La numero 1 del mondo Simona Halep, la numero 2 Caroline Wozniacki, la campionessa del 2016 Angelique Kerber, la sorpresa (relativa) chiamata Elise Mertens. Una di loro sarà la campionessa degli Australian Open 2018. Delle 128 giocatrici di partenza, ne rimangono appena 4 e nonostante tutto quello che si sente sempre circa l’imprevedibilità dei tabelloni e che “tutte possono battere tutte”, anche stavolta troviamo un filo logico importante per capire come mai sono loro le quattro sopravvissute alle prime 5 partite.
Halep è imbattuta nelle prime 10 uscite in stagione (che diventano 15 se consideriamo anche le 5 vinte in doppio a Shenzhen). Come lei anche Mertens, che ha 15 vittorie e 2 titoli più però 2 altre affermazioni in Hopman Cup e Kerber, “ferma” a 14. Ognuna di loro ha già un titolo in bacheca, collezionato tra Shenzhen, Sydney e Hobart. Wozniacki invece ha 9 vittorie e 1 sconfitta, maturata comunque nella finale di Auckland contro una straordinaria Julia Goerges. La tedesca ha ceduto il passo ad Alizé Cornet, che a sua volta, nella giornata dei 44 gradi, è stata fermata da Mertens che ha continuato il cammino battendo anche Petra Martic ed Elina Svitolina.
Adesso le semifinali: da un lato Halep e Kerber, dall’altro Mertens e Wozniacki. Da un lato la numero 1 del mondo contro la campionessa del 2016, dall’altro la sorpresa contro chi sul trono vorrebbe tornare già da ora. Vediamo una piccola analisi delle due partite
[1] S. Halep vs [21] A. Kerber (confronti diretti: 4-4, 4-3 Kerber nel circuito maggiore)
2016. WTA Finals: A. Kerber b. S. Halep 6-4 6-2
2016. WTA Premier 5 Cincinnati: A. Kerber b. S. Halep 6-3 6-4
2016. WTA Premier 5 Montreal: S. Halep b. A. Kerber 6-0 3-6 6-2
2016. Wimbledon: A. Kerber b. S. Halep 7-5 7-6(2)
2016. Fed Cup: A. Kerber b. S. Halep 6-2 6-2
2015. WTA Premier 5 Toronto: S. Halep b. A. Kerber 6-3 5-7 6-4
2014. WTA Premier 5 Doha: S. Halep b. A. Kerber 6-2 6-3
2009. ITF 25.000 Saint Raphael: S. Halep b. A. Kerber 5-7 6-2 7-5
La faccia di Halep oggi era molto divertita. Frase di una giornalista britannica: “Penso che al prossimo turno sarà una partita molto diversa…”. Lei, ridendo: “Davvero? Dici sul serio?”. Simona ha analizzato molto bene la partita: sarà una sfida tra due che adorano scambiare, che passano facilmente (nei loro migliori momenti di forma) da una fase difensiva a una più offensiva, hanno tante soluzioni e stanno provando cose nuove. La rumena vuole cambiare lei per prima la trama dello scambio, giocando diversi rovesci lungolinea in più dell’ultimo anno, colpo che sta cogliendo di sorpresa un po’ tutte. La tedesca invece, al di là dello spavento contro Hsieh, è stata fin qui perfetta, sempre consapevole di quello che deve fare.
Nell’anno d’oro di “Angie”, le due si sono affrontate 5 volte e il bilancio è di 4-1 in suo favore. Questo forse è l’unico vero dato per provare a immaginarsi un’idea su chi possa essere favorita o meno, ma d’altro canto il 2016 della rumena non fu eccezionale se non per qualche acuto come a Madrid e Montreal e un bel periodo tra maggio e settembre. Niente, perlomeno, paragonabile ai picchi di rendimento di Kerber che vinse 2 Slam e lottò alla pari contro Serena Williams a Wimbledon.
Domani sarà, probabilmente, molto più equilibrata. Halep convive da inizio torneo con un problema alla caviglia, ma 10 giorni dopo il fatto sembra che possa aver capito come gestirsi al meglio e oggi contro Karolina Pliskova c’è stata una bella dimostrazione di questo, con tanta attenzione e aggressività a togliere ogni speranza all’avversaria. Ancora meglio Kerber, che ha vinto per la settima volta su 8 contro Madison Keys, impressionando per la facilità con cui riusciva a gestire gli scambi, mostrandosi più aggressiva dell’avversaria e, fondamentalmente, azzeccando ogni scelta.
Non è da escludere un terzo set, forse Kerber parte con un piccolo vantaggio visti gli ultimi precedenti e che qui a Melbourne vive come su un’isola felice, ma la stessa Halep ha qualcosa (qualcosina, insomma) da dimostrare visto che da numero 1 del mondo, secondo i più, non può permettersi di non fare il colpo negli Slam.
E. Mertens vs [2] C. Wozniacki (confronti diretti: 1-0 Wozniacki)
2017. Bastad: C. Wozniacki b. E. Mertens 7-5 4-6 6-2
La classica partita che sembra chiusa in partenza, visto il momento felice della danese, ma che potrebbe nascondere qualche insidia. Sulla carta verrebbe da dare Wozniacki vincente, e probabilmente sarà così, ma vogliamo intestardirci e pensare a quali qualità hanno portato Mertens così in alto non in questo torneo, ma negli ultimi 12 mesi.
È piuttosto solida mentalmente. Difficilmente butta via le chance di fare bene: tra Pechino e l’Australian Open ha rimontato e vinto 2 match in cui era sotto 0-5; contro Elina Svitolina ha voluto a tutti i costi il 6-0 finale, segno che non avrebbe tolto il piede dall’acceleratore; ha vinto 2 titoli WTA a Hobart, di cui il secondo in una giornata interminabile con 4 sospensioni per pioggia; ha continuato imperterrita a progredire dopo l’occasione nata per caso a Hobart 2017 facendo una finale su terra (Istanbul), altre 3 semifinali tra cui quella di New Haven; ha vinto 3 partite su 3 in Fed Cup, tutte in trasferta contro la Romania (3-6 7-5 7-5 per il punto decisivo) e la Russia (match che ha riportato il Belgio World Group). Gioco molto pulito, aggressivo ma senza voler strafare. Piuttosto alta, dunque potrebbe anche raccogliere diversi punti gratuiti (che contro una come Wozniacki può sempre essere un favore).
Sta crescendo tanto e a Melbourne nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di lei, dunque è nella classica situazione di chi può giocare a mente libera: se arriva la vittoria sarà un risultato clamoroso, se arriverà una sconfitta sarà comunque un traguardo storico per lei e per il Belgio, che dopo 5 anni ha ritrovato una semifinalista in un Major. Chi avrà tutto da perdere è l’altra, la sua avversaria. Con ancora il numero 1 e il primo Slam a portata di mano, Wozniacki ha la possibilità di centrare la prima finale australiana, sfruttando anche l’ultimo passo di un tabellone che, in ogni caso, forse anche lei non poteva aspettarselo meglio di così: solo una top-20 affrontata in 6 partite (compreso domani) e l’unica è stata Magdalena Rybarikova, numero 20 del mondo. Lo spavento contro Jana Fett è ormai alle spalle, ma rimane la sensazione che se aggredita, su un campo tutto sommato veloce come la Rod Laver Arena, la sua difesa possa avere delle crepe. Lo si è pensato contro Fett, ovviamente, ma anche nelle sfide contro Kiki Bertens e Carla Suarez Navarro che pure offensiva non lo è (o meglio: non è la sua caratteristica naturale), ma quando aveva preso ritmo ha fatto davvero bene.
In ogni caso, il match dovrebbe passare più per il rendimento della danese che per la bontà del gioco avversario, visto che sarà portata probabilmente a colpire molte più volte del solito per chiudere i punti e questo dettaglio, considerata la condizione della prima semifinale Slam, di un futuro in top-20, di tutta la stanchezza accumulata (a livello mentale, soprattutto) potrebbero giocare un brutto scherzo a una ragazza che non aveva mai volato così in alto. A 22 anni, però, può anche essere il momento giusto.
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