[1] G. Dimitrov b. [6] F. Fognini 6-3 7-6(2)
Grigor Dimitrov batte Fabio Fognini nella prima semifinale dell’ATP 250 di Stoccolma conquistando la quarta finale stagionale e salendo numero cinque nella Race to London. Dopo le due grandi battaglie vinte contro Ymer e Sock annullando tre match point, Fabio questa volta non è riuscito nell’impresa di rimontare il bulgaro pur essendo stato avanti di un break nel secondo set. Troppo forte alla fine Dimitrov che quando si è trovato in svantaggio ha tirato fuori tutta la sua classe facendo sua una partita che, a parte quel piccolo black out, sarebbe stata perfetta.
Fognini vince il sorteggio e sceglie di partire in risposta ma Dimitrov piazza prime oltre i 200 km orari e non si gioca. Qualche difficoltà in più la trova subito Fabio che sulla seconda di servizio si trova a subire l’aggressività di Dimitrov che risponde bene e gioca profondo. Fabio però è solido e al momento giusto piazza la prima e tiene il servizio aiutato anche da un dritto che viaggia sulle righe giocato spesso in inside-in. Si vede che Fognini sente la palla e infatti nel terzo game è lui a farsi pericoloso in risposta e a riuscire a prendere in mano lo scambio costringendo il bulgaro a difendersi spesso con lo slice di rovescio che però risulta poco efficace. Funziona bene invece quello di Fabio in top che con due accelerazioni vincenti lungo linea sulla riga si procura due palle break, quante ne ha concesse il bulgaro in tutto il torneo senza perdere mai il servizio. Quando gli serve però Dimitrov trova la prima e spinge da fondo costringendo Fabio due volte all’errore con il rovescio e poi trova anche l’ace che gli era mancato e salva un turno di battuta complicato. Costretto ad alzare il livello del gioco sorpreso dall’intraprendenza di Fognini, Dimitrov inventa una risposta vincente e un passante di rovescio in slice incrociato stretto che, con un erroraccio di Fabio, lo portano ad avere tre palle break consecutive concretizzando la seconda grazie ad una sberla di dritto con cui fa partire lo scambio e poi lo domina. Con il prezioso vantaggio, Dimitrov lascia andare i colpi e sale rapidamente 4-1. Al cambio di campo Fognini chiede l’intervento del fisioterapista e, dopo un trattamento alla gamba destra, si riprende a giocare con Dimitrov che controlla senza problemi i suoi turni di battuta e chiude 6-3.
Il secondo parziale comincia subito in salita per Fabio che subisce il break nel game d’apertura sbagliando una smorzata sulla palla break con Dimitrov fuori dal campo che poi non ha problemi a tenere il suo turno di battuta. Nel terzo game Fabio si trova ancora in difficoltà al servizio e, sul 15-30, la rottura sembra imminente. Invece il bulgaro si addormenta mentre Fabio si risveglia. Tiene il servizio con autorità e poi inizia a trovare la risposta mettendo in difficoltà Dimitrov, poco abituato a vedersi tornare indietro una palla complicata da gestire quando serve la prima. Con qualche gratuito di troppo il bulgaro cede il servizio nel terzo game rimettendo in gioco Fognini che, sempre più carico, mette addirittura a segno il doppio break nel quinto game salendo 4-2. La reazione di Dimitrov perrò arriva e fa anche male. Dimitrov legge bene il servizio di Fognini e risponde sassate mettendo a segno il contro break con un rovescio lungo linea vincente sulla riga da manuale. Ristabilita la parità dopo il doppio break e contro break, il parziale arriva al tie-break che celebra la classe del bugaro. Con un mini break di vantaggio in avvio, Dimitrov gioca con grande attenzione senza mai dare segni di cedimento. Arrivano gli errori di Fabio mentre Dimitrov non concede niente e chiude 7-2.
[4] J. del Potro b. [8] F. Verdasco 6-7(4) 6-4 7-6(1)
Stoccolma porta bene a Juan Martin del Potro che torna in finale dopo un anno, e lo fa proprio nell’ultimo torneo che ha vinto, grazie alla vittoria in rimonta dopo una battaglia di oltre due ore e mezza contro un ottimo Fernando Verdasco. La partita, paicevole e a tratti spettacolare, ha visto i due affrontarsi a viso aperto con del Potro che ha avuto bisogno del suo miglior gioco per avere la meglio sullo spagnolo mai domo, coraggioso e in gran forma, crollato solo nel finale.
Pronti via e Verdasco parte a razzo. Nonostante tre prime su quattro servite da del Potro, lo spagnolo risponde profondo, entra nello scambio con il rovescio lungo linea e va a segno con il dritto a sventaglio. Lo schema funziona alla perfezione e gli frutta tre palle break e il break stesso. Ingiocabile al servizio, sfrutta con potenza e precisione le curve mancine buttando fuori dal campo l’argentino che se riesce a rispondere non può fare nulla sul colpo successivo come dimostra l’unico punto conquistato in due turni di risposta. Lo spagnolo è incontenibile, c’è la necessità di mettere in campo un servizio davvero pesante per tenerlo a bada e del Potro inizia a trovarlo riuscendo ad entrare finalmente in partita. Con il servizio arriva anche la risposta sempre più continua e profonda che gli permette di mettere a segno il contro break nel sesto game. Verdasco è indiavolato, risponde a tutto braccio e tira il dritto sempre più forte strappando di nuovo il servizio all’argentino che non riesce a contenerne la furia e lo cede a zero. Saltano gli schemi, il servizio non è più determinante mentre lo è la capacità dell’uno o dell’altro di prendere in mano il gioco con il colpo più forte. Per prendere a pallate l’agentino bisogna mantenere altissimo il ritmo del gioco, spostarlo in continuazione senza farlo giocare da fermo e non è un’impresa facile specialmente se lui riesce a difendersi bene con il rovescio il slice aspettando la palla giusta per iniziare a prendere in mano il gioco con il dritto. E così, dopo uno scambio di 31 colpi, meglio dire “randellate”, arriva un altro break in favore dell’argentino che ristabilisce l’equilibrio dei servizi che poi portano al tie break. Dopo un iniziale eqilibrio e scambio di minibreak è lo spagnolo ad allungare nel nono punto procurandosi i due servizi che gli permettono di chiudere il set.
Dopo la vittoria del primo set, Verdasco comincia il secondo molto carico e centrato con un turno di servizio che fa suo velocemente e mette subito gran pressione a del Potro in risposta costretto ad aggrapparsi alla prima per tenere un pericoloso turno di battuta. Ma proprio quando Verdasco sembra atleticamente più pimpante e più incisivo, l’argentino mette in campo un paio di dritti dei suoi stroncando lo spagnolo che cede a zero il servizio. Inattaccabile quando è lui a mettere la palla in gioco (con solo cinque punti persi in tutto il parziale) del Potro scivola verso il 6-4 regalando qualche magia ad interrompere i bombardamenti.
Nel set decisivo è subito lotta dura senza esclusioni di colpi. Verdasco salva due palle break nel primo game e la sensazione è che sia l’argentino ad avere in mano il gioco che infatti sale agilmente 40-15 subito dopo. Improvvisamente però cambia lo scenario, lo spagnolo ricomincia a spingere e del Potro sbaglia qualche palla di troppo, specialmente con il dritto, cedendo il servizio alla terza palla break. Ricomincia il braccio di ferro da fondo con i servizi poco incisivi che vede l’immediato contro break dell’argentino che poi si salva da 0-40 nel quarto game. Ristabilito per l’ennesima volta l’equilibrio, anche questo parziale si decide al tie break come giusta conclusione di un match così combattuto. Ma all’atto finale non c’è più lotta, Verdasco apre con un doppio fallo e poi è del Potro show che chiude 7-1 mettendo a segno il punto più bello con una risposta vincente di rovescio da sinistra con cui si procura il secondo minibreak, sale 4-0 e da il colpo del ko allo spagnolo.
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