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WTA Miami: Wozniacki eliminata da Puig. Una super Svitolina ferma Osaka

M. Puig b. [2] C. Wozniacki 0-6 6-4 6-4

“Mi è sembrato di rivivere tutte le emozioni di Rio de Janeiro…” ammetteva una emozionata Monica Puig dopo l’incredibile successo contro Caroline Wozniacki, la seconda vittoria in carriera contro una numero 2 del mondo. Coincidenza, la prima era arrivata proprio nella notte della vita, in Brasile, contro Angelique Kerber.

In mezzo a un tripudio di bandiere e tifosi provenienti da Porto Rico, a scaldare una serata particolarmente fredda e umida, Puig ha girato completamente una partita che sembrava quasi finita contro la recente vincitrice dell’Australian Open. Anche le statistiche erano pesantemente contro di lei dopo un primo set ceduto con un netto 6-0, visto che solo in una circostanza su 6, nel corso della sua carriera, aveva saputo trasformare un bilancio così negativo in una vittoria: era il torneo di Oeiras del 2013, l’avversaria Maria Teresa Torro For.

Nel primo set ha funzionato ogni componente del gioco della danese: profondità, recuperi, aggressività. Per Puig, al di là di qualche buona soluzione, era quasi impossibile fare partita alla pari se non avesse cercato di aumentare il numero di occasioni in cui teneva alto il ritmo e cercava di manovrare gli scambi senza farsi trascinare in lunghe ragnatele.

Il primo game del secondo set è stata un po’ la sveglia, con Wozniacki che ha impiegato 10 minuti per portare a casa il servizio. Lei si è un po’ impaurita, Puig ha giocato su questo fattore per ottenere, sul 2-2, il break che ha deciso la frazione. C’erano più vincenti, più cattiveria e dall’altra parte non tutto funzionava come nel primo set. Recuperato poi da 15-40 e allungato sul 4-2, la portoricana ha potuto concretamente allungare e prepararsi ai turni di servizio più complicati del set dove non ha concesso nulla.

Forte dell’inerzia, tutta dalla sua, Puig ha continuato ad alzare la qualità del proprio gioco prendendo addirittura un doppio break di vantaggio nel parziale decisivo. Sul 4-1 e servizio ha visto la sua avversaria riavvicinarsi, ma di nuovo ha retto benissimo nelle fasi conclusive del set continuando a essere molto più aggressiva ed efficace, soprattutto di dritto. Se nel secondo set aveva ceduto appena 3 punti negli ultimi 2 game, nel terzo il parziale è stato addirittura di 8 vinti e 1 perso. Per quanto la danese provasse a rendere le cose complicate, Monica aveva sempre la risposta giusta e per una notte (il match è finito a mezzanotte e 37) la differenza tra la numero 2 e la numero 82 del mondo è sparita.

“Lei è una grande, io ho dovuto fare del mio meglio senza mai calare in concentrazione perché sapevo che avrebbe cercato fino alla fine di non arrendersi e girare la partita – ha detto Puig a bordo campo – Sono veramente felice, ringrazio tutto il pubblico per l’affetto: vivo da tanti anni in Florida ma il mio cuore apparterrà sempre a Porto Rico” diceva, riferendosi alle tante bandiere di Porto Rico lungo il campo centrale di Miami. Al prossimo turno avrà Maria Sakkari per un eventuale quarto turno contro Donna Vekic o Danielle Collins.

[4] E. Svitolina b. N. Osaka 6-4 6-2

C’è voluta una grande Elina Svitolina per spegnere il fuoco che ardeva dentro Naomi Osaka, protagonista in ogni caso di due settimane eccezionali. A conti fatti, quella di oggi per la giapponese era la sesta partita nelle ultime 9 contro giocatrici che hanno raggiunto la top-5 e per vedere infranta la sua grande striscia positiva si è dovuta scontrare contro un’avversaria che ha giocato da prima del ranking fin dall’inizio, prevalendo in un primo set molto equilibrato e poi dilagando.

Il 6-4 6-2 di oggi non sarà visto come una bocciatura per la numero 22 del mondo, ma forse l’ennesima prova che Svitolina dovrà prendere con sé per quando vorrà provare a fare l’ultimo step che le manca per completare a tutti gli effetti la sua crescita, comunque molto netta, degli ultimi 15 mesi. L’ucraina, al di là dei tornei più importanti del circuito WTA, è di una costanza di rendimento sempre più evidente. Sta cercando di basare l’intera carriera su questo, ma servirà che queste vittorie contro le big (circolo ristretto in cui la Osaka di questo periodo appartiene per diritto) serviranno quando si sfocia negli Slam, cambiano gli scenari, e finora malgrado 3 quarti di finale negli ultimi 4 Major, in almeno un paio di circostanze la tavola era ben apparecchiata per portarla ancor più in alto.

Ci lavorerà, allo stato attuale sembra difficile trovare una superficie che veramente la sfavorisca e con il livello odierno, che ha messo in campo anche varie altre volte nelle grandi sfide, può riuscire a compiere quello step. Oggi ha vinto di forza, facendo muro da fondo campo a ogni attacco della rivale, chiamata alle volte a giocare 4 o 5 accelerazioni per vedere quella palla non ritornare più al di là della rete, o con le tante prime di servizio efficaci, colpo che sta cercando di perfezionare sempre più in questa prima fase di 2018.

Osaka ha recuperato un primo break sull’1-2, ma sul 3-3 la precisione e la profondità dell’ucraina hanno creato i presupposti per un nuovo vantaggio, che ha portato al 6-4 iniziale. La giapponese, sul 4-5, ha avuto una chance di 5-5 ma il recupero difensivo di Svitolina le ha ridato una palla non facile, senza peso, da colpire molto bassa in diagonale e il rovescio si è fermato sul nastro. A inizio secondo set non è stata abbastanza pronta, nell’unico vero errore della sua giornata, ed Elina ha preso il largo con un doppio break di vantaggio che ha portato al 6-2 conclusivo.

Il rammarico di noi, semplici appassionati, è che una sfida così sia arrivata già al secondo turno, come primo match di giornata, senza grande atmosfera sugli spalti. Tanti scambi avrebbero meritato maggiore riconoscenza, probabilmente. Comunque, vittoria importante per Svitolina dopo le difficoltà di Indian Wells. Al prossimo turno una tra Daria Gavrilova e Andrea Petkovic.

[9] P. Kvitova b. A. Sabalenka 7-5 3-6 6-3

La notizia più positiva, per una Petra Kvitova ancora alle prese col difficile adattamento alle condizioni molto particolari di questa tournée negli Stati Uniti, è che abbia raccolto due vittorie sofferte ma molto importanti nonostante le avversarie non siano di primissimo livello. Al contrario di Yulia Putintseva, però, Aryna Sabalenka ha molte più possibilità di crescere e diventare una top player e l’incrocio di oggi con un’altra giocatrice che come lei mette l’incontro sul piano dell’aggressività era uno dei big match di giornata.

Purtroppo per la bielorussa, non è bastato un generoso primo set e un dominio netto nel secondo per avere la meglio sulla testa di serie numero 9 che ha stretto i denti e ha chiuso 7-5 3-6 6-3. Kvitova ha da sempre delle difficoltà ad adattarsi alle condizioni climatiche del nord-america, ma l’importante preparazione invernale è stata forse la spinta di cui aveva bisogno per mantenere il feeling con la vittoria. In California, al di là del caldo quando era in campo, c’è una condizione dell’aria molto più secca e la palla tende a volare, a perdere il controllo, con più facilità. In Florida invece l’umidità è elevatissima e coi problemi di asma che spesso l’hanno accompagnata è facile vederla boccheggiare dopo poco tempo dall’inizio della partita.

Sabalenka, che aveva già una partita alle spalle, era partita con molta più efficacia salvo però ritrovarsi quasi subito a inseguire. Per due volte ha rimontato un break di ritardo, l’ultima quando dal 3-5 è risalita da 0-40 e ha chiuso il gap. Fatale però l’undicesimo game, dove la prima di servizio l’ha abbandonata ed è stata investita dalla potenza della risposta della sua avversaria.

Il momento più critico per Petra è maturato nel secondo set, eppure già verso la fine c’erano segnali di recupero che facevano ben sperare per un parziale decisivo molto equilibrato. Da 1-5 a 3-5 e una piccola chance, sfumata, di tenere in vita il nono game prima della chiusura della bielorussa. Il grande equilibrio, invece, dei primi game del set decisivo ha avuto il suo fulcro sul 2-2: Sabalenka conquistava una palla break con un ottimo lob di dritto, ma Kvitova veniva fuori dalle sabbie mobili attaccando col proprio dritto e nel turno di risposta successivo saliva subito sul 15-40. La seconda chance è stata quella decisiva e, concretizzato l’allungo, ha poi chiuso la pratica in un game comunque difficile: da 30-0 è stata rimontata fino al 30-30 e qui Sabalenka ha commesso un brutto errore che le avrebbe dato la palla break, invece ha consegnato il match point alla ceca che, col servizio, ha chiuso l’incontro. Veementi le proteste della bielorussa verso il giudice di linea che non ha chiamato la palla fuori: aveva finito le chiamate di Hawkeye e nonostante Enrico Riva, che lavora per la grafica della tv ufficiale dell’ATP abbia spiegato, in seguito, che il servizio fosse effettivamente lungo non ha potuto far nulla se non stringere la mano, lamentandosi ancora stavolta verso la giudice di sedia che il colpo fosse in realtà abbondantemente fuori.

Al prossimo turno Kvitova potrebbe affrontare Daria Kasatkina, reduce dalla finale a Indian Wells, che però dovrà prima superare la qualificata Sofia Kenin, classe 1999.

Risultati

[6] J. Ostapenko b. T. Babos 6-4 6-4
B. Haddad Maia b. [32] S. Zhang 6-3 6-2
[Q] S. Kenin b. [19] D. Kasatkina 3-6 6-2 6-2
[9] P. Kvitova b. A. Sabalenka 7-5 3-6 6-3
P. Martic b. [15] K. Mladenovic 4-6 6-3 6-2
[21] A. Barty b. [WC] C. Liu 6-0 7-6(0)
[26] D. Gavriova b. [Q] A. Petkovic 7-6(3) 6-4
[4] E. Svitolina b. N. Osaka 6-4 6-2
[8] V. Williams b. [Q] N. Vikhlyantseva 7-5 6-4
[29] K. Bertens b. V. Lepchenko 5-7 7-6(2) 6-1
[22] E. Mertens b. [Q] B. Pera 7-6(5) 6-3
[11] J. Konta b. K. Flipkens 6-4 6-2
[Q] D. Collins b. [16] C. Vandeweghe 6-3 1-6 6-1
D. Vekic b. [24] E. Vesnina 6-3 6-7(5) 6-1
M. Sakkari B. [28] A. Kontaveit 6-4 6-1
M. Puig b. [2] C. Wozniacki 0-6 6-4 6-4

Diego Barbiani

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