dal nostro inviato a Monaco
Non sono bastati due set quasi perfetti a Yannick Hanfmann per avere la meglio su Sasha Zverev, che dopo aver stretto i denti per un’ora e mezza si è ricordato di essere la testa di serie numero 1 (oltre che il campione in carica), ed è uscito alla distanza, sfruttando anche un fisiologico calo del meno esperto avversario. Pur non essendo completamente pieni, spalti sicuramente più gremiti di ieri, dove ad assistere al derby italiano tra Cecchinato e Fognini c’erano solo alcuni gruppetti qua e là. D’altronde siamo in terra tedesca, ed in più un numero 3 del mondo non ce l’abbiamo.
Il primo set è stato sorprendentemente gradevole, ovviamente per merito di Hanfmann. Il ventiseienne tedesco di Karlsruhe (n. 118 ATP), si è presentato sul centrale con tutta la spavalderia di chi sa di non aver niente da perdere, e questo approccio mentale, assieme ad un pubblico caloroso e non particolarmente schierato, lo ha aiutato per gran parte del match. Yannick ha servito bene, soprattutto nel primo set, dove ha messo in crisi il proprio connazionale con una serie di prime da sinistra, che seppur lente (150 km/h) creavano grossi grattacapi alla risposta di Zverev. Sasha dal canto suo ci ha messo troppo per iniziare a prendere le misure del servizio e del tipo di gioco dell’avversario, il quale per non rischiare di prolungare lo scambio lo accorciava spesso con risposte al limite o con palle corte (quest’ultima soluzione generalmente quando era al servizio o in una situazione di vantaggio territoriale). È proprio con uno schema di questo tipo che il ragazzo di Karlsruhe si assicura il tie-break: servizio da sinistra ad uscire, palla corta, lob conclusivo. E pubblico in visibilio. Un lunghissimo tie-break conferma quanto di buono fatto da Hanfmann, che chiude 14-12 creando ulteriori crepe nelle convinzioni di Zverev. In realtà, nel resto del match Sasha non ha mai cambiato modo di giocare: semplicemente, con il passare dei game si è preso qualche rischio in più ed è stato sempre meno falloso, mentre il suo avversario vedeva le proprie energie fisiche e mentali venire progressivamente meno. Così, dopo un secondo parziale chiuso 6-4 grazie ad un break al nono gioco (in realtà i due si erano scambiati già una volta il servizio tra il quarto e il quinto game), il numero 3 del mondo si porta subito 5-0 nel terzo, lascia 2 game per strada e chiude infine 6-2 senza troppe difficoltà.
Durante la mattinata intanto Martin Klizan aveva confermato il suo periodo positivo, battendo in tre set Mirza Basic, giustiziere di Monfils ieri. Basic vinceva il primo parziale per 6-4 grazie a 5 giochi consecutivi che dallo 0-3 lo portavano ad un passo dal set, veniva però recuperato una mezz’oretta dopo dallo slovacco che con un break messo a segno al sesto gioco chiudeva 6-3. Nel terzo set accadeva di tutto, quasi come se entrambi avessero deciso di non voler vincere. La spuntava alla fine Klizan in virtù del break sul 5-5 (ma ce n’erano stati altri 4 nei game precedenti, 2 per parte) che gli permetteva di chiudere 7-5.
Venerdì affronterà nei quarti la testa di serie numero 4 del torneo Chung, che nel pomeriggio non ha avuto troppe difficoltà a sbarazzarsi della wildcard Bachinger, sconfitta con il punteggio di 6-1 6-1 in meno di un’ora di gioco. Chung, che deve difendere la semifinale dello scorso anno, ha comunque dovuto salvare 5 palle break nell’arco della gara, dovendo fare i conti con il solito, incerto, servizio (la percentuale di prime è stata di poco superiore al 50%).
Conferma anche per il tedesco Struff, che ha sconfitto in 3 set il suo connazionale Maden, in un derby che ha faticato ad ingranare e che si è concluso con il punteggio di 6-3 3-6 6-3 a favore del ventottenne di Warstein. Da notare come Struff, dopo aver affrontato due tedeschi nei primi due turni, ne sfiderà un terzo, Sasha Zverev, nei quarti, a dimostrazione di quanto fosse nutrita la flotta teutonica ai nastri di partenza.
Dita incrociate invece domani mattina per il nostro Marco Cecchinato, che dopo aver sconfitto Fognini cercherà contro Fucsovics di allungare a 7 partite la propria striscia di imbattibilità. Il palermitano non sarà il numero 3 del mondo, ma l’entusiasmo, la determinazione e la voglia di mettercela tutta non gli mancano di certo.