Svetlana Kuznetsova, nella settimana che la consacrata come una delle più longeve di sempre nella top-100 WTA raggiungendo la quota di 800 settimane consecutive a partire dal 12 agosto del 2002, ha rilasciato un’intervista a sport-express.ru in cui non ha badato troppo al sottile in merito a diversi argomenti. Proprio con una domanda sulla classifica di fine anno è cominciata la lunga intervista che proveremo a riassumere in vari argomenti: “Sono soddisfatta della stagione, ma volevo di più (ha perso la top-10 proprio nel rush finale dopo aver avuto chance di essere numero 1 in estate)”. Sulla mancanza di un vero leader nella WTA, sulle 5 regine di una stagione così particolare come il 2017, “Sveta” ha risposto: “In realtà così vi diamo modo di scrivere sempre più di tennis”.
RIGUARDO ALLE COLLEGHE
sul 2017 e la stagione delle 5 regine: “Personalmente ho sperato che Simona Halep potesse finire l’anno al numero 1 perché ci ha provato a lungo ma non era mai riuscita a farcela, poi all’improvviso, quando forse neppure lei se lo aspettava, ecco che ha concretizzato il suo sogno. Questo capita anche nella vita di tutti i giorni. Non la conosco molto bene, non posso dire che siamo amiche, ma la rispetto tantissimo perché è sempre sincera e gentile con tutte”.
sulla giocatrice più sopravvalutata: “Eugenie Bouchard. Lei è cool, ma molte altre giocatrici giovani hanno ottenuto di più e sanno giocare molto bene. Lei ha avuto una sola stagione buona, ma è sempre al centro dell’attenzione e viene considerata come una top-10. Ai grandi eventi ha trattamenti speciali, la trovi sulle copertine di magazine, giornali, interviste… Ma ormai mi sono abituata a questa situazione: prima la accettiamo prima riusciamo a voltare pagina. Non sono invidiosa, chiariamoci, sono proprio contro invidia, odio e rabbia”.
la tennista più strana: “Ce ne sono molte, ma direi Marion Bartoli. Lei è sempre con suo padre. Lui è un dottore, ma è diventato il suo coach. Ho visto i suoi allenamenti, erano i più strani a cui avessi mai assistito. Suo padre la legava con una corda ai teloni, le metteva delle sacche di ghiaccio attorno alle ginocchia e dei tacchi, o qualunque cosa fossero, sotto i piedi. Lui non ha mai giocato a tennis, ma lanciava palline a Marion e lei correva in direzioni diverse. E questa è solo una parte, c’erano altre parti molto molto strane”.
i servizi fotografici di Wozniacki per Sport Illustrated sono il punto più alto che una tennista possa raggiungere? “No, assolutamente. Anche perché noi siamo tutte diverse. I miei obiettivi non sono gli stessi di Caroline, non voglio fare qualcosa come ha fatto lei. Alcune giocatrici come lei vogliono diventare star nei manifesti, Amy Frazer sognava di diventare un’insegnante, la vedevi sempre seduta prima delle sue partite con in mano dei libri. Credo sia poi riuscita ad andare a scuola dopo la sua carriera”.
Su Sharapova: “Potrà ritornare al top. Una volta che ci stai per così tanto tempo, le chance sono molte. Ma per lei ci sono vicende legate ai continui problemi e bisognerà fare grande attenzione: partite e allenamenti sono due cose totalmente diverse. Il corpo reagisce diversamente soprattutto ora che ha compiuto 30 anni”.
su Serena Williams: “Non sarei sorpresa di rivedere Serena in campo e vittoriosa già ai primissimi appuntamenti dal rientro dalla maternità. Lei sa come fare, l’ha già dimostrato in passato. Serena è speciale e può sorprendere chiunque in qualsiasi momento. Altre volte è stata assente per lungo tempo dai campi, ma ricordo ad esempio quando tornò a giocare (all’Australian Open 2007, dopo aver giocato 4 tornei in tutto il 2006), che aveva almeno 6-7 chili di troppo e riuscì comunque a vincere il titolo. È straordinaria la sua capacità di muoversi lungo il campo
I GENITORI CHE SEGUONO I FIGLI
“Bisogna capire che il tennis non è uno sport facile. Allenamento costante dall’età di 7 anni, viaggi infiniti da quando ne hai 14-15. Ti ritrovi attorno al mondo, spesso da sola. Stress costante per 8 mesi, con la sensazione di sentirti piuttosto abbandonata. Se poi i tuoi genitori ti pressano a farlo… Loro sono un tasto molto doloroso nel tennis attuale: molti decidono di allenare per conto loro i propri figli. Non date retta agli specialisti: il connubio “genitore-figlio” in questo sport è morto”.
su Dokic: “Non ho letto il libro, ma conosco la storia e sono pronta a credere a ogni parola che ha scritto nella biografia a proposito dei maltrattamenti”.
sui genitori che decidono di seguire i figli: “Mentre crescevo ho visto numerose cose: ho visto genitori picchiare ripetutamente i propri figli, abbandonare il proprio lavoro per vivere sulle spalle dei figli. Immaginate la situazione: una ragazzina vede i propri genitori lasciare il lavoro e cominciare a dipendere da lei. Molti lo fanno. Il tennis è uno sport veramente crudele. Da una parte ti immagini sia tutto bello, perché giri il mondo e vedi tanti posti diversi, ma in realtà è tutto molto diverso”.
LE REGOLE DEL TENNIS
sulle NextGen Finals: “Ho guardato le partite dei giovani russi. Alcune regole sono da pazzi, ad esempio: il tempo tra un punto e l’altro con il cronometro. Ogni giocatrice, ma anche giocatore, ha il suo ritmo. Non si parla di voler sforare il limite del doppio del tempo, ma può essere ragionevole concedere qualche secondo in più alle volte. Come possono spezzare così il ritmo? È come se Sharapova si dimenticasse di urlare quando colpisce la palla. E permettere agli spettatori di muoversi, far rumore, è senza senso. Quest anno io a Cincinnati ho dovuto chiedere di far allontanare un fan perché non ne potevo più della confusione che faceva. Anche se qualcuno dovesse urlare cori per me, non cambierebbe granché. Forse potrai anche abituarti, ma questo è tennis, così diventerebbe un bazar. Sembra vogliano avvicinare il tennis al basketball, ma è impossibile: è come giocare a scacchi in una discoteca”.
cosa cambierebbe delle regole attuali: “Ridurrei la stagione. Al momento siamo in campo da gennaio a novembre con appena 2 settimane di pausa prima di cominciare la preparazione per la nuova stagione, e teniamo questo ritmo per 17-20 anni. Il tennis è l’unico sport con questi ritmi. Inoltre abolirei i match al quinto set negli uomini: non ho mai guardato una partita al quinto set dall’inizio alla fine. Nessuna! Immaginate anche i coach che devono stare seduti per quattro, cinque ore ogni giorno a seguire i loro giocatori in campo”.
POLITICA
futuro in politica: “Perché no? Certo, non vorrei entrare nella Duma solo per poter andare in giro e dire “oh, guarda, sono un politico!” Vorrei veramente aiutare lo sport russo a crescere. Farò comunque qualcosa dopo la mia carriera tennistica e mi piace pensare in grande. Cosa cambierei? Direi di rubare di meno. Abbiamo finanziamenti pubblici, ma questi soldi dove sono? Non ho idea di come il sistema funzioni, ma mi dispiace per il mio paese.
DIFFERENZE NELLE RISPETTIVE GENERAZIONI
“Ricordo Vera (Zvonareva) che leggeva tantissimo. Era una persona molto intelligente, ha ricevuto due diplomi per la sua preparazione culturale. Confesso che io non sono così attaccata ai libri, ma ogni tanto con il mio coach vado a visitare qualche museo cercando di tenermi in allenamento. Quest anno è successo a Madrid. Una persona può comunque crescere in modi diversi, a me ad esempio piace scoprire come magari gli imprenditori siano riusciti a raggiungere i loro successi. Poi guardo i giovani, ora, e mi chiedo cosa potranno fare per crescere. Sembra non gli importi nulla di crescere come persone, ora a loro importa solo di Instagram, stare incollati al telefono anche quando sono in compagnia. Cercano solo di “pomparsi” rispetto agli altri. Io stessa posso comportarmi uguale, ma se mi trovo in compagnia di amici preferisco parlare e mettere via il telefono. Si vede che sono più grande di loro, tra poco sarò anche vecchia”.
DOPING
tema del doping di stato: “Parliamo spesso di questo tra i miei amici, condanniamo tutti questi atteggiamenti. Non so quello che accadrà in merito alle olimpiadi invernali, dove rischiamo l’esclusione. Mi spiace per gli atleti coinvolti. Noi tenniste abbiamo tornei ogni settimana, lì invece c’è chi si prepara in maniera severa per una sola gara lungo 4 anni e ora a causa di queste vicende rischia di dover dire addio ai propri sogni”.
nel tennis: “Parlo poco, ho paura di toccare questo tasto con le altre colleghe. È un argomento estremamente doloroso. Il nostro paese ora è esposto in una maniera che tutti possiamo essere considerati dopati: noi siamo un pallino nero, tutto intorno a noi c’è un cerchio bianco. Questo è un insulto enorme per me, è come se la Russia fosse la causa di ogni male. Il caso Sharapova ha contribuito: quante versioni diverse ho sentito dal giorno dell’annuncio della sua positività? Troppe. E cosa potevo fare se non ero d’accordo con la loro idea? Stare zitta”.
su Errani: “Ho provato a chiedere qualcosa in giro, se qualcuno avesse capito quale fosse il problema della situazione, ma mi è sembrato che dopo le polemiche sul caso Sharapova le giocatrici fossero abbastanza esauste e non c’era la forza di imbarcarsi in una nuova vicenda. Qualcuno ha provato a dirmi la sua, ma come sempre ognuno racconta la propria storia”.
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