Davanti ad un pubblico caloroso e numeroso, inizia la sessione serale della seconda giornata delle Next Gen ATP Finals che attende Gianluigi Quinzi con trepidazione. E infatti l’ingresso in campo del giocatore italiano viene accolto con grande calore, così intenso da superare il fragore che solo il nome di Denis Shapovalov scatena nel pubblico da ieri. Lo stadio è quasi pieno e l’atmosfera è quella di una torneo vero. Perché sarà così nei prossimi anni e non per le nuove regole (non scherziamo) ma per gli interpreti, che via via saranno sempre più giovani e sempre più forti, più maturi e pronti a bruciare le tappe. Tornando alla partita non si può dire che Quinzi abbia demeritato, abbia fallito e quanto di più demoralizzante nei suoi confronti si possa aggiungere. È stato semplicemente più forte Shapovalov.
In queste due partite Gianluigi ha fatto vedere un tennis di ottimo livello che gli consente di competere alla pari con i coetanei di gran lunga meglio piazzati di lui in classifica. La differenza, come lui stesso ha ammesso con grande umiltà e consapevolezza, sta ancora nell’abitudine ad affrontare match di alto livello e nella resistenza fisica che permette di giocare i punti importanti senza andare in apnea. Pur essendo indietro rispetto ai suoi rivali sul piano della forma e della convinzione mentale, ha il gioco per competere con loro e sarebbe un peccato non contribuire a valorizzarlo, in fondo è solo un Next Gen, non un giocatore navigato e credere in lui dovrebbe essere un atto piacevolmente dovuto.
Gioca bene Gianluigi e il divario con questi giovani che ci sembrano tanto più forti di lui non e poi così ampio. Nei primi due set Shapovalov è stato impeccabile, a segno con tutti i fondamentali senza fatica ma poi Quinzi è riuscito a sorprenderlo più volte variando bene gli scambi ed è riuscito a portarlo al tie-break nel terzo set che ha fatto suo lottando con il cuore. E con il cuore è andato avanti anche nel quarto portando il canadese ancora al tie-break e dimostrando che le qualità ci sono, bisogna lavorarci però e crederci davvero.
Shapovalov intanto si regala lo spareggio per la semifinale nel match-clou della giornata che domani aprirà la sessione serale alle 19.30. La posta in palio è alta, c’è solo un biglietto per la semifinale a disposizione per due dei talenti più puri del futuro che daranno vita ad una sfida vera per conquistarlo, questo è certo. Quinzi invece saluta il pubblico milanese con la certezza di avere trovato nuovi sostenitori e, speriamo, un’iniezione di fiducia per la prossima stagione.
La giornata si chiude con la seconda vittoria di Borna Coric, che batte Daniil Medvedev e sale al comando del Gruppo B garantendosi un posto in semifinale. Per il russo non tutto è perduto e dipenderà dai risultati delle sfide di domani. Nel primo parziale si gioca poco, sono solo cinque i punti concessi dai battitori in sei turni di battuta che portano all’inevitabile tie-break.
Coric è solido, solidissimo, difficilmente regala, per fargli un punto devi chiuderlo due volte e, anche se Medvedev ha le doti per farlo, il croato non gli consente di esibirle se non sporadicamente. L’equilibrio è solo nelle cifre perché in realtà Coric comanda il gioco realizzando la maggior parte dei punti lavorati, studiati e costruiti. Medvedev si affida più all’estro e alla soluzione fuori dagli schemi mirata a spezzare il ritmo e a sorprendere il croato. Il bilancio dare-avere però non paga e il tie-break finisce nelle mani di Coric. Nel secondo parziale il russo si abitua al ritmo, anzi esce dal ritmo del croato cercando di risolvere i punti più velocemente presentandosi anche spesso a rete.
Molto intraprendente, Medvedev mette a segno il break nel game d’apertura che Coric non riesce più a recuperare. Il croato ha bisogno di lavorare la sua preda per sfinirla e l’uno-due non gli permette di sfruttare le sue ottime doti di difensore. Essendo un giocatore intelligente oltre che ostico, Coric cambia tattica e si fa più intraprendente andando per primo a prendere la rete in modo da togliere tempo e riferimenti a Medvedev che non capisce più niente, subisce il break nel quarto game e cede il terzo set 4-1. Superiore negli scambi da fondo e capace di cambiare tattica all’occorrenza, Coric mette definitivamente le mani sulla partita nel game d’apertura del quarto set e poi, con grande lucidità, controlla i suoi turni di battuta fino a chiudere senza rischiare.
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