[2] G. Muguruza b. [7] J. Ostapenko 6-3 6-4
Garbine Muguruza è un’altra giocatrice rispetto a dodici mesi fa, e lo sta confermando anche dopo una prima prestazione a queste WTA Finals di grande spessore. Giocare contro Jelena Ostapenko è al momento una delle opzioni che chiunque vorrebbe evitare: si scambia veramente poco, anche se la tipologia del tuo gioco è aggressiva, si rischia di fare da sparring, costretti a rigiocare i colpi tenendo il più possibile a freno la furia della lettone. Eppure la spagnola ha tenuto alla grande il campo e spezzato, con intelligenza, tutti i momenti migliori della giovane avversaria.
Nel 2016 lasciava Singapore tra tanti rimpianti, dopo 2 brutte partite e una vittoria regalata da Svetlana Kuznetsova, con la testa già alle semifinali. Questo anno arriva con altissime chance di diventare numero 1 e una prova come oggi è un indicatore buonissimo di quella che è la sua condizione dopo le difficoltà palesate in Cina. Il 6-3 6-4 inflitto ad Ostapenko è maturato tra un primo set molto più equilibrato di quello che dice il reale score ed un secondo che ha visto la forbice allargarsi inesorabilmente, fino alla mezza rimonta della campionessa del Roland Garros, strozzata però sul 4-5.
Jelena è partita un po’ più contratta, con due game al servizio persi proprio nei primi due momenti in cui è andata alla battuta nell’intero match. Poi è cresciuta, tantissimo. La prima di servizio aveva trovato grande continuità e la risposta era, come sempre, una parte molto importante con cui prendere subito il comando delle operazioni. Il settimo game ha vissuto di grandissimo tennis, dove la lettone spingeva forte e metteva a segno tantissimi vincenti. Muguruza cercava di mantenersi avanti, ma alla quarta palla break concessa vedeva il suo margine ridursi fino al 3-4. Tutto faceva presagire a un finale molto più in bilico, un parziale che avrebbe potuto decidersi tra il dodicesimo game e il tie-break, ma sul 3-4 30-15 Ostapenko ha chiamato un occhio di falco che ci stava, sul momento, visto che la sua prima di servizio era potente e molto vicina alla riga, ma da lì in avanti non è stata più aggressiva come prima. Due seconde di servizio sono costate carissimo, perché per quanto cercasse di andare al corpo della spagnola questa entrava benissimo col rovescio, prendendo subito campo e costringendo l’avversaria a rincorrere. 5-3, 6-3. Da quell’occhio di falco tra la prima e la seconda palla Ostapenko ha perso 7 dei successivi 8 punti giocati.
L’importanza di questo parziale vinto dalla spagnola è molto nei numeri: per lei i vincenti (così come i gratuiti) sono piuttosto contenuti, segno che appunto c’è ben poco da fare contro Ostapenko anche se si propende più per un tennis aggressivo, ma la lettone aveva 15 vincenti e appena 10 errori. Normalmente quando c’è almeno un +5 di differenza in questo calcolo, la numero 7 del mondo è avanti nel punteggio. Oggi invece si ritrovava sotto 6-3, un capitale importantissimo per la campionessa di Wimbledon, come detto molto concentrata soprattutto nei punti importanti, a conferma che nel tennis tutti i punti pesano uguale ma non tutti sono ugualmente pesanti.
L’inizio del secondo set sembrava in linea con quanto avvenuto subito prima, ma 3 pasticci della lettone nel terzo game hanno segnato la prima spaccatura della frazione. Da lì in avanti Ostapenko ci credeva sempre meno, anche perché la sua avversaria non aveva cali. Probabilmente non esprimeva un tennis propositivo e scintillante, ma faceva tutto che serviva per tenere vivo ogni punto e demoralizzare sempre più la ventenne numero 7 del mondo. Jelena voleva attaccare sul dritto, ma non ha avuto molto spesso una palla veramente comoda da attaccare. C’erano i rischi e non sempre questi pagavano. Poi, dal 6-3 2-1 e servizio Muguruza un paio di game volati prima di mettere in piedi un tentativo di rimonta niente male, a dimostrazione che se riesce a resettare quanto accaduto può essere una durissima cliente fino alla stretta di mano. Tre game consecutivi, poi due match point annullati e quel rovescio lungolinea giustissimo come soluzione ma che è rimasto troppo basso rispetto al nastro che poteva invece darle la chance del 5-5. Sarebbe stato bello vedere che partita avrebbe potuto nascere, da lì in avanti, ma questo sarà solo materia per le teorie più o meno serie dei prossimi minuti, a sipario ormai calato.
Ci sarà tempo per la lettone, per provare a raddrizzare le cose, ma questi sono gli esempi di avversarie che andrà ad affrontare in questo ambiente per lei nuovo, dove ogni partita è contro le migliori, giocatrici più esperte, più preparate anche mentalmente ad affrontare incontri contro avversarie esuberanti, che vogliono comandare ogni punto e che sanno esprimere tennis di alto, altissimo nel caso della lettone, livello. Per quanto riguarda Garbine, la prossima partita contro Karolina Pliskova si prospetta già molto equilibrata visto anche come la ceca ha disposto facilmente di Venus Williams.
[3] Ka. Pliskova b. [5] V. Williams 6-2 6-2
Non è bastato l’enorme affetto del pubblico, a Venus Williams, che ha cominciato le WTA Finals con una netta sconfitta nel match d’apertura del day-1 contro Karolina Pliskova. 6-2 6-2 il punteggio che ha premiato la ceca, apparsa in ottima forma e con pochissimi errori lungo l’ora e un quarto di gioco. Lei che, nella stagione regolare, è stata la regina degli ace con 438 messi a segno, ha cominciato la sua corsa nel rush finale del 2017 proprio con un punto diretto dal servizio e nell’unico game alla battuta veramente combattuto, sul 6-2 1-1, si è tolta dai guai servendo in maniera eccellente. Rimontata da 40-15, con una Williams che ha probabilmente dato tutto in quel frangente, ha servito 3 ace sotto pressione, tutti diversi: slice a uscire da destra, kick a uscire da sinistra, botta potente al centro del campo. 16 punti giocati, con qualche occasione che incomincia a venire fuori per la sua avversaria, eppure sempre tantissimo sangue freddo e grande controllo della situazione.
Perfetta, pochi altri aggettivi descrivono la sua prestazione odierna. Un primo set dominato, favorita se vogliamo da una statunitense che fin dai primi game è sembrato aver avvertito qualcosa all’anca sinistra. Al di là dei tanti errori che hanno subito dato il là alla gara della ceca, c’era un servizio che per quasi tutta la partita ha stentato. 3 game persi nel primo set, 2 nel secondo. Una percentuale di punti vinti sulla seconda disastrosa: appena un punto vinto su 9 (11%), tre su 16 (meno del 20%) fino al 6-2 4-1. Dall’altra parte della rete Pliskova viaggiava quasi a velocità di crociera, in controllo ma sempre ben attenta a non creare chance all’avversaria. Vincenti, tanti. Scambi in contenimento, pure.
Durante lo US Open, poco prima di affrontare CoCo Vandeweghe, diceva di non sentirsi tanto una giocatrice che colpisce vincenti dopo 2 colpi ma di preferire trovare l’occasione giusta per andare a segno. Oggi questo atteggiamento si è visto anche nei momenti in cui cercava di variare il ritmo con lo slice, usato poche volte ma in maniera efficace, o nelle parole di Rennae Stubbs, scesa a parlarle a fine primo set: “Ottimo, perfetto, mi piace tantissimo questo atteggiamento”. Quattro game persi, dimostrazione molto importante di forza in vista dei prossimi match. Soprattutto, importante un divario nei game vinti e persi di questo livello in vista di possibili tie nel girone. “Non ci sono match facili qui, sono felice di aver giocato così bene fin dall’inizio”, adesso la domanda è dove potrà arrivare visto che c’è un numero 1 in ballo e lei è una delle candidate principali al trono. Discorso diverso per Venus, che ora dovrà anzitutto vedere come saranno le sue condizioni fisiche in vista dei prossimi 2 match.
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