[17] N. Kyrgios b. V. Troicki 7-5 6-4 7-6(2) (di Evaristo Desio)
Son o queste le partite complicate per Nick Kyrgios, uno dei favoriti di questa edizione dell’Australian Open. L’australiano ha sempre mostrato qualche imbarazzo quando si è trattato di confermare dei pronostici che lo vedevano largamente favorito, adducendo poi dei problemi di “motivazione”. Contro Troicki però Kyrgios ha giocato un match da campione consumato, non spendendo una goccia di sudore più del necessario, accelerando al momento giusto e gestendo per tutto il resto del match. Ha pure trovato modo di far vedere delle cose di altissima scuola, degne – non ci si scandalizzi, il livello è quello – del miglior Federer, credeteci.
Primo set abbastanza duro con Troicki che non molla di un millimetro e con Nick he pare un po’ nervoso, anche se il servizio lo cava dagli impicci. Ogni tanto l’australiano sembra voler affondare sul serizio del serbo, che è bravo e fortunato a tenere Nick a distanza di sicurezza, come nel settimo game, quando il nastro gli da una mano e quando Nick si produce in un’orribile palla corta. Sembra tutto pronto per il tiebreak ma nell’undicesimo game Troicki commette due doppi falli di fila e a Nick basterebbe anche meno per prendersi il break per chiudere il set nel game successivo.
Sulle ali del buon momento Nick brekka in apertura di secondo set e poi si limita ad un set di pieno controllo che chiude al decimo game.
Nel terzo in avvio le cose si complicano un po’. Nick sale immediatamente 0-40 ma Troicki diventa tignosissimo e forse complice un elicottero che a qualche game infastidiva l’australiano, recupera salvando anche una quarta palla break. Nel gioco successivo Troicki ha addirittura la palla per andare due a zero, ma un meraviglioso rovescio di Nick mette le cose a posto.Terzo game e altre due palle break per l’australiano, grazie adun altro splendido rovescio, che passa fuori dal palo e muore nel “sette” della parte del campo di Troicki. Il serbo salva col servizio la prima, ma sulla seconda palla break si incarta su un facile rovescio, agevolato persino dal nastro, e regala il break a Kyrgios. Non quello decisivo perché Nick riesce a farsi brekkare proprio quando serve per il match da un Troicki che trova cinque minuti di gloria e fortuna e che riesce a portare il set al tiebreak. Tiebreak molto bello nelle battute iniziali, con l’australiano bravo a capire che non riusciva più a sfondare a variare con drop shot e rovesci tagliatissimi.
Partita che potrebbe essere importante per l’australiano, che al prossimo turno troverà Tsonga. La sensazione è che se mantiene almeno (almeno) questa concentrazione sarà impossibile evitare di fare i conti con lui se si vuol vincere il tiolo. Del gioco inutile parlare, perché Nick, abbia voglia meno, vale sempre il prezzo del biglietto.
[1] R. Nadal vs L. Mayer 6-3 6-4 7-6(4) (da Melbourne, Angelo Lo Conte)
Due giorni dopo aver liquidato Victor Estrella Burgos con un inequivocabile 6-1 6-1 6-1, Rafa Nadal torna a calcare il plexicushion della Rod Laver Arena per sfidare Leonardo Mayer, numero 52 della classifica ATP, mai capace di superare il secondo turno in Australia. La partita di oggi rappresenta il quinto incontro tra i due: Rafa ha vinto tutti i precedenti, il più recente dei quali è datato Settembre 2017 in occasione del terzo turno degli US Open. A New York, Mayer riuscì ad aggiudicarsi il primo set prima di racimolare la miseria di sette games nei tre parziali successivi. Arrivato a Melburne in condizioni fisiche dubbie, Nadal sembra aver completamente recuperato dai problemi patiti al ginocchio patiti nella seconda parte della scorsa stagione. L’’obiettivo è quello di arrivare in fondo al torneo e diventare il primo tennista dell’era moderna a vincere almeno due volte ognuno dei quattro tornei dello slam.
Nonostante un caldo intenso destinato ad aumentare nei prossimi giorni secondo le previsioni, i due tennisti sono accolti da una Rod Laver Arena gremita in ogni ordine di posto. Rafa sceglie di servire, e, come spesso gli accade, parte lentamente salvandosi sul 15-30 prima di tenere il game con un ace centrale. Mayer tiene agevolmente il suo primo turno di battuta ma sembra soffrire quando Nadal alza il ritmo degli scambi, specialmente dal lato del dritto. Nel quarto gioco, due gratuiti e un doppio fallo consentono a Rafa di avere la prima palla break, prontamente convertita grazie ad un bel passante di dritto. Mayer ha la possibilità di rientrare nel, set ma la spreca con un errore gratuito, consentendo a Nadal di tenere un delicato turno di servizio sul 4-1 e di chiudere il parziale con il punteggio di 6-3.
Il secondo set è molto meno equilibrato del primo: Rafa parte a mille strappando immediatamente il servizio all’avversario e non dando alcun segnale di voler rallentare. Il parziale scorre veloce senza che Mayer possa mai impensierire i turni di servizio del campione spagnolo che vince l’89% di punti sulla prima e chiude in 6-4 con undici vincenti. Nel terzo set la partita si fa più equilibrata con scambi medi che si allungano e Mayer che inizia a giocare in modo più propositivo. Mentre i primi quattro games seguono la regola del servizio, nel quinto gioco Nadal si porta sul 0-40, procurandosi tre palle break che sono di fatto tre match points. Mayer però non si scompone salvandosi con un ace due dritti vincenti. Nel game successivo è l’argentino ad avere una palla break, annullata prontamente da un rovescio di Nadal. La partita si fa avvincente. Sul 4-4 Mayer sale agevolmente 40-0 prima di smarrirsi cedendo incredibilmente il servizio con un gratuito e tre doppi falli. Sembra finita ma non lo è, dato che il trentenne l’argentino è capace di contro-brekkare e di portare il parziale al tie-break. Nel gioco decisivo, Nadal gioca due punti eccezionali sul 3-2 e 4-2, scavando il solco che gli consente di chiudere 6-3 6-4 7-6 (4) e di approdare al terzo turno in cui troverà il giovane bosniaco Damir Dzumur.
[15] J. W. Tsonga b. D. Shapovalov 3-6 6-3 1-6 7-6(4) 7-5 (di Simone Milioti)
[3] G. Dimitrov b. M. McDonald 4-6 6-2 6-4 0-6 8-6 (di Aldo Cutaia)
Grigor Dimitrov si salva contro Mackenzie McDonald, in un match che si era enormemente complicato. Il bulgaro, che ha comunque fornito una pessima prestazione, ha avuto bisogno di cinque set per liberarsi di un avversario in evidente stato di grazia.
Dimitrov è sembrato macchinoso fin dalle prime battute, non trovando il dinamismo giusto per sfondare le difese del suo avversario, invece molto centrato. L’americano, molto meno noto del suo omonimo del mondo della ristorazione, non ha grandi mezzi su cui fare affidamento, se non gambe veloci e tantissima attenzione all’interno della gestione dei punti. Grisha non sembra voler accettare lo scambio più per pigrizia, che non per problemi di natura atletica e dietro i suoi colpi non sembra inizialmente esserci un vero piano tattico. Prova a tirare vincenti ma McDonald rimanda tutto e quando si presenta a rete viene passato. L’americano centra un insperato break a 0 nel terzo game e passa a condurre. Dimitrov, nonostante sia ancora piuttosto falloso, riesce a giocarsi due palle break, ma l’americano non ne vuole sapere, le annulla e va a chiudere il set. 6-4.
Sarebbe lecito adesso aspettarsi un calo di McDonald, che infatti prova l’assalto al servizio del suo avversario, viene respinto e di fatto si mette in modalità risparmio energetico. Dal 2 pari in poi, Dimitrov si aggiudica quattro game di fila, riuscendo a piegare le difese dell’americano molto più agevolmente, e di tanto in tanto proponendogli qualche palla senza peso al centro del campo. In mezz’ora circa, è 6-2 per il bulgaro.
Terzo set che si apre con McDonald che riaccende i motori tornando a vender cara la pelle in fase difensiva. Il bulgaro, certamente galvanizzato dal set vinto, ritrova però le difficoltà di manovra riscontrate nel primo parziale, con la complicità però del suo avversario. È così che si assiste ad un impronosticabile break in favore dell’americano che non ha poi la forza di confermarlo. La partita è ora in una fase di equilibrio, con Grisha che cerca di amministrare senza prendere troppi rischi e McDonald che fa il possibile per tenere il bulgaro lontano dalla riga di fondo. È però il fatidico decimo game a segnare le sorti del set, quando l’americano s’inceppa e Dimitrov riesce a trovare un barlume di solidità sufficiente a strappargli il servizio, aggiudicandosi il set per 6-4.
Il peggio sembra ormai alle spalle per il bulgaro, ma la partita si dimostra ancora ricca di insidie. Dimitrov si blocca ancora, apparentemente a causa di un problema fisico che ne ostacola i movimenti. McDonald ha anche abbassato il proprio livello, ma quello del bulgaro è un vero e proprio tracollo verticale. La prima non entra più, i rovesci li gioca solamente in back o prova a gestirli col polso, stando fermo con le gambe. L’americano, che era riuscito a tenere testa ad una migliore versione del bulgaro, non ha nessun problema ad aggiudicarsi il set con un eloquente 6-0.
Difficile capire cosa aspettarsi da Dimitrov nel quinto set, che sia davvero alle corde fisicamente, o magari è solo la tensione ad avergli paralizzato le gambe?
È il bulgaro a servire per primo e dopo aver depositato in rete due colpi senza muoversi di un centimetro è già sotto 0-30. Ciò gli è sufficiente per darsi una scossa e tornare a far mulinare le gambe, non come suo solito, ma almeno ad un livello accettabile. Complice un lieve episodio di “braccino” che colpisce l’avversario, Dimitrov si salva e mette la testa avanti nel set decisivo. È sempre più probabile che il bulgaro stia bene fisicamente e che i problemi in campo siano dovuti principalmente ad una eccessiva tensione psicologica. Dimitrov non soffre più in battuta, al contrario dell’americano ora chiamato ad una enorme azione di resistenza. Nel quinto game, McDonald spreca due palle del 3 pari e durante la terza occasione, interrompe il gioco per chiamare il challenge. Il falco gli da ragione e la Rod Laver Arena esulta con lui, il pubblico è dalla parte dell’outsider. McDonald va a servire per restare nel match, sotto 5-6 e 0-30. L’americano però non vuole darla vinta al numero 3 del mondo e con coraggio è lui a gestire lo scambio da fondo, mentre Grisha aspetta l’errore usando esclusivamente il back di rovescio. L’errore non arriva mai e i due arrivano sul 6 pari. La sensazione è che però sia solo questione di tempo, in quanto l’americano comincia ad essere più appannato rispetto a prima. È il quattordicesimo game a consegnare la partita a Dimitrov, che recuperando da 40-30, centra il break decisivo approdando al terzo turno.
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