Categories: Extra

A Singapore l’ultimo tango WTA del 2017, tra debuttanti e numeri 1

Il titolo, ispirato senza troppe remore al film “Ultimo tango a Parigi”, è pensato quasi tutto per Aljona Ostapenko (usiamo il vero nome, per una volta: è quello che preferisce anche se ormai tutti la conoscono come Jelena), grandissima amante della danza, del tango, e che si è trovata a 11 anni a scegliere un’altra strada perché da qualche estate non riusciva più a seguire i campi di formazione estivi dove i suoi compagni si organizzavano e sceglievano i partner per la stagione di danza.

La lettone scelse il tennis, sport che già praticava ad ottimi livelli, e meno di 10 anni dopo ha già in mano un titolo Slam, un posto in top-10 ed un biglietto per Singapore, dove prenderà parte da lunedì prossimo alle prime WTA Finals della carriera, più giovane partecipante dai tempi di Caroline Wozniacki e Victoria Azarenka a Doha, anno 2009. In generale, è l’ottava giocatrice più giovane a qualificarsi da quando nel 2003 fu istituito il Round Robin e il tabellone venne ridotto da 16 a 8 partecipanti:

Ostapenko è una delle 3 debuttanti alle Finals, una delle 2 a farlo a livello assoluto. Soltanto Caroline Garcia è già stata dalle parti dello Sports Hub per il torneo di doppio, mentre la giocatrice del 1997 ed Elina Svitolina assaporeranno per la prima volta l’emozione di essere nel torneo più esclusivo del mondo. Solo le migliori hanno accesso e non basta giocare bene una settimana, un mese, ma serve tantissima continuità. Certo, per la lettone vincere a Parigi ha dato una spinta determinante, ma già prima erano arrivati risultati di rilievo, poi i quarti a Wimbledon, il mese di settembre di tutto rilievo, ed il numero 7 del mondo con oltre 4500 punti è un bel biglietto da visita soprattutto pensando che lo scorso anno Dominika Cibulkova, numero 7, cominciò il torneo con quasi 1000 punti in meno.

Svitolina porterà la bandiera ucraina per la prima volta assoluta in questa manifestazione. Il percorso della numero 4 è stato importante ma c’è la sensazione che avrebbe potuto essere ancor più speciale. Pensiamo ai tre Premier 5 vinti consecutivamente come nessuna prima di lei, pensiamo alla grande continuità mostrata tutto l’anno, ma pensiamo anche ai due quarti di finale Slam persi malamente: il primo fu contro Simona Halep, a Parigi, smarrendo un vantaggio di 6-3 5-1 e match point nel tie-break; il secondo a New York, vanificando un vantaggio di 5-7 6-1 4-2 contro Madison Keys. Una stagione comunque da 8,5, soprattutto perché è la quinta consecutiva dove conclude migliorando il ranking precedente e mostrandosi avversaria durissima per tutte le top-10, in particolare modo per le top-5.

Garcia invece è il colpo a sorpresa della manifestazione. Chi se l’aspettava? Nemmeno lei, questo sicuro. La francese, che proprio oggi compie 24 anni, era numero 19 nella Race all’inizio del torneo di Wuhan e la clamorosa doppietta cinese l’ha proiettata in paradiso. Oltre a quelle due settimane, ci sono i quarti di finale al Roland Garros più tanti altri piazzamenti tra cui i quarti di finale a Toronto. Sarà probabilmente una delle più pericolose: molto spesso in un appuntamento così, a fine stagione (ieri la finale di Hong Kong ha mostrato quanto le giocatrici siano provate fisicamente, con la fisioterapista più volte impegnata), non conta tanto quanto si è fatto fin lì ma come si arriva all’appuntamento ed il biglietto da visita della francese è di quelli, diciamo, discreti.

Dopo di loro, troviamo 4 giocatrici transitate al numero 1 del mondo, oltre alla leader regnante. In ordine: Simona Halep, Garbine Muguruza, Karolina Pliskova, Venus Williams, Caroline Wozniacki. Ci sono i rientri, Venus e Wozniacki. Ci sono le conferme, Halep (sempre presente dal 2014), Muguruza (dal 2015), Pliskova (seconda apparizione consecutiva). Ad oggi non sono ancora chiarissime le condizioni di Muguruza e Williams. Non è a rischio, al momento, la loro presenza ma sono quelle che nelle ultime settimane per vari motivi non hanno espresso il miglior gioco. La statunitense ha giocato pochissimo, come un po’ tutta la sua stagione tra record di anzianità negli Slam, finali perse, rientro in top-5, ma programmazione centellinata per dare tutto nei momenti importanti. Non gioca le Finals dal 2009, quando perse in finale dalla sorella e ha la chance di chiudere l’anno al numero 1 del mondo: una chance piccola, piccolissima se vogliamo, ma chi l’avrebbe detto?

La spagnola invece da quando è diventata numero 1 è sembrato come se il fisico avesse detto “stop”. Deve aver forzato, ad un certo punto, cercando di completare lo sprint estivo. All’inizio del torneo di Wimbledon era numero 15 del mondo, due mesi (e due titoli, 2900 punti, dopo) guardava tutti dall’alto. Come tutte le altre transitate lassù in questo caotico 2017 non è stata una vera dittatura: il margine sulla seconda era sempre minimo, bastava un nulla per vedersi risucchiare indietro. Purtroppo per lei, i problemi alla coscia hanno minato tutta la tournée asiatica e oggi si trova 40 punti dietro Halep. Ottime le chance di sorpasso, dipenderà molto dal recupero fisico.

Wozniacki è l’altra grande rientrante. L’ultima volta da queste parti fu nella prima edizione, il 2014, quando giocò meravigliosamente e dopo aver fatto 3/3 nel Round Robin giocò alla pari contro Serena mancando la chiusura del match sul 5-4 e servizio al terzo e cedendo solo al quarto match point, 8-6 al tie-break. Nonostante tutti noi le riconosciamo ottime doti in fase di costanza, sarà solo la quinta partecipazione in 10 anni in cui ottiene almeno un titolo WTA. Non ha mai vinto da queste parti e nel 2010 fu fermata in finale da Kim Clijsters. Questo anno ha avuto tanto da patire prima di cogliere il primo trofeo a Tokyo: tra  le finali perse, dolore quelle di Miami, Dubai e Toronto.

Pliskova ed Halep sono quelle da cui forse ci si può aspettare di più. Karolina su indoor può tirare fuori il massimo dal servizio e sfruttando i miglioramenti continui del suo gioco essere almeno tra le 4 semifinaliste. La separazione da David Kotyza ha un po’ influito, la trasferta asiatica non è stata delle memorabili, ma probabilmente anche di testa era scollegata dopo la delusione di agosto e gli strascichi che la sconfitta contro CoCo Vandeweghe le aveva lasciato. La prima parte di stagione però era stata ottima e su quei livelli diventa pericolosa ovunque (non a caso ci fu anche una semifinale a Parigi, terreno per lei assai ostile, ma se è diventata numero 1 poche settimane dopo molto lo deve a quei 780 punti). La rumena infine è l’attuale numero 1 ed a Singapore ha fatto molto bene nell’unico anno in cui ha concluso senza acciacchi fisici. Era il 2014 e dopo aver battuto Serena per 6-2 6-0 peccò di generosità nell’ultimo match quando poteva perdere in 2 set, già prima nel girone, ed eliminare proprio la statunitense ma finì per giocare tutto il match, perdere in 3 ed eliminare Ivanovic “salvando” la più pericolosa rivale del lotto fino a pagarne le conseguenze in finale. Però una Halep in forma è da tenere molto, molto in considerazione. Purtroppo per lei, il 2015 ed il 2016 furono rovinati da problemi fisici: prima il tendine d’Achille, poi il ginocchio, con gli effetti che si ebbero anche all’inizio delle annate successive. Questo anno però la situazione sembra molto diversa, soprattutto perché è proprio in Asia che ha conquistato il numero 1 del mondo, giocando il suo miglior tennis e cancellando un’estate disastrosa.

Questi i confronti diretti di tutte le 8 protagoniste

Infine, un piccolo preludio a quello che sarà la lotta per il numero 1 prima di un articolo dettagliato che verrà pubblicato nei prossimi giorni. Al 90% sarà una lotta tra Halep e Muguruza. I 40 punti di differenza tra le due fanno sì che si parta da zero: chi vince più partite diventa numero 1 a fine anno. Pliskova e Svitolina non possono prescindere dalla finale (dipenderà poi molto da quanto raccolto nei match precedenti), mentre molto più complicata la situazione per Wozniacki e Williams. Ostapenko, al momento settima e a soli 1165 punti da Halep, è fuori da questa corsa per soli 40 punti. Questo, ancora una volta, spiega il grandissimo equilibrio ai piani alti della WTA in un 2017, ripetiamolo, caotico e aperto a tante soluzioni, ma dove era difficile annoiarsi.

Diego Barbiani

Share
Published by
Diego Barbiani

Recent Posts

Pagellone WTA: Sabalenka e Paolini leader, ma la lode (alla carriera) va a Kerber

Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…

1 giorno ago

Auguri a Gianni Morandi, eterno ragazzo che amava il tennis

di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…

2 settimane ago

Swiatek: “Ho ricevuto supporto da tante. Dura paragonare me con Sinner o Halep”

Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…

2 settimane ago

L’Italia si prende tutto, anche le Finals 8 di Davis Cup!

La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…

3 settimane ago

Ranking ATP/WTA: Sinner, sei mesi da numero 1

Sei mesi da numero uno. Jannik Sinner inizia oggi la ventiseiesima settimana consecutiva in vetta…

3 settimane ago

Halep accusa l’ITIA di doppio standard con Swiatek, ma ci sono pesanti distinguo

Simona Halep non è stata fin qui la sola giocatrice a esprimersi sul caso di…

3 settimane ago