, è in fiducia e si nota. Un altro gratuito del sudcoreano spiana la strada per il break, chiamato a gran voce e con applausi ritmati dal pubblico, ma Sasha non sembra ascoltare e dilapida le prime due opportunità. Alla terza occasione, una palla corta di Chung che non si avvicina nemmeno alla rete fa esplodere di gioia il tifo di casa. Sono tutti consapevoli che per quanto visto sinora quel break sarà decisivo: Zverev si issa infatti rapidamente fino al 5-1, lascia il game del 5-2 a Chung e chiude 6-2, sul proprio servizio, in un’ora e mezza di gioco.
Il ventunenne affronterà come detto Kohlschreiber – che di anni ne ha 34 – in quella che in fondo è la finale più giusta per i valori visti in campo durante questa settimana. Ancora acerbo Maxi Marterer per poter competere ad armi pari contro un giocatore navigato e in forma come Philipp. Il punteggio di 6-2 6-4 è anche generoso, dal momento che Kohlschreiber si è trovato a servire per il match sul 5-2, prima di accusare un lieve passaggio a vuoto.
Sasha non si è concesso troppi commenti sulla partita di domani, ha detto di avere ovviamente stima del connazionale e che i due si sono allenati insieme recentemente, durante la coppa Davis in Spagna. L’ultima sfida tra i due è stata vinta da Zverev l’anno scorso ad Halle, ma le due precedenti (datate però entrambe 2015, quando Sasha aveva 18 anni) il bavarese. Curiosamente, nonostante la partita di Kohlschreiber non fosse ancora finita (si era appena concluso il primo set), nessuno ha fatto domande a Zverev su Marterer e su cosa ne pensasse di una finale con lui.
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