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WTA Mosca: Sharapova torna “a casa” dopo 10 anni, si rivede Kleybanova

La voce aveva cominciato a circolare da qualche settimana: Maria Sharapova ha bisogno di giocare, in questo finale di stagione, ed il torneo WTA di Mosca avrebbe potuto cogliere la palla al balzo per garantire attrattiva al pubblico locale. Il collegamento, che non è stato negli anni passati così semplice da realizzare anche per rapporti non certo idilliaci tra gli organizzatori e la campionessa russa, ha avuto buon fine adesso che Sharapova è ben lontana dalla sua forma migliore ed è certa di non prendere parte ad alcun avvenimento sportivo nelle settimane successive.

La ex numero 1 del mondo, dunque, ha accettato la wild-card che gli organizzatori avevano deciso di tenerle da parte anche a costo di negarla a chi, fino a pochi giorni fa, se ne sarebbe dovuta servire per difendere il posto alle Finals di Singapore (Caroline Garcia). Parlando sempre di interessi ed attrattiva verso il pubblico locale, non può esserci paragone tra la possibilità di avere un’atleta che può cancellarsi nel momento in cui vede raggiunto l’obiettivo del Master e la possibilità di riavere nel proprio torneo l’atleta simbolo del tennis russo nel nuovo millennio.

Le sorprese però non sono finite qui, perché il tabellone di qualificazioni che inizierà domani avrà almeno 2 rientri piuttosto graditi: il primo si tratta di Alisa Kleybanova, classe 1989 ed ex numero 20 del mondo, che non partecipa ad un evento WTA da Madrid 2014 e che da Wimbledon di quell’anno a oggi ha completato una decina di eventi ITF (qualificazioni comprese) giocando sempre col contagocce a causa di numerosi infortuni e problemi di varia natura a seguito del cancro, il linfoma di Hogdkin, che la colpì a metà 2011 (a 22 anni) e la fermò in totale per 2 anni. Dalla seconda metà del 2013 è arrivato anche qualche bel risultato, ma poi di nuovo a metà 2014 l’inizio del secondo grande calvario.

Kleybanova che sfiderà al primo turno Vitalia Diatchenko, anche lei sfortunatissima protagonista russa. Nel 2015 veniva convocata in Fed Cup per disputare il primo turno contro la Polonia e nel miglior momento della carriera sfiorò l’ingresso in top-60. Era in ascesa, eppure già reduce da qualche infortunio alle spalle. Poi, a settembre, il match mai iniziato contro Serena Williams: nel riscaldamento si strappò il tendine d’Achille. Rientrò in campo a maggio 2016, giocò appena 4 tornei in 4 mesi dove vinse appena 2 partite prima di un trittico a fine anno che la condusse fino alla finale nell’ITF da 50.000 dollari di Ankara. Altro infortunio grave alla caviglia, altri 6 mesi di stop complessivi. Stavolta, però, il rientro è già più efficace e dopo un titolo e una semifinale a livello ITF, il ranking la vede già nei pressi della top-200. Questo di Mosca sarà il primo torneo WTA da un anno a questa parte.

Infine, e questo è un rientro assoluto, Margarita Gasparyan. La tennista di origine armena, ma con passaporto russo, aveva avuto una grande impennata nei risultati dalla metà del 2015, con il primo titolo WTA ed alcune vittorie di rilievo tra cui un 6-1 6-1 a Doha (2016) contro Karolina Pliskova. Ad Indian Wells, poche settimane dopo, fece partita alla pari contro Roberta Vinci, allora numero 7, perdendo soltanto 6-3 6-7(7) 7-6(5) vedendosi annullare due match point. Da quel periodo, però, ne uscì con un problema fisico che la portò a non vincere più una partita per tre mesi interi e costringendola ad uno stop dopo il torneo di Wimbledon. Non si seppe più nulla di lei (neppure in Russia sapevano a che punto fosse la sua ripresa) fino a quando non apparve in pubblico per la prima volta durante la sfida di Fed Cup tra Russia e Taipei. Anche lì, però, parlò pochissimo con la stampa e le informazioni non furono mai pienamente confermate: qualcuno raccontava di almeno due interventi al ginocchio, altri di una complicazione alla schiena piuttosto importante. Poche settimane fa, infine, la prima foto di lei su un campo da tennis e ora, 15 mesi dopo l’inizio ufficiale del calvario, la possibilità di rientrare in un torneo WTA.

Diego Barbiani

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