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“La carriera di Elise Mertens si è decisa in un minuto”

Hobart, anno domini 2017. Il famoso episodio del match tra Sachia Vickery ed Elise Mertens ha fatto storia, tanto che la WTA ha deciso di rendere legge una situazione di quel tipo: se una giocatrice è iscritta alle qualificazioni di uno Slam, non può partecipare ad alcun torneo WTA (qualificazioni comprese) nella stessa settimana. La belga, assieme alla statunitense, fu protagonista di un momento controverso, lì per lì criticato, ma che a conti fatti le ha cambiato la carriera. Era quasi una gara a chi si ritirava per prima, per prendere l’aereo e volare a Melbourne per firmare per il tabellone di qualificazioni.

Entrambe fuori dalle prime 100 del mondo, entrambe (ancora) senza grandi ambizioni di classifica: i soldi di uno Slam, il valore di uno Slam, in quel momento era un pensiero fisso. Yves Simon, giornalista belga presente in sala stampa all’Australian Open, ci diceva durante il match odierno della sua connazionale: “Non so dirti dove sarebbe ora se quel giorno avesse deciso di ritirarsi un minuto prima, anticipando le mosse della sua avversaria. La guardiamo, ora, e vediamo una giocatrice che ha vissuto un incredibile contraccolpo. Ci disse che quel giorno aveva tanti pensieri per la testa, che voleva giocare ma l’opportunità di giocare il primo Australian Open della carriera era qualcosa che inevitabilmente la condizionava. Alla fine riuscì a dimenticare quell’assurda vicenda e a concentrarsi sul torneo, al termine della settimana avrebbe finito vincendo e con un posto in top-100”.

Mertens era fuori dalle prime 150, non sarebbe stata neppure testa di serie nel tabellone cadetto di Melbourne Park; Vickery invece sì, ma fu eliminata (come quest anno, da testa di serie numero 1) al primo turno. Elise, non avendo avuto la stessa rapidità dell’avversaria, rimase a Hobart e completò una grande settimana e da quell’errore nacque tutto quello che ne è seguito: finale a Istanbul, semifinale a Basad, New Haven e Lussemburgo. Tutto in un minuto: fosse stata lei a ritirarsi “in tempo” probabilmente non avrebbe comunque centrato l’ingresso all’Open di Melbourne, non sarebbe ancora entrata nelle 100, non avrebbe mai disputato 4 Slam consecutivi senza dover passare dalle qualificazioni, non avrebbe mai ottenuto (oggi) i primi quarti di finale di una tennista belga da Kristen Flipkens a Wimbledon 2013.

Le sliding doors più incredibili hanno avuto l’apice quest oggi, contro Petra Martic. 7-6(5) 7-5 il punteggio finale di un match bello, divertente, ma altrettanto rocambolesco. 4-0 Mertens nel primo set, 4-4, poi tutto regolare fino al tie-break dove a prevalere è stata quest ultima con un mini break nelle fasi iniziali. Poi nel secondo ha ottenuto un break di vantaggio sul 2-2, ma dal 4-3 in suo favore è entrata in scena un po’ di tensione: cinque break consecutivi, un decimo game infinito tra chance per entrambe, un match point annullato dalla croata, due challenge buttati dalla belga, un bambino che ha cominciato a piangere sul punto della sesta parità. Martic controbrekkava con un’ottima voleè, ma un suo dritto qualche minuto dopo era di nuovo lungo e per una seconda volta Mertens poteva servire per il match una seconda volta. In questa occasione, 3 punti gratuiti (grazie anche al servizio) l’hanno subito instradata verso il successo.

Grande l’emozione dopo il match point: “È il mio primo Australian Open, alla fine ho sentito tantissimo il momento ma sono estremamente felice”. Lo stesso giornalista belga, visibilmente soddisfatto, uscendo dalla Margaret Court Arena ripeteva: “Cosa sarebbe successo se un anno fa avesse deciso di ritirarsi un minuto prima della sua avversaria…”. Tra le altre cose, non sarebbe entrata in top-25 appena 12 mesi più tardi, con 2 titoli WTA in tasca e diversi risultati importanti.

Diego Barbiani

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