[5] V. Williams b. [2] G. Muguruza 7-5 6-4
Al termine di due ore di partita con tanti alti e bassi, dove si avvertiva la difficoltà di sbloccarsi, soprattutto da parte di Garbine Muguruza, in un match da dentro o fuori (e con tutti i risvolti di contorno) è Venus Williams a poter esultare. A 37 anni la statunitense conquista le semifinali delle WTA Finals aggiudicandosi lo spareggio contro la numero 2 del mondo per 7-5 6-4. Un colpo piuttosto duro alla stagione della campionessa di Wimbledon, che conclude un Master da 5,5 in pagella bruciando diverse occasioni lungo i due set di oggi.
Strano, se vogliamo, l’evoluzione che ha avuto questo torneo per Garbine, arrivata con qualche punto interrogativo sulla propria condizione fisica ma che sembrava comunque in grado di approfittare di un girone equilibrato ma per lei non impossibile, soprattutto dopo l’esordio abbastanza solido contro Jelena Ostapenko. Doveva essere un testa a testa fino alla fine tra lei e Simona Halep per il numero 1 del mondo, ma con questo risultato il banco è saltato: domani alla rumena basterà scendere in campo e automaticamente sia Venus, che Caroline Wozniacki saranno escluse dalla corsa al numero 1 del mondo. Rimarranno soltanto Karolina Pliskova ed Elina Svitolina, obbligate però a vincere il titolo.
Intanto ci saranno le semifinali e, da un certo punto di vista, non è affatto male vedere come seconda qualificata nel gruppo bianco la maggiore delle sorelle Williams. Al primo posto, nel gruppo rosso, ci sarà quasi sicuramente Caroline Wozniacki, apparsa lanciatissima fin qui. In carriera, Venus l’ha sconfitta 7 volte su 7 e rappresentava, assieme ad Ostapenko, l’avversaria potenzialmente più pericolosa per lei. I confronti diretti, sabato, vorranno dire poco perché a questo punto è soprattutto una questione di energie rimaste, soprattutto se la carta d’identità segna 37 primavere. Eppure per creare un po’ d’incertezza lei era la carta migliore che si poteva proporre. Non questa Muguruza, ancora vittima di una partita molto, troppo altalenante. Il match d’apertura sembrava indicare una giocatrice in buona condizione, ma prima contro Pliskova e ora contro Venus è stata troppo a ritmo alternato. Contro la numero 3 ha ammesso di essersi sentita male in campo fin dai primi momenti, non riuscendo ad imbastire una rimonta, mentre oggi ha costruito una sfida equilibrata ma dove non ha mai veramente cambiato marcia, faticando al servizio e sbagliando tanto. Venus, intelligentemente, ha contenuto i momenti in cui la spagnola sembrava cercare di scavare un po’ di margine, rintuzzando sempre i suoi tentativi. Il servizio, come contro Ostapenko, latitava ma era più incisiva nello scambio.
Non è bastato, a Muguruza, ripartire con un altro spirto nel secondo set dopo aver buttato alle ortiche il primo. Era molto più propositiva e a maggior ragione è stato grave per lei non sfruttare lo 0-30 sul 3-1 di vantaggio. Il doppio break le avrebbe probabilmente regalato maggiore tranquillità, necessaria per imbastire una vera rimonta. Così invece è andato tutto in frantumi e anche un nuovo break per il 4-3 e servizio è voluto dire nulla. Venus è subito rientrata e sul 5-4 ha chiuso la partita.
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