Era l’uomo più atteso dopo i ritiri di Rafael Nadal e Andy Murray (in bocca al lupo Andy, in ogni caso) e Grigor Dimitrov ha rispettato le promesse seppur con qualche brivido di troppo. Il bulgaro infatti si è imposto solo al terzo set, e dopo aver salvato due match point, contro John Millman, approdato al secondo turno dopo aver agevolmente superato Peter Polanski. Il punteggio recita 4-6 7-6(8) 6-3 dopo 2 ore e 35 minuti di gioco.
A sorpresa, è stato il giocatore di casa a portare a casa il primo parziale, nonostante il numero 3 del mondo sia stato il primo ad ottenere il break al terzo gioco. Millman però è stato bravo a rimanere concentrato, riuscendo a mettere a segno l’immediato contro break. I due sono poi andati avanti spalla a spalla fino al decimo gioco, quando l’aussie ha strappato nuovamente la battuta a Dimitrov chiudendo il set per 6 giochi a 4.
Il sostanziale equilibrio del secondo parziale (anche qui break ed immediato contro break al quinto e al sesto gioco) è deciso al tie-break, dove l’australiano ha sprecato davvero tante occasioni per aggiudicarsi quella che sarebbe stata la vittoria più importante della carriera. Prima è scappato sul 3-0, ma si è fatto riprendere sul 3 pari, poi ha sprecato due match point (sul 5-6 e sul 6-7), cedendo alla fine il parziale per 10 giochi a 8.
Ripresosi dallo spavento, Dimitrov si è scrollato di dosso le paure e senza più concedere nemmeno una palla break è andato a vincere il terzo set grazie all’unico break conquistato nel quinto gioco.
Al prossimo turno, domani, il bulgaro affronterà in un match molto interessante Kyle Edmund. È tenace, questo britannico, e anche oggi come già avvenuto nel primo turno contro Denis Shapovalov, ha portato a termine una partita lunga, equilibrata, giocata a livelli molto buoni contro Hyeon Chung che ancora una volta si dimostra come uno dei prospetti più interessanti della Next Generation.
Lo stesso Edmund avrebbe tutti i crismi per rientrare nella categoria dei giovani “terribili”, avendo appena 22 anni, ma finora è spesso passato nell’ombra. Eppure qualcosa di buono questo ragazzo ce l’ha, come la potenza che riesce ad imprimere al proprio dritto e la solidità da fondo campo. Kyle, che in off season ha fatto un salto a Miami come quasi tutti i compagni britannici, ad eccezione forse solo di Johanna Konta. Adesso, nella prima settimana del 2018, ha colto un quarto di finale molto incoraggiante.
Dopo il 6-7 7-6 6-4 a Shapovalov, il 7-6 5-7 6-4 a Chung. Partita difficile da interpretare, difficile da scegliere un vero favorito anche quando il britannico ha preso il break di vantaggio nell’ultimo parziale e ha avuto le occasioni per chiudere sul 5-3, mancando però 2 match point. Poco male, in ogni caso, perché pochi minuti più tardi ha raccolto il frutto di tutto l’impegno profuso.
Grande battaglia anche nel match tra Ryan Harrison e Yannikh Hanfmann, che ha preso il posto di Murray. Si è imposto lo statunitense per 6-7(4) 6-4 6-2, approfittando del calo evidente che il tedesco ha avuto verso la fine del secondo set. Molto importante, nell’economia del terzo set, il game che Harrison ha portato a casa sullo 0-1 quando era indietro 0-40. Da lì ne ha messi insieme 5 di fila che hanno segnato l’intero incontro.
Risultati
[1] G. Dimitrov b. [WC] J. Millman 4-6 7-6(8) 6-3
K. Edmund b. H. Chung 7-6(4) 5-7 6-4
D. Istomin b. J. Donaldson 7-6(4) 6-2
R. Harrison b. [LL] Y. Hanfmann 6-7(3) 6-4 6-2
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