La numero 1 del mondo torna sulla terra, almeno per un giorno. Erano mesi che non si vedeva Garbine Muguruza giocare così: spenta, priva di idee, senza aggressività. O almeno, i tentativi di far male a Caroline Wozniacki c’erano, ma si sono dissolti quasi subito, sostituiti da una marea di errori non ammessi se l’obiettivo è quello di fare partita alla pari contro una delle più solide giocatrici del circuito WTA. Così la numero 1 del mondo viene sconfitta al primo torneo da leader con un netto 6-2 6-0 racimolato in appena 60 minuti. Troppo poco per definirla una prova quantomeno soddisfacente, troppo poco per stabilire un’immediata bocciatura alla sua carica. A conti fatti era da Eastbourne, quando perse 6-1 6-0 da Barbora Strycova, che non arrivava una battuta d’arresto così pesante. Da allora lo sappiamo: vittoria a Wimbledon, vittoria a Cincinnati, approdo al numero 1. Ora ci sarà da confermare quella posizione, così vagante negli ultimi 12 mesi nel circuito femminile. Se non altro, la spagnola ha dimostrato di valerla raccogliendo due Slam tra 2016 e 2017.
Chi invece ha toccato il numero 1 senza però lasciare il segno nei tornei importanti è proprio Wozniacki, che oggi ha confermato il proprio record invidiabile nelle semifinali giocate nel 2017: 7 vinte e 0 perse. Peccato però che per quanto riguardi le finali al momento è ancora ferma a 0 titoli, con 6 sconfitte rimediate da febbraio a luglio. In questa settimana, tra l’altro, ha fatto tremendamente fatica nei primi due turni: indietro 0-3 al terzo contro Shelby Rogers, indietro 5-6 e servizio Cibulkova nel secondo set di ieri con la slovacca che non ha concretizzato però i due match point avuti. Per due volte con un piede e mezzo fuori dal torneo, oggi giocando è riuscita a venire a capo dell’incontro in maniera fin troppo semplice per dare un vero giudizio se la Wozniacki di Tokyo è un dottor Jekyll o mister Hyde. Domani, comunque, potrà difendere il titolo vinto nel 2016 e mettere una grande ipoteca sul rientro al Master di Singapore dopo il 2014, anno in cui sfiorò la finale e mancò un match point in semifinale contro Serena Williams.
Contro di lei, Anastasia Pavlyuchenkova. Match rocambolesco, ma assolutamente piacevole, contro Angelique Kerber. Una russa dominante si era portata a casa il primo set per 6-0. Sul 2-0 40-0 nel secondo aveva però subito 5 punti di fila e l’immediato controbreak della tedesca, che al cambio campo seguente aveva chiesto un MTO per una noia al gomito. Da lì, comunque, la partita è andata in crescendo. Un nuovo break portava la russa sul 5-2 ma la reazione di Kerber è stata importante, fino alla vittoria del tie-break per 7-4. Nel set decisivo, la numero 14 del mondo è salita avanti 3-0, ma da lì c’è stato l’ultimo (e definitivo) capovolgimento di fronte con Pavlyuchenkova che ha vinto 6 dei successivi 7 game fino al 6-0 6-7(4) 6-4 conclusivo, confermando la vittoria ottenuta contro Kerber nella finale di Monterrey. Contro Wozniacki, 1-5 nei precedenti, cercherà il terzo titolo della stagione.
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