[1] R. Federer b. B. Coric 5-7 6-4 6-4
Grande, grandissimo spavento per Roger Federer che nella prima semifinale dell’ATP Master 1000 di Indian Wells è arrivato a un passo dalla sconfitta contro Borna Coric prima di recuperare sia nel secondo che nel terzo set e chiudere tra tante difficoltà la partita più difficile de suo 2018.
Per quanto riguarda invece il giovane croato, classe 1996, quella di oggi sembra essere l’occasione più importante della carriera dopo che per un set e mezzo aveva costruito un vantaggio abbastanza rassicurante facendo della solidità da fondo campo il suo diktat principale e raccogliendo i tanti regali di uno svizzero in netta difficoltà rispetto ai giorni scorsi, dando quindi credibilità alla voce comunicata dall’ex giocatore transalpino in telecronaca. Invece, con due black-out totali a livello mentale, Coric ha finito per perdere 5-7 6-4 6-4.
Sono stati comunque tantissimi gli errori da parte del numero 1 del mondo, a cui riusciva ben poco del suo tennis e più passavano i punti più le nubi si addensavano sul suo volto, tra una voleè sbagliata e un colpo, anche non forzato, che finiva ben fuori dal campo o si spegneva a metà rete. Aveva un altro passo rispetto alla versione che appena 2 giorni fa aveva controllato con discreto agio la foga agonistica di Hyeon Chung. Mancava precisione, mancava profondità, alle volte mancavano anche dei passi per arrivare col timing perfetto sulla palla. Fare le pulci alla prima partita negativa nella stagione, la diciassettesima in totale, di un quasi trentasettenne sembrerebbe quasi una cattiveria, eppure Federer aveva abituato tutti ad un’altra realtà. Forse anche il vento, che è stato costante, ha reso complicata la vita, o forse semplicemente è stata la classica “giornata no” da cui ha saputo comunque venirne fuori.
Spesso martellato sul proprio rovescio con colpi sempre abbastanza profondi e che permettevano a Coric di avere il comando del gioco, ha preso il comando del primo set sul 5-5 e il croato ha chiuso col servizio a disposizione. Questa tattica è stata messa sempre più in evidenza e sul quarto game, quando lo svizzero era avanti 0-40 e Borna ha sempre puntato alla sua destra per avere il comando delle operazioni, ricucire il divario e chiudere alla prima chance portando a casa un game di enorme importanza.
La sfida è continuata su questo binario fino al 7-5 4-2 Coric. Federer avrebbe dovuto fare qualcosa di più per provare a rientrare, ma i tanti errori e le prime vere difficoltà di questo suo 2018 lo stavano condannando. A rimandare tutto al terzo set ci ha pensato una precisione maggiore, da parte sua, e una condizione di affanno che ha preso l’avversario e che lo ha costretto a 2 turni di battuta ceduti consecutivamente dove ha sbagliato tanto, concentrando lì tutti gli errori pesanti della sua partita. Era soltanto il primo indizio di quello che sarebbe avvenuto dopo.
Portare Federer al terzo è stato il primo neo della partita di Coric, che sul 3-3 si è riportato avanti con un nuovo errore di dritto dell’avversario in uscita dal servizio. Ancora a 2 game dal chiudere la partita, Coric è nuovamente crollato regalando il contro break con un doppio fallo e commettendo altri 4 gratuiti nell’ultimo game. Federer, in qualche modo, è vivo e domani giocherà per difendere il titolo vinto nel 2017 contro Stan Wawrinka.
[6] J. M. del Potro b. [32] M. Raonic 6-2 6-3
Poca storia nella seconda semifinale, dove Juan Martin del Potro si è agevolmente imposto per 6-2 6-3 contro Milos Raonic. La differenza di condizione ha fatto sì che pure un argentino uscito un po’ malconcio da due partite al terzo set contro il connazionale Leo Mayer e poi il tedesco Philippe Kohlschreiber ha avuto nettamente la meglio contro un canadese molto lontano dai giorni migliori e in grande difficoltà fin dall’inizio.
Due break nelle fasi iniziali del primo set hanno garantito il comodo 6-2 a del Potro, che poi nel secondo set ha preso il largo sul 2-2 e sul 5-3 ha strappato per la quarta volta la battuta al rivale, chiudendo la partita e regalandosi la seconda finale consecutiva dopo Acapulco.
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