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WTA Tokyo: Kerber, vendetta di carattere. Mladenovic, è tempo di fermarsi

Non è lo US Open, ma il WTA Premier di Tokyo. Non è l’Artur Ashe, lo stadio da tennis più grande del pianeta, ma l’Ariake Coliseum. Non è il luogo che l’ha consacrata numero 1 del mondo appena dodici mesi fa con il secondo Slam del suo 2016 in bacheca, ma Angelique Kerber doveva reagire. Lo doveva a sé, soprattutto, per darsi una scossa e cercare un dignitoso finale di una stagione che vorrà poi archiviare negli scaffali che verranno impolverati e dimenticati col tempo.

L’avversaria era la stessa di Flushing Meadows, di quel pomeriggio piovoso in cui è scivolata sull’ultima cambiale pesante della sua stagione perdendo 1990 punti e crollando fuori dalle prime 10 del mondo. Era numero 1 fino al 14 luglio, da 7 giorni è fuori dalla top-10. Viceversa, Garbine Muguruza era numero 14 fino al 14 luglio e da 7 giorni guida la classifica WTA. Tutto evolve molto rapidamente in questo periodo: la classifica è molto corta e anche i piccoli punti raccolti nei tornei “minori” possono avere un peso specifico importante. Oggi, però, il 6-3 6-4 inflitto a Naomi Osaka cancella il 6-3 6-1 subito a New York sotto tanti punti di vista se non forse quello dell’importanza dell’evento, ma in un 2016 così funestato è qualcosa che conta in maniera relativa.

La Kerber odierna è invece quella che, per lo spettacolo, vorremmo sempre vedere su un campo da tennis. Oltre alla corsa ed ad una fase atletica che comunque non l’aveva abbandonata, oggi c’era anche molta più spinta nei colpi, riusciva a rigiocare molte più palle, a muovere l’avversaria cercando angoli stretti e girando molto più spesso gli scambi dove era in difficoltà appoggiandosi al ritmo che creava la giapponese per accelerare o uscire da posizioni sfavorevoli. A testimonianza del bel livello di gioco espresso, anche la statistica finale che l’ha vista in positivo nel saldo tra vincenti ed errori gratuiti (19 contro 18). L’unico momento di difficoltà è stato ad inizio secondo set, quando ha ceduto l’unico turno di battuta e la giapponese, finalista qui lo scorso anno, è salita avanti 4-2. Da lì, però, è arrivato un bel parziale di 4-0 per chiudere la partita.

Chi invece dovrà valutare molto bene cosa fare è Kristina Mladenovic. Senza vittorie dal primo turno di Washington contro Tatjana Maria e con un problema ai legamenti del ginocchio destro che hanno rovinato gli ultimi mesi e continuano a mostrarla in condizioni fisiche pessime, la francese ha subito la settima sconfitta consecutiva, in assoluto la più grave: 6-0 6-0 a favore di Qiang Wang, che bissa il successo ottenuto a Dubai (6-1 6-4) e accentua se possibile una condizione che sembra non avere altro futuro se non quello di abbandonare i sogni di Master di Singapore con una pausa per curare il ginocchio.

Risultati:

K. Nara b. Y. Putintseva 2-6 6-4 6-2
Q. Wang b. [8] K. Mladenovic 6-0 6-0
[7] A. Kerber b. N. Osaka 6-3 6-4

Diego Barbiani

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