[1] S. Halep b. [WC] D. Aiava 7-6(5) 6-1
Dopo due eliminazioni al primo turno, Simona Halep torna a vincere una partita all’Australian Open. Detto ciò, probabilmente le notizie piacevoli terminano qui. La partita della numero 1 del mondo è stata segnata in negativo prima da una prestazione piuttosto timorosa, poi da una bruttissima caduta sulla caviglia sinistra che si è girata e ha fatto temere il peggio per alcuni minuti.
La rumena, che qui a Melbourne fa il suo esordio come prima favorita del seeding, deve avere un conto in sospeso conta fortuna. Nel 2016 aveva male al tallone d’Achille e fu sconfitta da Shuai Zhang, nel 2017 il tendine del ginocchio non si era ancora sistemato da fine ottobre e arrivò una nuova brutta sconfitta contro Shelby Rogers. Oggi un inizio troppo trattenuto contro una giocatrice che invece lasciava andare i colpi, probabilmente senza una vera alternativa. Aiava tra l’altro, non più di 5 giorni fa, aveva annunciato che vuole prendersi una pausa dal tennis perché rovinata mentalmente da aspettative enormi su di lei dopo la passata stagione e con il gravoso pensiero di dover essere l’unica fonte di sostentamento per i suoi genitori.
In questo clima abbastanza anomalo, l’australiana si spingeva avanti 5-2. Tirava a tutta, cominciando probabilmente a crederci, eppure anche per lei ci sono stati problemi fisici: un calo di pressione, nel lungo settimo game, l’ha portata a sbagliare sempre più. Due set point mancati sono stati solo l’anticamera del contro break. Aiava aveva ancora una mezza chance al tie-break, quando è stata avanti 3-1, ma Halep in qualche modo ha finito per chiudere 7-5.
Nel secondo set il problema della rumena è arrivato subito, sull’1-0 per lei e 30-0 sul servizio dell’australiana. La gamba sinistra è andata in ipertensione e nel momento dell’appoggio tutto il peso del corpo è piombato sulla caviglia facendola girare e lasciandola a terra per un paio di minuti visibilmente dolorante. Dopo averla fasciata ha trovato il break, approfittato dei tanti errori di Aiava e si è portata alla linea del traguardo con anche un colpo di genio: uno smash dell’australiana parato d’istinto con la palla che tornava nel campo avversario. Al prossimo turno, se ci sarà, avrà Eugenie Bouchard che è tornata a vincere una partita da fine agosto.
M. Sharapova b. T. Maria 6-1 6-4
In quello che è stato un match così particolare, e divertente sotto tanti aspetti, una Maria doveva uscire vincitrice. Che fosse Tatjana, Sharapova, o l’arbitro che, guarda caso, per l’occasione non poteva che essere Marija Cicak.
La partita a conti fatti ha avuto ben poca storia, se non per un break illusorio della tedesca nell’inizio della seconda frazione. Nonostante siano ancora da valutare le reali potenzialità di Sharapova in questo Slam, non era la ex signora Malek il test più attendibile per avere qualche informazione in più, nonostante un gioco dal lato del rovescio abbastanza particolare, privo di colpi in top-spin.
Il lato di tabellone della russa entra subito nel vivo, soprattutto se al secondo turno avrà quell’Anastasija Sevastova che la fece dannare tra New York e Pechino pochi mesi fa. Sconfitta in tre set allo US Open, vittoria tra mille patemi in Cina, dove da 5-2 e servizio al terzo si ritrovò a dover salvare 2 match point prima di chiudere 10-8 al tie-break decisivo una partita di quasi 3 ore.
[6] Ka. Pliskova b. V. Cepede Royg 6-3 6-4
Comodo match d’esordio per Karolina Pliskova, che ha superato Veronica Cepede Royg in due set. Dovrà carburare, la ceca, ma si è sempre mantenuta avanti nel punteggio nonostante alcuni break subiti. La paraguaiana, tra l’altro, non le evoca ricordi troppo piacevoli perché lo scorso anno, al Roland Garros, fu un verso incubo per tutti i tre set: devastante nel primo, sempre a “ringhiare” nelle caviglie dell’avversaria nel terzo quando non la lasciava mai allungare. 2-0, 2-2, 4-2 4-4 e 15-40. Pliskova si salvò e da lì partì la sua bella corsa verso la semifinale, risultato che fu il vero fondamento verso la conquista del numero 1 del mondo dopo Wimbledon. Altra superficie, altro momento. Eppure non si può dire che Karolina non abbia dovuto impegnarsi fino alla fine, a dimostrazione della bontà della rivale, nonostante le numerose posizioni di differenza nel ranking WTA.
Il primo turno è andato, ma dalle sue parti il contingente ceco è talmente numeroso che si prospettano dei derby molto interessanti: Lucie Safarova al terzo turno, Barbora Strycova nell’eventuale quarto. Prima però o la wild-card locale Lizette Cabrera o Beatriz Haddad Maia.
[21] A. Kerber b. [PR] A. L. Friedsam 6-0 6-4
Altra vittoria per Angelique Kerber, che in questo 2018 sembra non voler sapere di togliere il piede dall’acceleratore. Il successo contro Anna Lena Friedsam però può essere considerato a due volti. Una Kerber da 10 in pagella fino al 6-0 4-1 e servizio, poi con qualche difficoltà di troppo nel contenere il rientro della connazionale che, appena ha cominciato a giocare libera da pensieri ha messo in campo una prima serie di vincenti consecutivi. Da lì è nata una nuova partita, intrigante e incerta.
Kerber si era un po’ innervosita: quello che fino a qualche minuto prima sembrava un match già chiuso improvvisamente era tutto da rigiocare. 4-1 e 4-3. Friedsam continuava a colpire a braccio sciolto, le palle che prima non entravano mai ora sembravano essere guidate da un joystick di un videogioco, dirette nei pressi delle righe. La difesa della tedesca aveva qualche crepa e neppure uno scambio straordinario sul 4-3 30-30 ha dato un nuovo strappo alla partita. 17 colpi, con l’ex numero 1 del mondo che arrivava in ogni dove e tirava su palline a pochi centimetri da terra, portando all’errore finale la rivale che però continuava a spingere e pochi punti più tardi trovava l’incredibile aggancio.
Kerber si scuoteva, salendo subito 15-40 ma venendo colpita da altri dritti vincenti in serie e da una magia sotto rete di Friedsam. Nel momento più delicato, però, “Angie” ha colpito, portando ancora all’errore la rivale. Finito? No. Sul 5-4 ha ricevuto qualche regalo nei primi punti, ma sul primo match point è stata passata da una cannonata di dritto in allungo. Al secondo, per sua fortuna, è arrivata la chiusura e un piccolo (grande) sospiro di sollievo ad evitare altri patemi. Adesso, contro Donna Vekic, ritroverà il suo passato, quel Torben Beltz che fino allo scorso anno era nel suo angolo ed è stato l’artefice di tutti i successi più importanti.
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