J. Chardy b. [3] G. Dimitrov 6-4 6-4 (Simone Milioti)
Prima di Indian Wells era quasi fuori dai 100, come Fognini gli continuava a ricordare mentre giocavano, nel giro di qualche settimana Jeremy Chardy è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione, anzi ne sta ottenendo più di quanto avesse fatto in passato.
Così dopo Federer il torneo di Miami deve salutare anche Grigor Dimitrov, il momento no del bulgaro continua anche se, a differenze della maggior parte dei colleghi in disgrazia, i suoi problemi non sono fisici. Anche oggi ha comunque giocato la partita, fatto vedere delle buone cose, sprecato occasioni e concesso forse in modo troppo agevole la vittoria all’avversario.
Capiamoci Chardy sta giocando bene e ha meritato la vittoria, Dimitrov però dopo aver perso un primo set in cui ha avuto occasioni e si è fatto sorprendere nel secondo non ha cambiato praticamente nulla nel suo gioco. Il punteggio tra primo set e secondo parziale è stato identico, doppio 6-4, il modo in cui è arrivata la perdita del secondo set e il gioco messo in campo da Dimitrov è stato ugualmente identico.
Questa la gravità della situazione del numero tre del seeding, non è riuscito a trovare una contromisura adatta e non ci ha neanche provato. Sperava di trascinarlo ad un tie-break per poi incrinare le sicurezze del francese nel terzo? Oppure credeva che continuando con il suo gioco prima o poi avrebbe acuto una chance o avrebbe visto un’apertura?
Sicuramente Grigor avrà da riflettere, perché, dopo essere diventato Maestro a novembre scorso, è calato di intensità e voglia di vincere. Questa sconfitta, ancora una volta in fasi iniziali di torneo, dà pensiero perché apparentemente non c’è stata lotta, meno di un’ora e mezza di incontro totali.
[5] J. Del Potro vs [26] K. Nishikori 6-2 6-2 (Simone Milioti)
Compitino semplice per l’argentino al terzo turno, Kei Nishikori forse neanche ai tempi buoni avrebbe battuto Delpo sul cemento, figurarsi se al ritorno di un ricovero. Neanche l’argentino è sembrato al massimo quest’oggi la sfida, o almeno è sembrato freddo nei primi minuti dell’incontro muovendosi poco e male. Si è anche innervosito quando non ha sfruttato le palle break concesse dal nipponico, fortunatamente Kei non era in giornata come detto e ha concesso immediatamente altre palle. Juan Martin dopo averle trasformate è sembrato molto più a suo agio e questo suo stato d’animo si è riflesso sul suo gioco.
Come già settimana scorsa abbiamo ammirato, del Potro è stato solido al servizio, micidiale col dritto e molto concreto anche con il rovescio. Nishikori provava a mettere il pilota automatico, ma una volta che Delpo ha preso il comando delle operazioni in campo non c’è stato molto da fare. Spesso il giapponse anche sulle palle corte arrivava in ritardo giocando male i recuperi, solitamente corsa e difesa sono le sue armi migliori. Senza è giusto che porti a casa solo quattro game in poco più di un’ora di gioco.
[2] M. Cilic b. V. Pospisil 7-5 7-6(4) (Simone Milioti)
Marin Cilic, dopo l’uscita sorprendente di Federer, è la testa di serie più alta rimasta in tabellone. Non è il favorito, che forse potremmo indicare in del Potro dopo lo splendido torneo in California e le partite vinte a Miami, sicuramente però il croato è uno dei sicuri protagonisti delle fasi finali della competizione. Oggi poteva tremare, sentire pressione, ma così non è stato, anzi è sembrato molto solido e soprattutto cinico.
Un primo set in cui i servizi hanno retto benissimo, un’occasione ghiotta per Cilic all’ottavo gioco subito annullata, ma alla fine del primo set Pospisil ha ceduto ad un passo dal tie-break. Nel secondo storia simile, entrambi solidi al servizio, poi il canadese ha rischiato di ricascarci, ritrovandosi sotto 5-6 0-40. Tre match point consecutivi che però il gigante in maglia gialla – Cilic – non sfrutta, sulla parità Pospisil si inventa il punto del torneo, un modo per sottolineare che la partita non è ancora finita.
Al tie-break, stavolta raggiunto, sempre Cilic comanda e sale 6-3, altri tre match point consecutivi. Forse ha ripensato un attimo ai tre mancati solo qualche istante prima e così il primo dei tre lo manca, poi per fortuna sua a scrivere la parola fine all’incontro ci pensa Vasek forzando e sbagliando un dritto dal centro del campo.
[19] H. Chung b. [Q] M. Mmoh 6-1 6-1 (Giorgio Cammarosano)
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