C. Garcia b. [3] E. Svitolina 6-7(5) 7-5 7-6(6)
Caroline Garcia sta compiendo un miracolo. Prima di Tokyo era fuori dalle prime 20 del mondo con oltre 1800 punti di ritardo da Johanna Konta, allora numero 7 della Race. Oggi, dopo l’incredibile 6-7(5) 7-5 7-6(6) ai danni di Elina Svitolina il ritardo si è ridotto ad appena 425 lunghezze. Il primo obiettivo è raggiunto: prolungare il sogno impossibile chiamato “Singapore” e darsi la possibilità, in caso di sconfitta domani in semifinale contro Petra Kvitova, di avere ancora due tornei a disposizione (contro uno soltanto della britannica) per provare a limare il distacco.
È qualcosa di straordinario, come straordinario è il match vinto oggi contro una Elina Svitolina che ad un certo punto è stata nuovamente preda dei nervi come in altre importanti circostanze in stagione, ma che nel tie-break decisivo ha dato tutto quello che aveva per mantenere vivo il sogno di diventare numero 1 del mondo dopo questo torneo, obiettivo che ora è nelle mani solo e soltanto di Simona Halep che avrà il compito, domani, di battere Jelena Ostapenko.
Ha anche avuto un match point, l’ucraina, ma sul 6-5 nel tie-break si è vista respingere da uno dei tanti rovesci vincenti della francese, perfetta più nelle rimonte che nel momento della chiusura, anche se alla fine il suo grande coraggio è stato giustamente premiato. Perso un primo set dove si è fatta trattare una gamba quando era un set avanti ed ha visto il break sul 6-5 svanire a zero, dal secondo parziale ha giocato con ancora più caparbietà, prendendosi tanti rischi e lasciando Svitolina volare avanti 3-2 e 4-3 e servizio. Sempre ripresa, ha poi messo la freccia sul 6-5 con un break a zero che ha riportato tutto in parità.
Elina sta vivendo un’annata straordinaria, ma alcune delle sconfitte subite sono concenti. Prima il 6-3 5-1 divenuto 3-6 7-6(6) 6-0 contro Simona Halep a Parigi, nei quarti di finale, poi il 6-7 6-1 4-2 divenuto 7-6 1-6 6-4 in favore di Madison Keys nei quarti di finale dello US Open. Anche oggi, ogni volta che è stata avanti non ha mai saputo confermare la battuta. Dopo il secondo set è stata 3-1, poi dal 3-3 ha sempre avuto un break di vantaggio, servendo due volte per il match e vedendosi sempre rimontare. In risposta il suo gioco era superefficace, ma quando era al servizio si irrigidiva e veniva travolta dalla potenza dell’avversaria. Ha influito tantissimo, game dopo game, tutto quello accaduto fin lì nel match: dopo 4 break non confermati, Svitolina è andata al servizio sempre più scoraggiata e soprattutto sul 6-5 (nel terzo set) non ha proprio dato l’idea di poter contrastare la rivale.
Nel tie-break decisivo tutto è tornato a funzionare e di nuovo l’equilibrio regnava sovrano fino a che, sul 5-5, Svitolina col servizio a disposizione si guadagnava il punto del match point. Dal 6-5, però, sono arrivati solo vincenti da parte della sua avversaria, che è andata a prendersi con forza la nona vittoria consecutiva, l’undicesima negli ultimi 19 giorni, coltivando ancora quel pazzo sogno chiamato “Singapore” che da vera utopia si sta giorno dopo giorno materializzando. Domani la sfida tutt’altro che facile contro Petra Kvitova, comunque già battuta sul veloce indoor lo scorso anno in Fed Cup. Nell’ultimo confronto, però, c’è un 6-0 6-4 per la ceca, allo US Open dello scorso settembre.
[2] S. Halep b. D. Kasatkina 6-2 6-1 & [9] J. Ostapenko b. S. Cirstea 6-4 6-4
È una settimana dai contorni sempre più particolari quella che sta attraversando Simona Halep. È come se il destino, che più volte si è preso gioco di lei negli ultimi mesi sbattendole sempre la porta in faccia nel momento più bello, si sia nuovamente addolcito con la rumena. Ebbene sì, ci risiamo: la numero 2 del mondo si ritrova potenzialmente ad una vittoria dal diventare la nuova numero 1 del mondo. Eravamo a questo punto già a Parigi, prima ancora che ad Eastbourne o Wimbledon o Cincinnati (o magari anche allo US Open, quando però le vittorie sarebbero potute essere 2), ma quello che fa specie è che sembra trattarsi della chiusura del cerchio perché domani, dall’altra parte della rete, ci sarà Jelena Ostapenko. L’unica circostanza per cui un’eventuale vittoria domani non possa voler dire “numero 1 del mondo” è quella in cui dall’altra parte della rete, nell’ultimo atto, ci sia Elina Svitolina.
Da Ostapenko ad Ostapenko, dalla finale del Roland Garros, secondo Slam della stagione, alla semifinale di Pechino, ultimo WTA Premier Mandatory del 2017. Ancora una volta, Halep sembra favorita. Come potrebbe non esserlo, almeno sulla carta? 6-2 6-2 a Maria Sharapova, 6-2 6-1 a Daria Kasatkina, vendicando prima tutte le amare sconfitte (7 su altrettanti confronti) patite contro l’ex numero 1 del mondo, poi quella della scorsa settimana a Wuhan. Kasatkina che, comunque, non è riuscita nemmeno ad avvicinarsi alla versione scintillante che aveva battuto Agnieszka Radwanska e che ha concluso il primo set con uno sconcertante bilancio di 2 vincenti e 21 errori gratuiti. Troppi per pensare di fare partita alla pari contro una delle migliori regolariste del circuito. Halep, al diciassettesimo torneo della stagione, approda dunque alla settima semifinale. La striscia, cominciata a Madrid, indica una costanza di risultati che dovrà, prima o poi, trovare la sua ciliegina sulla torta in un momento dove comunque l’incertezza regna quantomai sovrana, tanto che si rischia di arrivare al Master di Singapore con ben 7 giocatrici in grado di terminare l’anno al numero 1 del mondo e la stessa Muguruza, ora leader, in 2 settimane potrebbe vedersi fuori dalla top-5.
Ostapenko, ancora in settima posizione, è ora distante appena 1125 punti dalla spagnola. È alla terza semifinale nelle ultime 3 settimane, nessuna meglio di lei in un momento della stagione dove le big cercano di rifiatare per sparare le ultime cartucce proprio alle Finals. Il 6-4 6-4 odierno contro Sorana Cirstea è l’identico punteggio con cui aveva superato la rumena allo US Open qualificandosi, in quella circostanza, al terzo turno. Oggi, invece, approda alla settima semifinale stagionale, e sarà quantomai interessante vedere se il suo gioco saprà farsi valere contro la grande costanza di Halep, proprio come avvenne quel pomeriggio parigino in cui è entrata nella storia. Dovrà limitare il più possibile l’aggressione al servizio, ma è avvantaggiata da soluzioni da fondo campo che molto spesso, ancora, riescono a coprire queste lacune e che oggi le hanno permesso di strappare la battuta 6 volte alla sua compagna di doppio, fermatasi (lei) a 4 game di risposta vinti. Un eventuale nuovo successo, domani, la proietterebbe al numero 5 del mondo. A metà febbraio era numero 71.
Altri incontri:
Continua la marcia di Petra Kvitova, ed il 6-3 6-4 ai danni di Barbora Strycova è un risultato fondamentale per tanti motivi. Il primo, il più banale, è quello che la vede continuare nella striscia di vittorie consecutive contro le connazionali, che con oggi tocca quota 24 incontri consecutivi dalla sconfitta a Madrid 2012 contro Lucie Hradecka. Il secondo, il più nascosto è che grazie a questo risultato la ceca entra nella top-30 della Race, la classifica che tiene conto dei risultati ottenuti da inizio stagione. Il tutto dopo aver saltato i primi 5 mesi a causa dell’accoltellamento dello scorso dicembre.
Sarà fondamentale, per lei, rimanere in questo gruppo (una vittoria domani le darebbe una sicurezza del 95%), perché così eviterebbe rischi di non essere testa di serie all’Australian Open 2018 distante, escludendo la off season e le prime 19 impegnate nei rispettivi Master di fine anno, appena 4 settimane (che diventano 3 per le assegnazioni delle teste di serie). Con Maria Sharapova e Victoria Azarenka praticamente certe, in caso di presenza, di non essere tra le teste di serie e Serena Williams che, anche lei in caso di presenza, avrà una testa di serie molto probabilmente tra 25 e 32, il tabellone sarà comunque potenzialmente devastante.
Risultati:
[12] P. Kvitova b. B. Strycova 6-3 6-4
C. Garcia b. [3] E. Svitolina 6-7(5) 7-5 7-6(6)
[9] J. Ostapenko b. S. Cirstea 6-4 6-4
[2] S. Halep b. D. Kasatkina 6-2 6-1
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