Andy Murray ieri ha comunicato il forfait a Brisbane e ha messo in dubbio anche la propria partecipazione all’Australian Open, dichiarando che deciderà soltanto durante il fine settimana. Le voci che circolano non sono affatto positive e abbiamo approfittato della presenza di diversi giornalisti britannici a Brisbane per provare a scoprire qualcosa di più. Simon Briggs, giornalista del The Telegraph, si è gentilmente prestato per una chiacchierata e la prima cosa che ha fatto quando è venuto fuori l’argomento è stata mimare il gesto di asciugarsi le lacrime: “Siamo tutti preoccupati, stiamo trattando oggi per la prima volta l’ipotesi del suo ritiro e no, non è bello”.
La situazione è piuttosto pesante e se ieri per la prima volta lo scozzese ha parlato di un possibile intervento chirurgico in un lungo, quanto triste, messaggio su Instagram, oggi sembra abbastanza chiaro che a Melbourne sarà quasi impossibile vederlo al via. Dovesse mai presentarsi, molto difficilmente sarebbe in condizione per competere al meglio. Briggs a tal proposito dice: “Non è successo nulla di buono dopo 6 mesi: ha fatto tanta riabilitazione, ha provato in tutti i modi a recuperare, ma la situazione è rimasta pressoché invariata. 10 giorni non sono abbastanza per recuperare per l’Australian Open. Avrebbe bisogno di un miracolo”.
Situazione molto simile, da questo punto di vista, con quanto sta succedendo a Novak Djokovic, anche lui fuori da Wimbledon, anche lui chiamato al rientro questa settimana, anche lui costretto a cancellarsi.
Per Murray, comunque, l’operazione sembra quasi scontata. Secondo Briggs “l’intervento chirurgico sembra essere l’unica soluzione, non è servito neppure l’aiuto dei migliori specialisti del settore”. Uno di questi specialisti, secondo quanto scrive Mike Dickson, gli avrebbe proprio detto che la sua carriera al top sarebbe in ogni caso finita, mentre un altro avrebbe detto che con un intervento chirurgico il problema dovrebbe sparire. A quel punto, le ipotesi principali sono due e nessuna di loro ha un finale positivo: o il rientro con una carriera rovinata, o il ritiro. “Il rischio che non torni il giocatore di prima è alto” dice Briggs, “l’articolazione è molto rovinata, per questo non possiamo escludere neppure l’idea del ritiro. Penso che serva un miracolo perché possa tornare a competere per i tornei più importanti. Il rientro dall’intervento all’anca è possibile, ma a quel punto la sua carriera potrebbe seguire il percorso che ha avuto Lleyton Hewitt o lasciarlo con appena un paio di anni prima di arrivare alla fine”.
“Murray vuole tornare a giocare, lo ha fatto capire con la foto di ieri su Instagram”, ha concluso Briggs. Ora però bisogna capire quale potrebbe essere la soluzione migliore per il suo futuro. Nel frattempo, dal torneo è giunta una nuova voce: il momento del forfait di ieri è stato vissuto con una forte componente emotiva da parte dello scozzese.
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