R. Harrison/S. Johnson b. N. Milojevic/M. Zekic 6-7(3) 6-2 7-5 6-4
La Serbia, che si ritrova dopo il turno di ieri già costretta a giocare una partita da dentro o fuori, si affida alla coppia Milojevic/Zekic per mantenere vive le speranze di passaggio del turno, mentre sono Harrison e Johnson i due americani che potrebbero già dare agli Stati Uniti l’accesso ai quarti di finale che si disputeranno ad inizio Aprile.
Impietoso il confronto, sulla carta: i due serbi sono numero 183 e 302 del mondo (nel doppio il loro ranking è addirittura peggiore), mentre Harrison e Johnson sono rispettivamente numero 43 e 50. Il primo tra l’altro è anche numero 19 nella classifica di specialità, dove ha collezionato anche quattro titoli, due solo nel 2017. Non saranno i gemelli Bryan, che hanno annunciato il ritiro dalla Davis a inizio anno scorso, ma i numeri pendono decisamente dalla loro parte.
Spalti non particolarmente gremiti allo Sportski Centar Cair di Nis, cittadina di circa 250 mila abitanti, dove anche il pubblico non sembra credere molto alla “remuntada”.
I primi a servire sono gli americani in maglia bianca, che con Ryan Harrison portano il game a casa senza troppi patemi, così come fa Milojevic nel turno di servizio successivo. I game seguenti mantengono lo stesso canovaccio, fino al settimo gioco, dove la Serbia si procura la prima palla break dell’incontro, trasformata con una gran risposta di dritto dal giovane Milojevic. Ma l’età acerba tradisce il serbo, che al momento di servire per il set sul 5-4 commette due errori – un doppio fallo e una volée a rete – che rimettono gli USA in carreggiata. Si arriva dunque al tie-break, dove l’imprecisione di Johnson e la maggiore caparbietà serba regalano – meritatamente – il primo set ai ragazzi in maglia rossa.
Ma la vittoria resta un miraggio ancora lontano: nel secondo parziale i due statunitensi si presentano infatti in campo con maggiore aggressività, e grazie anche ad alcuni gratuiti commessi dai serbi si portano rapidamente sul 5-2 con due break a favore. Nell’ottavo game Harrison deve allora solo servire come ha fatto sinora per riequilibrare il match.
I ragazzi di Zimonjić si rendono conto che non è il momento di mollare, c’è da lottare su ogni punto perché nel frattempo gli americani sono cresciuti nei vari fondamentali e nei movimenti di squadra. Non è un caso dunque che mentre i game in cui servono gli USA vanno via rapidamente, quelli serbi arrivano costantemente ai vantaggi. Le palle break crescono servizio dopo servizio, ma vengono puntualmente rispedite al mittente, finché sul servizio di Milojevic arriva la sesta opportunità, trasformata questa volta dai due americani. Tocca di nuovo a Harrison, il migliore in campo e in fondo unico specialista tra i quattro, servire per il set. È così 2-1 USA.
L’ultimo set è la passerella finale, Zekic e Milojevic hanno infatti accusato il colpo e mostrano chiari segni di cedimento, anche fisico. Harrison e Johnson senza strafare chiudono 6-4 (dopo aver però dovuto salvare una palla del contro-break sul 4-3 a favore), e in 3 ore di gioco portano il proprio paese ai quarti di finale. Quarti di finale dove il team americano capitanato da Jim Courier affronterà la vincente tra Belgio, finalista 2017, e Ungheria. Niente da fare purtroppo per la Serbia, che si congeda comunque da questa edizione della Davis senza troppi rimpianti, data la differenza di valori portati sul campo.
Serbia-U.S.A. 0-3
S. Querrey b. L. Djere 6-7(4) 6-2 7-5 6-4
J. Isner b. D. Lajovic 6-4 6-7(7) 6-3 3-6 7-6(4)
R. Harrison/S. Johnson b. N. Milojevic/M. Zekic 6-7(3) 6-2 7-5 6-4
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