Roger Federer deve far ricorso a tutta la sua immensa classe per avere la meglio su un super Juan Martin del Potro. L’argentino grazie al suo dritto devastante ha costretto all’angolo il numero 2 del mondo per lunghi tratti del match, dando la sensazione di poter portare a casa il trofeo per la terza volta a spese sempre dello svizzero, già costretto alla resa nel 2012 e nel 2013.
Probabilmente la notizia più importante a questo punto della stagione è proprio il ritorno in piena forma del gigante di Tandil che oltre a testare duramente e con successo il suo fisico, ha dimostrato ancora una volta di avere energie infinte. Chissà cosa capiterà il prossimo anno se tutto filerà alla perfezione. Pur non avendo vinto a Basilea l’argentino rimane ancora in corsa per un posto alle ATP Finals della prossima settimana.
Per quanto riguarda Federer, lo svizzero ha centrato l’ottava vittoria (in 13 finali disputate) a Basilea. 8 come i titoli a Wimbledon, davanti a loro c’è solo Halle con 9. Avendo firmato un contratto di altri due anni con il torneo di casa, l’obiettivo di raggiungere le due cifre come ha già fatto Nadal in 3 tornei non è affatto remota.
E infine, nuovo numero: 1129, i match vinti in carriera dallo svizzero, 127 in meno di Connors che si issò a 1256. Quest’anno saranno alla fine certamente più di 50. E’ dura, ma se la salute l’aiuta e la voglia si mantiene quella di oggi, chissà.
Un accenno anche al secondo torneo che si è giocato in settimana. Secondo derby francese in finale quest’anno tra Lucas Pouille (vincitore) e Jo Wilfried Tsonga dopo quello andato in scena a Marsiglia con esito invertito. È anche il sesto torneo vinto quest’anno da tennisti transalpini (lo scorso anno alla fine furono 5). Tsonga è ancora in lizza per un posto al Master, ci sono 4 tennisti tra i top 30 e 10 tra i top-100 anche se sei di loro sono over-30 e il prossimo mese la Francia giocherà la seconda finale di Coppa Davis negli ultimi 4 anni, per non parlare della Francia al femminile, unica nazione ad avere due top-10. Beati cugini, che invidia.
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