Il sito TSN, tramite un articolo di Rick Westhead, annuncia novità importanti riguardo alla vicenda giudiziaria che vede coinvolta Eugenie Bouchard e la USTA, la federtennis statunitense. I fatti risalgono al settembre 2015 e riguardano la caduta della canadese nello spogliatoio dopo la partita disputata con Nick Kyrgios in doppio misto. Proprio l’australiano sarà uno dei 33 possibili testimoni che verranno chiamati a raccontare la propria versione dei fatti a partire dal 20 febbraio, data ufficiale in cui avrà inizio il processo e a cui la canadese prenderà parte, per circa una decina di giorni, nelle aule giudiziarie di New York.
Bouchard sostiene che quella caduta le abbia procurato danni non solo a livello economico, per le spese mediche, ma anche per i guadagni sfumati da una carriera che, secondo la sua versione (del suo avvocato) da quel giorno non è stata più la stessa, oltre che il dolore fisico sofferto. Il suo avvocato, mesi fa, aveva detto che non avrebbe accettato alcuna richiesta da parte della USTA e che avrebbe chiesto milioni e milioni di dollari di risarcimento. La federtennis statunitense, oltre a riportare numerosi post di social network della statunitense dove si intuirebbe il contrario, ha inoltre pronti i video delle telecamere di sorveglianza di quella notte e l’idea che porteranno avanti è quella che Bouchard sapeva, o doveva sapere, che a quell’ora la stanza di fisioterapia è chiusa.
Tra gli altri testimoni nominate nelle carte dell’avvocato di Bouchard anche la mamma e il suo agente.
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