Le preoccupazioni di ieri, in conferenza stampa, avevano un pesantissimo fondo di verità: Garbine Muguruza si è infatti ritirata dopo aver perso il primo set contro Barbora Strycova nel primo turno del WTA Premier Mandatory di Pechino. Si era sul punteggio di 6-1 2-0, con la spagnola fin lì disastrosa sotto tantissimi aspetti del gioco e che continuava nella scia di scetticismo già mostrata a Wuhan la scorsa settimana fin dal primo match del tabellone vinto contro Lesia Tsurenko.
Perso il primo turno di battuta del secondo set, la spagnola ha chiesto l’intervento della fisioterapista ma era chiaro che a quel punto la procedura venisse seguita solo per attuare poi il ritiro, come già fatto anche a Roma contro Elina Svitolina. Non c’era neppure la fasciatura sulla gamba sinistra, quella che aveva creato problemi la scorsa settimana, sintomo probabilmente che già prima di scendere in campo aveva ben chiaro che non avrebbe in alcun modo forzato e dopo un set avrebbe preso una decisione. Di fatti, dopo una breve chiacchierata con la fisioterapista ha detto: “Non penso che pur con un trattamento io possa star meglio di così”.
In conferenza stampa era molto frustrata, al punto quasi da piangere per come sono girati male gli ultimi tornei e per il cattivo impatto da numero 1 che ha avuto sul resto del circuito femminile, aggiungendo poi che a peggiorare le cose negli ultimi giorni ci si è messo un virus preso proprio a Wuhan che l’ha ulteriormente debilitata.
Non c’erano le condizioni e soprattutto ora con Singapore distante solo 3 settimane non valeva neppure la pena rischiare di peggiorare ulteriormente la situazione, dimostrando che sia scena in campo soprattutto per non incorrere nella multa per chi (tra le big) non rispetta gli obblighi di presenza della WTA nei tornei importanti.
La ceca, fin li protagonista di una partita ordinata e tutto sommato positiva (per quel poco che ha dovuto fare), affronterà al prossimo turno Julia Goerges mentre è molto probabile che per la numero 1 del mondo si prospettino due settimane di assoluto riposo. Posizione, però, che ora diventa a rischio: Karolina Pliskova, Simona Halep e Elina Svitolina possono avvicinarsi e superarla. Per la ceca e la rumena ci sarà bisogno della finale, mentre per l’ucraina è necessaria la vittoria del torneo.
Nuova, seconda sconfitta consecutiva per Sloane Stephens che non riesce a sbloccarsi dopo il successo allo US Open e cede al primo turno anche a Pechino con la sconfitta per 6-3 6-0 patita contro Christina McHale.
Bisogna soprattutto prendere conoscenza che non è semplice affrontare la questione “condizione fisica” della statunitense vincitrice allo US Open poco meno di un mese fa. C’è stato un mese d’agosto impensabile, una salita rapidissima nel ranking da 957 a 22 che tutti noi abbiamo celebrato e applaudito. Ma c’è anche una realtà abbastanza cruda: dopo 11 mesi di stop, avere una continuità di risultati di quel livello è chiedere troppo. Avesse ottenuto la metà delle vittorie, la metà di quei piazzamenti, le due sconfitte contro Qiang Wang e Christina McHale avrebbero avuto tutt’altra ottica. Ma siamo nel periodo dell’avesse, del potesse: qualcosa che non c’è stato e che non si può considerare più del dovuto. Semmai si può pensare che dopo quel lungo periodo di pausa e i problemi importanti che ha dovuto superare, vederla così diversa dopo aver giocato il miglior tennis della propria vita è quasi comprensibile, al di là della vittoria Slam che qualche scoria la lascia sempre e, considerando le centinaia di situazioni che avrà affrontato tra richieste di interviste, popolarità, presenze a programmi tv, lo spazio per il tennis potrebbe non essere stato sufficiente a preparare questa trasferta.
Ragionando a lungo termine, Stephens è in una situazione comunque da privilegiata: i 2000 punti della vittoria Slam le garantiranno un posto almeno intorno alla top-20 e fino ad agosto del prossimo anno non avrà punti in scadenza, dunque potrebbe anche esserci l’idea di approfittare di queste ultime settimane per cominciare già una preparazione atletica per essere subito pronta a gennaio. Certo comunque che queste sconfitte, con appena 4 game raccolti contro Wang e 3 contro McHale, rappresentano inevitabilmente delle bocciature pesanti anche considerata l’avversaria che si andava ad affrontare e come si sia interpretata la partita. Oggi gli errori sono stati parecchi fin dall’inizio, senza trovare rimedio. Finisce anche la possibilità di accedere al Master di Singapore, possibilità che comunque passava da un grande piazzamento qui.
Tra gli altri risultati di primo turno, sorprende per la dinamica la sconfitta di Dominika Cibulkova contro Elise Mertens. La slovacca, numero 8 del seeding ma in procinto di scivolare ben lontana dalla top-10, si è trovata avanti 5-0 nel primo set prima di vedersi travolta con un parziale di 13-2 in favore della giocatrice belga, una delle rivelazioni della stagione femminile. A pesare soprattutto il crollo della numero 10 del mondo, che da un certo punto in avanti non è più riuscita a giocare su buoni livelli probabilmente anche a causa del problema fisico di 10 giorni fa che non ha potuto trattare al meglio a causa, anche qui, degli obblighi di presenza essendo lei top-10 fin da inizio stagione ed essendo, Wuhan e Pechino, due tornei obbligatori.
Risultati:
secondo turno
[5] C. Wozniacki b. A. Pavlyuchenkova 6-2 6-2
A. Cornet b. [10] A. Kerber 6-4 6-4
D. Kasatkina vs [Q] L. Arruabarrena rinviata
M. Ryabrikova vs [2] S. Halep rinviata
primo turno
B. Strycova b. [1] G. Muguruza 6-1 2-0 rit.
[14] C. Vandeweghe b. D. Vekic 6-2 6-2
[Q] V. Lepchenko b. L. Tsurenko 5-7 6-4 6-2
E. Vesnina b. [Q] M. Linette 6-0 rit.
E. Mertens b. [8] D. Cibulkova 7-6(4) 6-1
S. Peng b. S. Rogers 7-6(3) 3-6 7-5
[Q] C. McHale b. [15] S. Stephens 6-3 6-0
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