Cosa nel suo inizio ti ha buttato così giù?
Un po’ di emozione forse, la gamba anche un pochino. Non sapevo come sarebbe andata, quanto avrei corso ma sapevo che, contro di lei, dovevo muovermi velocemente. Lei colpisce molto forte quindi dovevo stare sul lungolinea e colpire forte anche io. Ma dopo un po’ ho iniziato a sentire il ritmo e ad essere più aggressiva.
Karolina prima ci ha detto quanto sia difficile per lei giocare contro di te perché sembra che tu riesca a leggere il suo gioco. Ti senti così quando giochi contro di lei, come se fosse un allenamento?
Beh posso dire che riesco a capire i suoi movimenti un po’ meglio. Ad ogni modo ogni partita è difficile: non si può mai sapere con lei perché a volte fa dei colpi no sense fortissimi ed anche dei servizi. Però è vero, oggi sono riuscita a leggere molti suoi servizi e ho risposto molto bene e credo sia proprio per questo che ho iniziato a dominare il gioco. Inoltre lei si era un po’ innervosita perché non riusciva a tenere il servizio.
Cosa hai pensato sul 3-0, breakpoint?
Niente, niente, niente. Non pensavo proprio a nulla. Speravo solo di iniziare a sentire il ritmo e dopo che sono riuscita a concludere un gioco mi sono detta che dovevo tornare in partita.
Dovrai correre un sacco nel prossimo match. (contro Angelique Kerber)
Lo credi? (ridendo)
Come pensi ti preparerai in allenamento?
Sicuramente sarà una seconda maratona ma ci sono abituata. La conosco abbastanza bene e so che è un avversario difficile e che si trova bene su queste superfici. Ma anche io ho iniziato ad amare questo torneo: dopo due anni di fila in cui ho perso al primo turno ora sto facendo decisamente un miglior risultato. Voglio solamente andare in campo e dare il meglio come ho fatto per le altre partite. Non penserò al punteggio: è davvero dura pensare a quello per tutte le cose che ho; perciò giocherò al meglio vincere senza pensare a queste cose.
Tutti noi ci ricordiamo la partita contro Davis. La prendi come punto di svolta?
Certo. Appena finita mi sono detta che era un’ enorme vittoria per me perché ero riuscita a resistere in quei momenti difficili. E ho anche potuto constatare che la mia caviglia riesce a sopportare le corsa e partite così lunghe e ciò mi ha dato fiducia ed anche un po’ di coraggio per guardare oltre senza pensare al punteggio. Penso quella partita sia stata davvero importante per me anche perché è all’inizio dell’anno e ho ancora molti mesi davanti. Sono pronta e mi sento forte mentalmente.
Devi aver passato molto tempo a star dietro alla tua caviglia. Come pensi abbia influito sulla tua mentalità in campo? Pensi meno alla partita, ti senti più calma?
Forse ho iniziato a pensare meno al risultato e alla partita in generale. Ero solo preoccupata di come sarebbe stata la caviglia il giorno dopo. Ma è abbastanza forte e dopo questo torneo me ne prenderò ben cura.
Tu sei stata in Australia un po’ più tempo che negli altri anni. Senti che il tuo istinto Australiano stia migliorando? Riesci a comprendere più espressioni del tuo coach?
Mi sento veramente bene qui. Ho anche ottimi ricordi. Prima delle due uscite al primo turno ho fatto due volte i quarti. Mi piacciono le condizioni, mi piacciono le persone: sono molto rilassate, mi stimola il loro essere cool. Se qualcosa non va, ci berremo una birra in serata, come dice il mio allenatore, poi domani sarà un altro giorno. Inizio a capirlo sempre più.
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