Non è andata benissimo la giornata di oggi per il tennis azzurro e pazienza se l’incipit è ormai sin troppo abusato. Avevamo sperato che sia Berrettini che Lorenzi fossero in grado di portare a casa partite magari complicate ma ampiamente alla loro portata e invece il giorgiano ha rischiato pochissimo e ha chiuso in due set, magari complicati ma appunto senza mai dare la sensazione che la partita potesse perderla. Berrettini ha avuto due momenti in cui poteva, forse doveva, fare di più e meglio. All’inizio del primo set, quando dopo aver recueprato il break ha avuto la palla per portarsi avanti 3-2 e servizio e alla fine del secondo, quando sul 4-3 ha avuto la palla per andare a servire per il secondo set. Purtroppo in entrambi i casi è andata male e forse la frustrazione, forse la stanchezza – Matteo aveva rischiato grosso già nel settimo game – ha regalato all’esperto Nikolaz il break decisivo. Peccato, ma Berrettini deve cominciare a vincerle queste partite, se vuole aspirare a qualcosa di diverso della top100.
Giustificata invece la sconfitta di Lorenzi, che evidentemente non è ancora al meglio e che contro il più anziano degli Zverev, non certo uno specialista dei campi in terra rossa, ha ceduto abbastanza nettamente in meno di un’ora e mezzo. Inizio un po’ squinternato con i due che non tenevano un servizio, ma che poi ha visto prevalere il tedesco. Secondo set in cui Lorenzi ha lottato come un leone e come sempre, ma che come spesso gli è successo lo ha visto soccombere sul più bello.
Oltre a Lorenzi rientrava anche Dolgopolov ed è abbastanza logico ritenere che questo abbia influito sull’inaspettato successo di Arnaboldi, bravo comunque a non dare nessuna possibilità all’ucraino. La partita è stata in equilibrio per i primi quattro game, ma svanita la possibilità di andare avanti “The Dolgo” si è spazientito, come spesso gli succede e ha ceduto, seppur lottando, cinque game di fila. Si è ripreso un po’ l’ucraino, e ha tenuto fino al 4-3, quando ha avuto anche due occasioni per andare avanti. Perse quelle ha ceduto un’altra volta il servizio e quindi il match. Per Arnaboldi una gran bella soddisfazione e non è detto che sia finita, perché al prossimo turno avrà Pablo Andujar, lontano parente del finalista di Barcellona 2015 e pure lui perseguitato dagli infortuni.
Poco da segnalare, oltre appunto alla vittoria di Andujar sul Lucky Loser Ivashka, forse la sconfitta di Robin Haase, sconfitto al terzo da Mirza Basic. Esordio anche per le prime due teste di serie. Pochi problemi per Ramos, che ha concesso appena tre game al padrone di casa Amine Ahouda, numero 727 del ranking (non ci sono refusi); ancora meno per la testa di serie numero 2, Kyle Edmund, visto che Vesely ha alzato bandiera bianca dopo aver perso i primi cinque game.
Primo turno
[1] A. Ramos b. [WC] A. Ahouda 6-1 6-2
[Q] A. Vatutin b. J.-L. Struff 3-6 6-3 6-2
[PR] P. Andujar b. [LL] I. Ivaska 6-3 7-5
[Q] A. Arnaboldi b. [7] A. Dolgopolov 6-2 6-3
N. Basilashvili b. M. Berrettini 7-6(2) 6-4
J. Sousa b. G. Martinez 7-5 7-5
M. Basic b. [5] R. Haase 4-6 6-4 7-5
R. Carballes Baena b. M. Marterer 6-3 6-1
G. Garcia-Lopez b. [Q] C. Hemery 6-2 6-2
[8] M. Zverev b. P. Lorenzi 6-3 6-4
[2] K. Edmund b. J. Vesely 5-0 rit.
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