10. ATP Pechino, primo turno, R. Nadal b. L. Pouille 4-6 7-6(6) 7-5
Inauguriamo la top 10 con un match non di primissimo piano come importanza e giocato in un torneo minore rispetto ai grandi appuntamenti, ma che ha messo in mostra un alto livello di gioco e con un andamento entusiasmante. All’esordio nel torneo di Pechino, Nadal ha un brutto cliente come Lucas Pouille che un anno primo lo aveva battuto agli ottavi dello US Open. E anche stavolta Rafa rischia grosso, Pouille gioca alla grande per due ore e mezza e si guadagna due match point nel tie break del secondo set: il dritto lo tradisce sul più bello e Nadal inizia la sua rimonta che lo porterà poi fino alla vittoria del torneo cinese.
9. Masters 1000 Madrid, terzo turno, D. Thiem b. G. Dimitrov 4–6 6-4 7-6 (9)
Per Dominic Thiem è stata un’altra stagione dai due volti: buona la prima parte dell’anno, disastrosa la seconda metà, ottimo il rendimento sulla terra battuta e insufficiente sulle altre superfici. La sua primavera sul rosso è stata però molto positiva e a Madrid è giunto sino alla finale, dove però ha trovato un Nadal troppo forte. Il punto più alto del suo torneo resta forse questo successo in rimonta su Grigor Dimitrov, una sfida molto dura e ricca di colpi spettacolari tra due rovesci a una mano di ottima fattura. L’austriaco annulla ben cinque match point prima di imporsi al tie break del terzo set.
8. ATP Doha, finale, N. Djokovic b. A. Murray 6-3 5-7 6-4
Un inizio di stagione nel segno di Nole e Andy, in continuità con quanto visto nell’annata precedente quando di fatto si erano spartiti quasi tutta la torta ATP. La finale di Doha ci aveva mostrato un Djokovic di nuovo in buona forma, un bel successo su un Murray mai domo e bravo a rimontare da una situazione quasi disperata nel secondo set. Dopo questa bella battaglia però i due si sono regalati ben poche gioie: Djokovic ha vinto solo a Eastbourne e ha chiuso l’anno con netto anticipo, Murray ha fatto più o meno lo stesso portando a casa solo il titolo di Dubai.
7. US Open, quarto turno, J. M. del Potro b. D. Thiem 1-6 2-6 6-1 7-6(4) 6-4
Mai dare per morto Juan Martin del Potro, lo sa bene Marin Cilic che nella finale di Coppa Davis di un anno fa fu rimontato dall’argentino quando ormai l’insalatiera sembrava dover restare a Zagabria. Lo sa anche Dominic Thiem, che agli ottavi dello US Open domina i primi due set contro la Torre di Tandil, poi però si addormenta nel terzo set e quando torna in partita Delpo è ormai in trance agonistica. Una partita che non può essere definita bellissima in senso assoluto visto che per tre set su cinque c’è stato un solo giocatore in campo, ma per quanto visto negli ultimi due parziali merita di essere citata tra le migliori dell’anno.
6. ATP Finals Londra, finale, G. Dimitrov b. D. Goffin 7-5 4-6 6-3
Non è stato un Master di fine anno indimenticabile, tra assenti e ritiri in corsa sono mancati davvero troppi grandi nomi e la qualità ne ha risentito. La finale tra Grigor Dimitrov e David Goffin ha salvato un po’ la situazione, riabilitando un torneo fin lì povero di contenuti. Una vera sorpresa visto che il belga sembrava malconcio e nel round robin aveva rimediato appena due giochi contro il bulgaro. Invece per diventare Maestro il bulgaro ha dovuto piegare la super resistenza di Goffin, autore nelle ultime settimane dell’anno di prestazioni davvero superbe ma che purtroppo per lui non gli hanno portato in dote alcun trofeo.
5. Wimbledon, quarto turno, G. Muller b. R. Nadal 6-3 6-4 3-6 4-6 15-13
Rimonta a metà stavolta per Rafa, che non riesce a tornare nei quarti a Wimbledon nonostante il suo grande stato di forma. Gilles Muller gioca un tennis d’attacco superbo nei primi due set e accarezza il sogno vittoria, poi Nadal torna in partita e al quinto diventa lotta serratissima. Il lussemburghese non molla e nonostante la partita si allunghi è lui ad avere le occasioni più ghiotta: il ventottesimo gioco è quello buono e per la seconda volta in carriera conquista i quarti di un torneo dello Slam. Per Rafa è una delusione cocente, ma avrà modo di rifarsi poche settimane dopo a New York.
4. Roland Garros, semifinale, S. Wawrinka b. A. Murray 6-7(4) 6-3 5-7 7-6(3) 6-1
In un Roland Garros senza particolari sussulti, la semifinale tra Stan Wawrinka e Andy Murray è stata probabilmente la partita del torneo. Grande lotta per quattro set tra il vincitore dell’edizione 2015 e l’allora numero 1 del mondo. Murray sembra poter dare il colpo di grazia al match dopo aver vinto il terzo set, invece come spesso accade Wawrinka viene fuori alla distanza ed entra in modalità Stanimal, vince il quarto set al tie break e prende il largo nel quinto. Una grande prestazione che non saprà replicare in finale, schiantato da un Nadal versione deluxe.
3. Masters 1000 Miami, semifinale, R. Federer b. N. Kyrgios 7-6(9) 6-7(9) 7-6(5)
Prendete un Roger Federer in grande forma, mettetegli di fronte un Nick Kyrgios ben concentrato e per una volta voglioso di vincere e avere un cocktail tutto da gustare. Lo sanno bene gli spettatori del campo centrale di Miami, che nella semifinale della sessione serale possono deliziarsi dal vivo di uno dei match più belli dell’anno. Tre set, tre tie break, tante emozioni e tantissimi colpi vincenti in oltre tre ore di spettacolo. Vince Federer, che si prende la rivincita sull’australiano che lo aveva battuto due anni prima a Madrid.
2. Australian Open, semifinale, R. Nadal b. G. Dimitrov 6-3
La stagione è stata lunga, ma è probabile (certo, se ci limitiamo ai soli Slam) che il tennis migliore si sia visto in Australia e in particolare agli Australian Open. La semifinale tra Rafa Nadal e Grigor Dimitrov merita ampiamente il secondo gradino del podio e forse avrebbe potuto ambire a qualcosa di più se al primo posto non fosse d’obbligo mettere una partita che ha significato tanto, troppo sotto vari aspetto (e non serve scorrere un po’ più in basso per sapere di quale stiamo parlando). Qui sotto trovate il match completo e se avete una sera libera vale la pena dargli un’occhiata.
1. Australian Open, finale, R. Federer b. R. Nadal 6-
I tifosi di Federer staranno saltando sulla sedia, quelli di Rafa imprecando in tutte le lingue del mondo, ma non c’è dubbio che anche tra qualche anno ricorderemo questo Fedal come la partita del 2017. Anche qui poco altro da aggiungere, bastano le immagini.
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