Tanto tuonò che alla fine piovve. La crisi di Eugenie Bouchard è un argomento noto, affrontato in ogni sfaccettatura: dal 2015 a oggi solo in 7 circostanze ha raggiunto i quarti di finale, cominciando un crollo drastico nel ranking che, adesso sì, la porterà fuori dalla top-100. Per la finalista di Wimbledon 2014 non c’è stata gloria neppure a Hobart, torneo dove nel 2016 riuscì a raggiungere la finale. Visti i 185 punti in uscita, avrebbe dovuto agguantare almeno la semifinale, invece con il 6-4 6-3 subito contro Aryna Sabalenka il suo ranking dalla prossima settimana avrà tre cifre davanti: almeno 111 del mondo, questo sempre che chi è dietro di lei non riesca a conquistare i punti necessari per superarla.
Non aveva un ranking così basso dal 2013, dai primi mesi di quella stagione che poi la lanciarono verso la prima parte eccezionale del 2014. Adesso la crisi di risultati è sempre più acuta: non vince una partita dal primo turno di New Haven, fine agosto; non vince due partite di fila da Madrid; in tutto ci sono appena 3 vittorie nelle ultime 18 uscite. Anche oggi è sembrata essere entrata in campo già rassegnata: 12 doppi falli in 9 turni di battuta, una media che ad un certo punto aveva toccato 1.7 doppi falli a game (Sabalenka partiva quasi con 2 punti gratis). Non c’era neanche il tentativo di rischiare meno, ma andava comunque a tutto braccio come volesse cercare l’ace anche sulla seconda. Ogni tanto riusciva, come sul 4-3 Sabalenka nel primo set, 30-30, molto spesso invece no.
La bielorussa ha dominato almeno in potenza. Per lunghi tratti sembrava in grado di strappare la racchetta dalle braccia della canadese tanto grande era la differenza nella forza impressa alla palla. Tutta questa frenesia la portava ogni tanto fuori giri, come quando ha perso per 3 volte consecutive la battuta tra fine primo set e inizio del secondo, ma Bouchard non era mai in grado di approfittarne, finendo col cedere in tutto 6 game di battuta e condannandosi adesso a scenari poco piacevoli: fino ad ora ha sempre evitato di giocare le qualificazioni, “ringraziando” gli organizzatori dei tornei importanti che decidevano di privilegiarla con una wild-card, ma adesso che sarà fuori dalla top-100 e avrà bisogno di fare almeno 240 punti a Melbourne per rientrarci, è quasi certo che dovrà fare le qualificazioni a Indian Wells e Miami (salvo altri generosi regali) e se non arriveranno punti importanti entro la prima settimana d’aprile si aprirebbe lo specchio delle qualificazioni anche al Roland Garros. Considerando che durante febbraio non giocherà per dedicarsi alla presentazione delle foto per Sport Illustrated e poi al processo contro la USTA, il tempo a disposizione non sarà tanto.
Risultati:
A. Sabalenka b. [WC] E. Bouchard 6-4 6-3
[5] L. Tsurenko b. T. Babos 7-6(2) 6-2
A. Friedsam b. [Q] A. Van Uytvanck 4-6 7-6(4) 6-4
[Q] K. Flipkens b. Kr. Pliskova 5-7 7-5 6-3
D. Vekic b. [7] T. Maria 6-4 6-2
M. Vondrousova b. N. Vikhlyantseva 6-4 6-3
[WC] J. Fourlis b. [Q] N. Stojanovic 7-5 7-6(9)
[Q] H. Watson b. [3] S. Cirstea 7-5 6-3
[2] E. Mertens b. [Q] K. Nara 6-0 6-4
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