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Calendario, riposo e programmazione: le armi in più del tennis

Il 2017 tennistico sarà ricordato forse per la restaurazione, il grande ritorno della rivalità più amata dell’ultimo decennio, il nuovo numero uno che in realtà è vecchio e l’esplosione della gioventù culminata con il primo Masterino NextGen a Milano. Sicuramente in negativo la stagione va ricordata per l’assenza di quelli che erano i big l’anno passato, mai incisivi, mai continui, mai brillanti e alcuni da maggio in poi mai in campo.

Per avere chiara la situazione di cui parliamo basta confrontare il ranking della prima settimana di dicembre del 2016 e del 2017.

2016: 1. Murray, 2. Djokovic, 3. Raonic, 4. Wawrinka, 5. Nishikori, 6. Cilic, 7. Monfils, 8. Thiem, 9. Nadal, 10. Berdych.

2017: 1. Nadal, 2. Federer, 3. Dimitrov, 4. Zverev, 5. Thiem, 6. Cilic, 7. Goffin, 8.Sock, 9. Wawrinka, 10. Carreno-Busta.

Fa strano constatare come i primi 5 della passata stagione non hanno portato neanche a termine la stagione scomparendo dai campi per ripresentarsi al meglio nel 2018. Sopravvivono nei 10 solo Cilic che comunque ha mantenuto una certa costanza, giocando forse poco in quest’annata, e Nadal che si era fermato a fine anno scorso – accumulando comunque punti per restare in top10 – e quest’anno è stato grande protagonista.

Sembra dunque che non si possa essere più continui nel tennis moderno e i migliori alleati siano la programmazione e la gestione del proprio calendario. Inutile girarci attorno Federer è stato all’avanguardia specialmente nella gestione degli ultimi due anni, da Wimbledon 2016 non ha toccato racchetta e in questo 2017 ha scelto di saltare a piè pari tutta la stagione sul rosso.

I primi cinque della passata stagione in differenti mesi passati hanno adottato quella che potremmo definire la cura Roger, ovvero fermarsi e staccare completamente dai campi da tennis anche se potresti giocare, non al meglio ovviamente.

Su tutti Djokovic in primis, Wawrinka nel finale di stagione hanno deciso di fermarsi completamente, sicuramente ispirati dalla condizione con cui è tornato sui campi lo svizzero di Basilea. Menzione a parte per Raonic e Nishikori che hanno subito interventi che li hanno tenuti fuori forzatamente.

Sta un po’ in mezzo colui che ha chiuso al numero uno la stagione passata, Andy Murray, che ha tenuto i denti stretti fino a Wimbledon, ha terminato la sua stagione quando mancavano ancora mesi alla fine e infine è ancora indeciso se operarsi all’anca o meno, nel caso starebbe fermo forzatamente anche lui.

Sembra che in questo tennis moderno non ci siano delle vie di mezzo: o giochi sempre e rischi di romperti/esplodere oppure sei costretto a gestirti saltando buone porzioni di stagione. I primi 10 di quest’anno sono tutti tennisti che lo scorso anno sono stati assenti oppure che in questi 12 mesi hanno ottenuto i loro primi risultati importanti: Zverev, Dimitrov, Goffin.

Molti quindi hanno capito che il riposo è importante, resta però da capire se daranno la stessa importanza al calendario, magari selezionando i tornei togliendone dal proprio calendario alcuni che non sono obbligatori. Soprattutto dovranno capire quando fermarsi preventivamente ascoltando il proprio corpo e non essere costretti allo stop da infortuni sgraditi. Per i giovani sarà più complicato frenare il loro entusiasmo, i più esperti è ora che comincino a fare i conti con il loro corpo in questo tennis ormai solo fisico.

 

Simone Milioti

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Simone Milioti

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