Alla fine è arrivata anche lei. La più attesa, la più inquadrata dall’occhio delle telecamere, la più acclamata, la più ricercata. Serena Williams ha fatto il proprio rientro in una competizione ufficiale a un anno e due settimane dopo l’ultimo match, giocato nella finale dello US Open del 2017 contro la sorella Venus, oggi sua compagna di doppio.
Il match aveva ben poco da dire perché gli Stati Uniti avevano già archiviato la pratica Olanda qualificandosi per le semifinali di Fed Cup dove ad aprile faranno visita alla Francia di Kristina Mladenovic, ma un doppio con le sorelle Williams è ancora motivo di enorme interesse, specialmente per un piccolo paesino come Asheville, 75.000 abitanti nel North Carolina, specialmente se una delle due ha appena tagliato il traguardo delle 1000 partite in carriera e l’altra è al rientro dopo essere diventata mamma.
Venus, nel primo match di giornata, aveva battuto Richel Hogenkamp 7-5 6-1 dando il terzo punto alla squadra statunitense. A quel punto il capitano Kathy Rinaldi ha deciso di riunire le sorelle più importanti del tennis americano. Non è stato un gran match, tutt’altro. Leslie Kerkhove e Demi Schuurs si sono tolte l’enorme soddisfazione di aver battuto le Williams 6-3 6-2. Le impressioni sono più o meno le stesse di Abu Dhabi: c’è ancora tanto, tantissimo lavoro da fare per Serena. Questo però è un inizio, prima del Tie Break Tens di inizio marzo e del rientro previsto per i Premier Mandatory di Indian Wells e Miami.
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