dal nostro inviato a Barcellona
Giornate lunghe queste primaverili nella capitale catalana. Tra qualche ora inizierà il torneo e gli organizzatori si sono premurati, previo completamento dell’entry list e successivamente sorteggio del tabellone, di far sapere agli addetti ai lavori che questa del 2018 è la migliore edizione della storia (circoscrivendola alle precedenti edizioni del torneo, chiaramente).
In effetti scorrendo i nomi in tabellone questo torneo ATP 500 fa invidia anche a molti 1000 e non solo quelli di fine anno. Nadal, Dimitrov, Thiem, Djokovic e tanti altri. Così capita che passeggiando per le strade di Barcellona sui bus compaiano i faccioni dei prossimi protagonisti. Solo che l’entusiasmo non pervade tutti come invece succede agli organizzatori.
Sarà forse che il tennis come sport è seguito da meno persone? Può anche darsi, ma qui a Barcellona non si sono esaltati neanche per il calcio. Nel weekend si è giocata la finale di Copa del Rey, la nostra Coppa Italia, e sinceramente con il Barça impegnato contro il Siviglia in una finale valida per un titolo ci si sarebbe aspettato più movimento. Sì, dalle parti di Montjuic ci si poteva imbattere in una strada completamente chiusa al traffico dove al posto delle macchine l’intero manto stradale, da isolato a isolato, era occupato da sedie su cui persone di tutte le età ammiravano la “manita” blaugrana al malcapitato Siviglia.
Al termine ti aspetteresti feste infinite, suonate di clacson per le strade tutta la notte, un po’ in stile Roma dopo il passaggio del turno in Champions League proprio contro i catalani, e invece no. Silenzio. Il giorno dopo vedi qualche maglietta in più in giro, in più perché anche se non vincono il giorno prima a Barcellona comunque tengono all’appartenenza e ne danno continua dimostrazione giorno per giorno.
Il motociclismo, altro sport in cui gli spagnoli eccellono, nonostante sia weekend di gara alla città di Barcellona sembra proprio non importare più di tanto, addirittura il primo indumento che vedi in riferimento alla MotoGp è un casco, ma di Valentino Rossi. Il dubbio a questo punto ti assale: ci tengono davvero oppure ne han viste (vinte, per il club di calcio) così tante che una in più non è una grossa novità? E per chiudere il cerchio, sarà davvero una grande edizione del torneo di Barcellona o con Rafa in campo che, molto probabilmente, asfalterà i propri avversari non sarà una novità?
La risposta elaborata va oltre le due possibili soluzioni elencate. Il motivo è che basta passare qualche giorno in questa città, camminare nel centro, sedersi un momento su una panchina in uno dei tanti parchi, passeggiare in riva al porto dopo aver percorso la Rambla o costeggiare la “platja de la Barceloneta” per dimenticarsi di tutto. Avevi intenzione di vedere qualcosa in particolare, ti eri dato anche degli orari? Tutto inutile. Ti ritroverai a girovagare – quasi come Hansel e Gretel, solo che non seguirai briciole – andrai dietro a suggestioni, immagini, sensazioni. Tutte cose semplici, ma capaci di farti perdere e al tempo stesso accoglierti facendoti sentire a casa.
Capirete forse ora che in tutto questo un evento sportivo (che sia calcio, motociclismo o tennis) finisce per perdere d’importanza e anche l’edizione migliore della storia si può tranquillamente circoscrivere all’attenzione massima di un centinaio di persone, mentre il resto degli abitanti/residenti/turisti, che si trovano su suolo catalano, sono ormai stati convertiti al modo di vivere e pensare che pervade tutta la città.
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