Parte Isner al servizio e segue subito a rete una prima centrale sulla quale però del Potro impatta bene con il rovescio e lo passa lungo linea, Isner risponde con una seconda pesante al corpo e un nastro fortunato porta l’argentino a 30. Fino al 3-3 si susseguono venticinque punti del giocatore alla battuta e due sparsi di quello in risposta giusto per capire quanto il servizio uccida il gioco. La situazione non favorisce del Potro, che per carburare ha bisogno di scambiare, aprirsi il campo e lasciare andare il braccio con il dritto, anche se nel settimo game è ancora lui a trovarsi a trenta sul servizio di Isner. Lo statunitense però non gli fa quasi più toccare palla e si va avanti fino al 5-4 quando del Potro deve servire per rimanere nel set. La pressione è forte e arrivano due errori con il dritto che mandano Isner a due punti dal set. Il momento è troppo delicato e delPo non vuole rischiare cercando lo scambio senza affondare fino a procurarsi la palla per prendere la rete. L’attacco però è un po’ corto e Isner passa con un rovescio lungo linea in allungo procurandosi due palle break che sono altrettanti set point. Gli basta il primo per chiudere 6-4 approfittando della titubanza dell’argentino per attaccarlo e andare a segno con una comoda volèe di dritto.
Nel secondo set sono sempre i servizi a comandare e non si vede l’ombra di una palla break. Via via che scorrono i game però la sensazione è che sia Isner ad essere più tonico fisicamente e più convinto mentre del Potro inizia a dare qualche segnale di stanchezza. Lento negli spostamenti si rintana spesso nell’angolo sinistro a proteggere il rovescio e Isner trova facilmente il punto con il lungo linea di rovescio, dominando quasi sempre i pochi scambi che si vedono. del Potro rimane aggrappato al servizio e riesce a portare il set tie-break che non smentisce l’andamento del match. Si procede on serve fino al 6-5 per del Potro. La palla pesa come se fosse piombo ma Isner rischia lo stesso, come fa sempre, solo che la prima non entra, la seconda viente trascinata dal nastro fuori dal campo e si va al terzo.
La svolta che segna il set e la partita arriva inaspettatamente nel terzo game con del Potro al servizio. L’argentino è 40-15 ma il falco gli nega l’ace. All’argentino non ne va più bene una, arriva un gratuito seguito da un gran punto di Isner che si trova la palla break grazie a un doppio fallo di del Potro. L’occasione è ghiotta e lo statunitense la coglie al volo piazzando una risposta profonda sulla quale del Potro, in ritardo, va lungo con il dritto. Null’altro da segnalare fino al 6-4 finale.
[Q] F. Krajinovic b. [1] R. Nadal W/O
[WC] Julien Benneteau b. [3] M. Cilic 7-6(5) 7-5
Sembra non aver più intenzione di fermarsi il francese. Nel gennaio 2016 navigava alla 696ª posizione del ranking, a maggio di quest’anno rientrava faticosamente nei 100. Era pronto a salutare il circuito con quarti di finale a Hertoghenbosch e Anversa, settimana scorsa, come miglior risultati, ma la wild card concessagli dagli organizzatori per onorare la sua carriera ha fruttato: sconfitti in ordine Shapovalov, Tsonga, Goffin e adesso anche Cilic. Benneteau raggiunge la semifinale eguagliando il suo miglior risultato in un torneo mille, solamente nel 2014 giunse al penultimo atto a Cincinnati.
Il match di quarti di finale è stato altalenante, Cilic che era l’ultimo vincitore di un mille ancora in tabellone, ha sciupato il break di vantaggio nel primo set, ha servito avanti 5-3 ma si è fatto controbrekkare, finendo per cedere il parziale al tie-break. Nel secondo allungava subito Julien che però non confermava il break ottenuto in apertura sprecando diverse palle del 3-0. Si faceva riacciuffare ma al momento di servire nuovamente in un momento delicato Cilic cedeva clamorosamente il servizio, Benneteau in risposta si procurava due match point convertendo il secondo e chiudendo l’incontro.
[16] J. Sock b. F. Verdasco 6-7(3) 6-2 6-3
Sfortunati o forse incapaci a Bercy non riescono a chiudere in orario neanche una giornata in cui manca un match al programma. Blackout sul Centrale e incontro che slitta di qualche minuto. Venendo al match l’americano rimonta lo spagnolo e il suo sogno di qualificarsi al Master di fine anno è ancora vivo, sarebbe anche un bel regalo nella stagione in cui ha toccato il suo best ranking. Sock raggiunge così la sua seconda semifinale in un 1000 in carriera, ma per continuare il suo sogno dovrà infrangere prima la favola di Benneteau e poi, molto probabilmente, sfidare e battere il connazionale in uno spareggio in finale proprio sui questi campi che lo videro uscire sconfitto lo scorso anno contro sempre contro Isner.
Verdasco raggiunti i 33 anni deve accontentarsi di un fisico che non gli risponde e lo supporta più come vorrebbe. Nel primo set ha giocato davvero bene mettendo alle strette lo statunitense che parlottava tra sé che meglio di così non potesse giocare. Vinto il primo al tie-break però lo spagnolo non è riuscito a mantenere il livello e alla lunga si è fatto logorare dalle accelerazioni dell’avversario cedendo malamente nei restanti due parziali.
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