Interviste

Fognini: “È bello essere nella seconda settimana nello Slam dove faccio più fatica”

Fabio, è stata una partita abbastanza rocambolesca, come l’hai vissuta?
Sono partito così così, lui invece molto bene. Cercava di togliermi il tempo, però tra secondo e terzo sono stato impeccabile. Nel quarto sono arretrato e sceso col servizio. Nel quinto ho ripreso in mano il gioco, lo vedevo stanco col dritto. Ho giocato bene, ho alzato il livello e ho meritato.

Pensi che il campo abbia favorito il suo livello al servizio nel quarto?
Questi campi sono forse tra i più veloci su cui giochiamo. Lui si è tenuto a galla col servizio, molto bene nel quarto, poi nel quinto sono andato 0-40 e lui mi ha fatto un servizio vincente, ma sono riuscito a staccarlo subito. Sto giocando bene a prescindere dai risultati. sto molto bene fisicamente e il gioco è una conseguenza.

Giocare il doppio ieri in una giornata molto calda ha complicato le cose?
Sono un pochino stanco anche perché già la scorsa settimana ho fatto partite intense fino alla semifinale contro Medvedev. Ieri poi il doppio mi ha massacrato, nel terzo sono calato tanto e va bene… Mi piace giocare il doppio e lo faccio volentieri”.

Hai saputo del bel traguardo del tennis italiano maschile? Ti cambia qualcosa?
A voi magari sì (ride, nda). Finalmente dai ce l’abbiamo fatta, stiamo facendo qualcosa di importante. Io mi sento bene, poi ovviamente vincere qua vale doppio perché gioco sempre male. Fare la seconda settimana dove faccio sempre fatica mi da molta fiducia.

Il livello di confidenza su questi campi?
Negli ultimi anni forse sto giocando meglio sul cemento che sulla terra, magari da giovane era il contrario. Ho fatto bene sulla terra perché sono nato lì, ma mi è sempre piaciuto giocare qui perché mi piace leggere il gioco e capire meglio le intenzioni dell’avversario. Ora che ho 30 anni sono più sveglio e forse più attento”.

Tomas Berdych o Juan Martin del Potro. Chi tra i due?
indifferente, anche perché la palla più piano che arriva sarà a 200 all’ora. Ci sarà tanto da correre, vedremo.

Diego Barbiani

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