[WC] M. Sharapova b. [Q] M. Niculescu 6-4 4-6 6-3
Nel 2015, tra i tornei di Indian Wells e Miami, Monica Niculescu ha affrontato per due volte consecutive Serena Williams. Perse in entrambi i casi, ma furono due partite che fecero dire a Serena: “Spero di non doverci più giocare contro”. Nel 2016, in Lussemburgo, la rumena ha portato ai matti Petra Kvitova nella finale giocata, ovviamente in indoor e sul cemento, l’abbinamento dove forse maggiormente la ceca riesce a tirare fuori il suo massimo potenziale. Finì 6-4 6-0 per Monica, con Petra che ad un certo punto era impazzita e non sapeva più che fare per vincere un punto se la sua avversaria cominciava a giocare i dritti in slice.
Ieri, al momento del sorteggio, erano diverse le avversarie che potevano tranquillamente essere evitabili per Maria Sharapova, giunta a Doha senza giocare un match dalla terza settimana di gennaio, senza ritmo con un livello di gioco tutto da scoprire. C’erano le giovani terribili classe 1999, CiCi Bellis e Marketa Vondrousova, c’era Bernarda Pera che in Australia fece molto bene, e c’era soprattutto Niculescu contro cui, nonostante entrambe vadano per i 31 anni, non aveva mai giocato prima d’ora in carriera. Tra tutte, era molto probabilmente la giocatrice da evitare: già rodata dalle qualificazioni, avversaria sulla carta peggiore per iniziare un torneo, soprattutto se si hanno le ambizioni di Sharapova, se si vuole pensare in grande ma non si hanno ancora basi solide su cui costruire il percorso.
11 doppi falli, 52 errori gratuiti. Una prestazione insufficiente perché portata a giocare senza certezze, insicura, piena di dubbi e domande. Niculescu, un paio di anni fa, raccontava a Stoccarda come mai le piaccia così tanto usare quel colpo così originale, indipendentemente dai gusti o meno delle persone: “Ho cominciato quando ero una ragazzina, il mio maestro allora mi diceva che se ci lavoravo sopra poteva diventare un colpo che faceva male a tantissime giocatrici. Sono stata numero 3 del mondo a livello junior giocando così, ho capito che effettivamente era un’arma a mio favore e ho continuato a usarla”. Colpo infido, sporco, che rallenta la palla e nella maggior parte dei casi crea una traiettoria tesa che scivola al momento del rimbalzo e schizza via, o si ferma e deve colpita, spinta dall’avversaria che ad un certo punto si trova senza più la sicurezza dei primi game.
Non esiste giocatrice che ha partite facili contro la rumena, quando questa è in buona forma come ora, nonostante il ranking dica tutt’altro mettendola al numero 90 del mondo. Scendendo in campo contro di lei, anche le migliori dopo un po’ perdono la pazienza. Lo scorso anno Niculescu fece andare ai matti anche l’attuale numero 1 del mondo, Caroline Wozniacki. Per la danese ci fu una vittoria, ma per 7-6 5-7 6-4 maturata dopo tre ore e ventisette minuti, con tutte le difficoltà che ne sono conseguite a recuperare dalla fatica (per la cronaca: non ce la fece, sconfitta contro Carla Suarez Navarro nel match successivo).
Oggi Sharapova ha avuto il momento migliore all’inizio, quando aveva trovato un doppio break ed era avanti 5-2. Non ha chiuso subito, ma al decimo game. Da lì in poi, la russa è progressivamente entrata in un vortice di errori e situazioni complicate. Non vinceva più punti facili, esasperata da quel colpo che nessuna altra giocatrice usa con quella frequenza e con quelle traiettorie molto difficili da attaccare. Serviva testa e cuore, come le diceva anche Sven Groeneveld, ma tutti i limiti della Sharapova attuale sono emersi. Aumentavano i gratuiti, i doppi falli, il movimento al servizio era più macchinoso. Sul 5-4 Niculescu, il break che portava la partita al terzo.
Nel set decisivo alla russa non è bastato neppure l’iniziale “regalo” dell’avversaria, che cedeva il servizio a zero. Non allungava, cedeva subito il turno di battuta, si incartava i quegli scambi dove sempre più raramente ne usciva vincitrice. Grandissimi meriti alla rumena per essere riuscita, ancora una volta, a dirigere l’incontro sui suoi binari, levando potenza all’avversaria e telecomandando a piacere la palla. Anche Sara Errani, tempo fa, rivelava di aver perso la pazienza contro la rumena: era a Bucharest e in uno dei primi punti, dopo una serie di slice, Niculescu chiamata a rete l’ha passata con un dritto in top-spin. “Non ci potevo credere” dirà l’azzurra, “non ha mai giocato un dritto così in vita sua, eravamo a inizio match e mi sono sentita subito persa”.
Sharapova non riusciva più a proporsi in risposta e Niculescu teneva agilmente i propri servizi fino al 4-3, quando in risposta ha approfittato degli errori avversari per trovare il break decisivo. Sul 5-3 ha chiuso la partita per una delle vittorie più belle della carriera e per un nuovo scalpo da aggiungere alla collezione di chi non ha saputo trovare contromisure a quel dritto così particolare e così efficace.
Risultati
[Q] M. Niculescu b. [WC] M. Sharapova 4-6 6-4 6-3
M. Buzarnescu b. L. Tsurenko 6-4 6-3
D. Cibulkova b. A. Pavlyuchenkova 7-6(8) 6-4
[Q] A. Blinkova b. E. Vesnina 6-1 6-3
[Q] Y. Y. Duan b. [WC] O. Labeur 6-3 6-1
[Q] C. Bellis b. D. Kasatkina 7-5 4-1 rit.
E. Makarova b. S. Zhang 7-5 6-0
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