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ATP Quito: Carballes Baena la spunta nel derby spagnolo

[Q] R. Carballes Baena b. [2] A. Ramos-Vinolas 6-3 4-6-6-4
La finale va al n.107 del ranking, che sconfigge il suo connazionale dopo un match molto equilibrato e conquista il suo primo titolo ATP, tra l’altro da qualificato (unendosi a Medvedev e Basic che hanno seguito lo stesso percorso nel 2018 rispettivamente a Sydney e a Sofia).
Il trionfo va allo spagnolo, sì, ma forse quello che non ci si aspettava. Potremmo pensarlo osservando la classifica  (che vede l’uno intorno alla top 20 e l’altro fuori dalla top 100), oppure  guardando i precedenti (2-0 per Ramos-Vinolas con le vittorie prima a Bastad nel 2016 e poi proprio qui a Quito nei quarti di finale l’anno scorso), ma così facendo oscureremmo una settimana ricca di ottimi risultati per Carballes Baena. Per conquistarsi questo posto in finale lo spagnolo infatti, dopo essersi qualificato, ha superato anche e soprattutto tre teste di serie: agli ottavi  Paolo Lorenzi ( n.4 del seeding che proprio qui a Quito era arrivato in finale l’anno scorso),  ai quarti la testa di serie n.8 Nicolas Jarry, prima di Ramos-Vinolas in finale, attualmente n.21 del ranking e 2 del seeding.
Sin dal primo set per Ramos-Vinolas c’è qualcosa che non va: dopo aver perso solamente un game al servizio in tutto il torneo, si lascia andare a due break consecutivi sul 2-1 e sul 4-1, chiudendo così il primo set sotto 6-3. All’inizio del secondo set la storia non cambia, e con un grande sforzo annulla ben quattro palle break nei primi due turni di servizio, mentre Carbellas Baena passeggia e gli concede un solo punto in quattro game alla battuta. Successivamente Vinolas vince il parziale con il punteggio di 6-4 e rimanda i problemi al servizio al terzo set, dove paga a caro prezzo le cinque palle break concesse tra il quinto e il settimo game, che significano per Carbellas un break preziosissimo e la possibilità di servire per il match, concretizzata al terzo match point, dopo ben due ore e mezza di partita in cui ha dimostrato grande solidità al servizio ( se escludiamo l’ultimo game del secondo set, in cui ha regalato il set all’avversario), e soprattutto la capacità di entrare nel campo e allontanare invece Ramos-Vinolas anche di diversi metri dalla riga di fondo.

Andrea Iaccarino

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