Di una sì conosce tutto, dell’altra praticamente nulla. Una è tra le nazionali più titolate dell’intera competizione della Fed Cup, l’altra è alla prima apparizione nel World Group e capace di spingersi fino all’ultimo atto. Non potrebbero apparire più diverse di così Stati Uniti e Bielorussia, pronte a sfidarsi tra sabato e domenica nel tie che deciderà la coppa del mondo per nazioni del tennis femminile 2017.
Da un lato, tra le fila delle padrone di casa, mancherà Victoria Azarenka, dall’altro Serena e Venus Williams. Chi ci perde di più? La Bielorussia, per una serie di motivi tra cui il fatto che le sorelle statunitense non erano neppure state considerate. Serena ha appena cominciato la vita da mamma e deve ancora riprendere gli allenamenti in vista dell’eventuale rientro nel 2018, Venus ha giocato forse ancor meno della sorella in Fed Cup, centellinando anche le presenze durante il periodo valido per staccare il ticket olimpico. In più, la squadra di Kathy Rinaldi ha sia una top-10, CoCo Vandeweghe, sia una campionessa Slam, Sloane Stephens.
Proprio questo dettaglio sta probabilmente passando inosservato, visto che nella conferenza stampa la squadra statunitense si è sentita porre la domanda: “Come mai non vi è stato possibile chiamare la squadra migliore?”. A dire la verità è stato un grave errore dell’interprete, che ha tradotto la domanda di un giornalista russo tagliando nettamente un discorso ben più ampio che vedeva la nomina delle sorelle Williams e Madison Keys e chiedeva informazioni sul loro stato di salute. La domanda tradotta in inglese sembrava molto più sgarbata e sia CoCo che Sloane si sono guardate, hanno riso e ripetuto ancora una volta i loro “status”.
È una finale particolare, che in Bielorussia è molto sentita. L’arena di Minsk ha polverizzato i biglietti a disposizione, il tutto con una squadra consapevole di essere, sulla carta e in base all’esperienza, nettamente inferiore. Lo sono sempre state, fin dal 2015, quando è cominciata una striscia vincente di 8 incontri che le ha portate ad un passo dal trionfo più improbabile della competizione: non solo al primo anno dalla promozione, ma con zero esperienza e zero giocatrici di primissimo livello. La Bielorussia è una squadra molto giovane: in 4 fanno 86 anni, 61 in 3 se escludiamo l’ultima arrivata al posto di Azarenka, Lidzyia Marova. La media con lei sarebbe di 21,5. Senza di lei si scende addirittura a 20,3. Una nazione intera sulle spalle di Aryna Sabalenka (classe 1998) e protagonista del punto decisivo sia contro l’Olanda al primo turno che contro la Svizzera in semifinale, che Aliaksandra Sasnovich (classe 1994) autentico talismano in questo 2017 ed imbattuta nella competizione dopo le vittorie contro Michaella Krajicek, Kiki Bertens (terza sconfitta su 24 partite con la maglia olandese), Timea Bacsinszky e Viktorija Golubic. La terza è Vera Lapko (classe 1998), ancora fuori dalle 100 ma protagonista di un ottimo torneo proprio sul finale di stagione a Mosca, oltre ai bei risultati da junior come la vittoria dell’Australian Open in doppio (prima bielorussa oltre ad Azarenka a raggiungere questo traguardo).
Sarà comunque molto difficile superare una nazionale di maggior spessore come gli Stati Uniti. È vero che anche Vandeweghe (giocò nel 2010 a San Diego, ma aveva appena 19 anni), Stephens, Shelby Rogers e Alison Riske hanno praticamente zero esperienza in una finale di questo livello, ma almeno CoCo viene da una stagione molto importante che ha certificato più delle altre la sua pericolosità nei momenti in cui sta bene, è fiduciosa e sente l’unione del team, come questo. È lecito da lei attendersi almeno due punti, con la concreta possibilità di rivederla in campo sull’eventuale 2-2 per il doppio decisivo. Dovesse Stephens, invece, trovare almeno il primo successo dalla vittoria dello US Open, i giochi non sarebbero forse chiusi definitivamente, ma a quel punto la squadra ospite avrebbe il 99% di chance di aggiudicarsi il titolo. Un trofeo che agli Stati Uniti manca dal 2000 e che l’ha vista sconfitta nelle ultime 3 finali disputate, due di queste contro l’Italia di Corrado Barazzutti. Eppure, sono loro il team più vincente nella storia della competizione con 17 titoli su 28 finali disputati.
La Bielorussia, invece, è una squadra molto giovane e acerba. A livello di età, gli 86 anni costituiscono la terza età più giovane dal 2000 a pari età con la Russia scesa in campo nella finale del 2005, dietro soltanto agli 83 anni della stessa Russia che giocò la finale del 2001 e gli 85 sempre della Russia nella finale del 2003. Considerando invece anche l’età delle avversarie, il totale è 187 che porta ad una media di 23 anni e mezzo delle 8 protagoniste: la quarta più giovane dal 2000, dietro soltanto a Belgio-Russia del 2001 e Francia-Russia del 2004 e 2005.
Nel sorteggio, è stata determinata come prima sfida del sabato CoCo Vandeweghe contro Aliaksandra Sasnovich, a seguire Sloane Stephens contro Aryna Sabalenka. Domenica i singolari invertiti e l’eventuale doppio decisivo.
Sabato, 12:30 (ora italiana)
Aliaksandra Sasnovich vs CoCo Vandeweghe
Aryna Sabalenka vs Sloane Stephens
Domenica, 12:30 (ora italiana)
Aryna Sabalenka vs CoCo Vandeweghe
Aliaksandra Sasnovich vs Sloane Stephens
Vera Lapko/Lidzyia Morova vs Alison Riske/Shelby Rogers
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