[5] J. Goerges b. [Q] R. Vinci 7-5 6-0
Finisce il cammino di Roberta Vinci a San Pietroburgo, con il torneo russo che le ha dedicato una cerimonia d’addio visto il ritiro annunciato per metà maggio. Iniziativa lodevole, quella degli organizzatori di uno degli eventi Premier più rispettati dalle giocatrici, nei confronti di chi vinse la prima edizione del torneo, nel 2016. Nella cerimonia è stato consegnato a Roberta un trofeo celebrativo proprio del primo trionfo a San Pietroburgo mentre una copia del trofeo dell’edizione 2016 le è stata già spedita a casa per riparare al danno che la tarantina ricevette dai ladri quando le rubarono tutti i trofei durante la scorsa estate a Palermo.
La sfida contro Julia Goerges, avversaria contro cui non aveva mai perso in carriera (3 vittorie su 3) aveva invece il sapore della mission impossible. In questo momento, nel panorama WTA, l’azzurra e la tedesca sono agli antipodi: la prima sta affrontando gli ultimi eventi con un fisico che non regge più livelli molto alti di gioco, livelli da top-20, livelli a cui fino a qualche anno fa la vedevamo competere senza grandi difficoltà; la seconda invece sta esprimendo il miglior tennis della carriera e proprio a San Pietroburgo avrà per la prima volta la chance di diventare top-10.
7-5 6-0 il punteggio finale che rende comunque grande merito alla coraggiosa prova dell’azzurra, rimasta ben presente nel match per tutto il primo set. In questo momento non era semplice pensare a quel genere di battaglia, eppure per 10 game le due sono state punto a punto, con Roberta che riprendeva un break di ritardo nel sesto gioco e dava tanta pressione alla tedesca nelle fasi decisive, prima sul 4-3 e poi sul 5-4. Goerges però ha una risposta a tutto, in questo momento, e tra un tennis d’attacco e letale e tanti ace riusciva a tener duro e a portarsi sul 5-5. Qui il momento decisivo, con Julia in pressione e Roberta per la prima volta dopo tanto tempo in vera difficoltà. Alla quarta palla break è arrivato il punto decisivo del parziale e della partita.
Da lì sarà monologo della numero 5 del seeding, che vincerà gli ultimi 7 game. Adesso, contro Elena Rybakina, la chance della vita: essere per la prima volta in top-10. Battere la russa potrebbe non bastare, ma solo se Kristina Mladenovic riuscirà a vincere nuovamente il titolo. In quel caso, Goerges dovrebbe arrivare in finale. Con questo risultato, la francese sarebbe certa di lasciare le prime 10 del mondo anche con un eventuale nuovo successo.
[1] C. Wozniacki b. [WC] A. Potapova 6-0 6-1
Esordio molto agevole per la nuova numero 1 del mondo, a 5 giorni dalla finale di Melbourne. Solo un game concesso da Caroline Wozniacki alla promessa russa Anastasia Potapova, classe 2001, che ha pure trovato la via per rendere divertenti alcuni scambi e non far sembrare il match come un vero dominio della danese. Il problema era semplice: la voglia di esagerare l’ha portata a sbagliare tantissimo, il livello dell’avversaria era da subito molto alto e dopo un paio di game è andata in apnea.
Invece di pensare, colpiva quasi alla cieca. Neppure l’intervento del coach sul 5-0 Wozniacki l’ha calmata e l’unico game vinto della sua partita è stato un controbreak (inutile) a inizio del secondo parziale. Colpiva bene, avrebbe dovuto forse cercare maggiormente gli angoli e non fissarsi su un colpo potente ma senza la volontà di chiudere lo scambio. Wozniacki si appoggiava, faceva quello che voleva, esaltandosi anche in alcune situazioni dove chiudeva il punto con il rovescio.
Un battesimo molto complicato per la sedicenne beniamina del pubblico, che ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire essere una giocatrice al top del ranking oggi. Caroline ai quarti avrà Daria Kasatkina, che qui nel 2017 fece semifinale. La sfida sembra abbastanza chiusa: la russa sa giocare bene, molto bene, ma molto simile alla danese e in questi casi se due giocano simili, ma una gioca meglio dell’altra, l’esito sembra abbastanza chiaro. È anche vero, però, che la WTA non è una scienza esatta.
Altri incontri:
Si interrompe la striscia di sconfitte consecutive di Kristina Mladenovic. La francese, che non vinceva una partita dal primo agosto 2017, 6 mesi dopo è tornata a imporsi in un match di singolare battendo 6-4 6-4 Dominika Cibulkova. 15 sconfitte, 14 al primo turno, prima di poter di nuovo festeggiare. Il tutto, guarda caso, dopo la grande corsa in doppio all’Australian Open con tanto di titolo in finale.
Match rimasto sempre in equilibrio: anche nel primo set quando la slovacca partiva avanti 2-0, anche nel secondo quando la francese allungava sul 4-1 e servizio e dava l’impressione di poter chiudere molto più facilmente. Nel primo caso Mladenovic ha subito ritrovato la parità, strappando la battuta sul 4-4 e salvandosi sul 5-4 con alcuni ottimi dritti. Nel secondo caso Cibulkova ha subito ricucito le distanze dal 4-1 al 4-3 e palla del 4-4, ma la francese ha tenuto duro e ha poi concluso vittoriosa.
In chiusura di programma Petra Kvitova supera Irina-Camelia Begu in tre set, in quello che è comunque stato un match piuttosto rapido. Primo set conquistato per 6 giochi a 3 dalla ceca grazie all’unico e decisivo break messo a segno al quarto gioco, alla prima (e unica) palla break concessa nell’intero parziale dalla giocatrice al servizio. Immediata la reazione della romena, che domina il secondo set, lasciando un solo gioco alla Kvitova. In avvio di terzo set la bi-campionessa di Wimbledon piazza il break al termine di un secondo gioco molto combattuto, e qui finisce sostanzialmente il match. Petra si porta rapidamente sul 5-0, prima di chiudere per 6-1 al primo match point. Ai quarti sfiderà Alona Ostapenko.
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