[2] S. Halep b. [WC] M. Sharapova 6-2 6-2
Dopo oltre cinque anni di sole batoste (sette su altrettanti incontri, per la precisione), Simona Halep ha vissuto la sua giornata tanto attesa. La numero 2 del mondo ha battuto, o meglio ha dominato Maria Sharapova negli ottavi di finale del WTA Premier Mandatory di Pechino, ultimo appuntamento importante della stagione femminile prima delle Finals di Singapore.
Il 6-2 6-2 di oggi non servirà probabilmente a smorzare le tante sconfitte pesanti subite, le finali perse contro la russa, il primo turno dello US Open dove lei veniva da Cincinnati e dal 6-1 6-0 rimediato in finale contro Garbine Muguruza, con mille pensieri nella testa e quell’ossesione chiamata “numero 1” che continuava a tormentarla mentre l’altra, riposata dopo 4 settimane di pausa, era più che mai determinata a dimostrare al mondo di essere ancora qualcuno alla prima partita di cartello dal rientro per la squalifica antidoping. Quella sera, a New York, il 6-4 4-6 6-3 in favore dell’ex numero 1 del mondo fu la mazzata finale per la rumena dopo 3 mesi di tantissime delusioni. Quella sera, però, nacque in Halep il pensiero di provare a cambiare qualcosa pur sapendo di non poter snaturare troppo il suo gioco che deve pur sempre basarsi su un ottimo stato atletico per coprire il campo in ogni angolo e con rapidità, e sulla capacità di rigiocare quanti più colpi possibili.
Oltre a Darren Cahill è stato chiamato Andrei Pavel, in Cina questa settimana a dare i primi consigli alla rumena che ha confessato di averlo visto come una figura di riferimento fin da quando aveva 10-11 anni. Ora che è accanto a lui, è riuscita a superare l’ostacolo più difficile che le si sia mai posto davanti. Anche lo US Open aveva mostrato che quella contro Sharapova era per lei una vera fatica a livello psicologico: la russa soffre le contrattaccanti, soffre vedere quella palla tornare indietro una volta di più e soffre chi è in grado di rispondere quasi sempre ai suoi servizi. In un momento non perfetto come quello attuale, dove non ha ritmo né partite nelle gambe, Simona doveva approfittarne. Ed ecco infatti che in un’ora e pochi minuti dopo il primo punto, la rumena aveva la chance di servire per il match sull’inaspettato punteggio di 6-2 5-2.
Questo vantaggio enorme era il risultato di una partita, da parte della numero 2 del seeding, magistrale. Spostamenti rapidissimi, sempre puntuale nel momento dell’impatto con la palla, un dritto in top spin sempre profondo e usato anche per non dare mai troppo ritmo alla russa. Sembrava andassero a due velocità diverse, lungo il perimetro di gioco. Le due partite piuttosto travagliate per Sharapova avranno inciso ma non c’è un’unghia da togliere alla prestazione di Simona, semplicemente perfetta fin dall’inizio nella sua tattica, nella sua capacità di difendere e girare lo scambio. Ci sarebbe voluta una russa almeno all’80% della condizione per farci partita alla pari. Forse la vedremo più avanti, ma oggi è la giornata di Halep.
[9] J. Ostapenko b. S. Stosur 6-3 7-5
Ieri scrivevamo che il forfait di Johanna Konta ad Hong Kong abbia spianato la strada a Jelena Ostapenko nella corsa a Singapore. La lettone era certa di terminare nelle prime 8, ma ancora non era arrivata l’ufficialità da parte della WTA circa la sua qualificazione al Master di fine anno e con l’ipotesi di una Caroline Garcia che mette a segno il mese della vita sorpassandola, con la campionessa del Roland Garros senza più vittorie da qui alla fine, lasciava aperto lo spiraglio (minuscolo) della wild-card che l’avrebbe estromessa per una serie di ragioni che sarebbe state comunque difficilmente comprensibili.
Non ha badato a calcoli, la numero 9 del seeding di Pechino, che è entrata in campo con l’unico intento di vincere e ha giocato se possibile in maniera ancora più aggressiva che in altre circostanze. Ha voluto prendersi la vittoria, contro Samantha Stosur, attaccando il servizio dell’australiana in ogni game di battuta. 10 palle break ottenute nel primo set, 8 solo nei primi 3 game di risposta. 12 nel secondo, 10 nei primi 3 game. Alla luce di questi dati, fa quasi effetto vedere che ha vinto “soltanto” per 6-3 7-5, bissando la vittoria (in rimonta, in quell’occasione) negli ottavi di finale del Roland Garros.
Un po’ troppo imprecisa, un po’ le solite difficoltà al servizio, e l’avversaria riusciva in qualche modo a mantenere il contatto. Trovasse continuità anche con la battuta, Ostapenko potrebbe cominciare a rifilare dei 6-2 a chiunque senza pietà. 6-2 che stava per maturare nel primo set, quando ha servito per il parziale nell’ottavo game e ha perso (per la prima volta nella partita) la battuta da 30-0. Nel secondo invece è stata avanti 4-2 dopo aver battagliato per 4 game durati in tutto 34 minuti. Un nuovo calo, l’ultimo, ha concesso il recupero a Stosur che però, sul 5-6, ha ceduto al secondo match point.
Jelena diventa dunque la settima qualificata alle Finals, oltre a prepararsi alla sfida negli ottavi contro una tra Shuai Peng e Christina McHale. Con un occhio alla Race, si vede che la distanza dalla numero 1 Muguruza, nonostante lei sia al momento settima, è di appena 1395 punti, con la spagnola già eliminata. Può ancora succedere di tutto. Così come può ancora succedere di tutto per l’ottava posizione, che sembrava saldamente nelle mani di Johanna Konta fino a qualche settimana fa. Caroline Garcia, dopo i 900 punti di Wuhan, ne incamera altri 120 battendo Elise Mertens 7-6(4) 6-4, rimontando da sotto 0-4 nel primo set. Un eventuale successo nel derby francese contro Alizé Cornet la porterebbe a soli 500 punti dalla britannica, con la possibilità di giocare un torneo in più a due settimane dalla fine.
Altre partite:
Agnieszka Radwanska abdica e, molto probabilmente, chiuderà la propria stagione senza un titolo vinto per la prima volta dal 2010. In generale, il suo ranking la prossima settimana sarà di numero 17, il peggiore dal 2007. La polacca è stata sconfitta 4-6 7-5 6-2 in un match molto intensa e ben giocata contro Daria Kasatkina, in un perfetto mix di palle corte e lob, con conclusioni spesso di pregevole fattura. Mettiamo qui qualche punto tra i migliori visti:
Fin qui, una prevalenza di colpi più spettacolari da parte di Radwanska, che stava tenendo la testa anche nel punteggio e si avvicinava sempre più alla vittoria. Sul 5-4 in suo favore nel secondo parziale, la russa si è trovata con le spalle al muro costretta a servire un delicatissimo punto sul 30-30. Qui però ha avuto il coraggio di giocare un nuovo lob, vincente, che ha spezzato l’equilibrio.
Da lì in avanti è stata lei la padrona del campo, con Radwanska di colpo impauritasi e non più in grado di giocare i punti con la tranquillità precedente, sbagliando tanto e subendo altrettanto il tennis della russa. Vinto il secondo parziale, Kasatkina ha poi subito preso il comando nel set decisivo, chiudendo con un comodo 6-2.
Fuori la campionessa del 2016, mentre resiste una delle 4 semifinaliste della passata edizione. Elina Svitolina supera, anche piuttosto nettamente, lo spauracchio Ashleigh Barty, al primo match dalla finale di Wuhan. 6-4 6-2 il punteggio per l’ucraina che sembra essere ripartita piuttosto forte dopo le 3 settimane di pausa prese dopo lo US Open e qui a Pechino si gioca tanto del suo finale di stagione dove può dire qualcosa anche in ottica numero 1 del mondo. Potrebbe diventarlo già in questa settimana, ma avrebbe bisogno della vittoria nel torneo ed essendo appena agli ottavi è giusto andare ancora cauti.
Risultati:
terzo turno
D. Kasatkiva b. [11] A. Radwanska 4-6 7-5 6-2
[2] S. Halep b. [WC] M. Sharapova 6-2 6-2
secondo turno
[3] E. Svitolina b. A. Barty 6-4 6-2
C. Garcia b. E. Mertens 7-6(4) 6-4
[9] J. Ostapenko b. S. Stosur 6-3 7-5
S. Peng b. [Q] M. Niculescu 6-3 6-2
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