Gli Stati Uniti rivivono i fasti degli anni 70-80, in campo femminile. I quattro posti delle semifinaliste sono stati tutti occupati da tenniste a stelle e strisce, cosa che non accadeva dal 1981 (Tracy Austin, che poi vinse il torneo, Martina Navratilova, Chris Evert e Barbara Potter), e ciò ha consentito poi di assistere ad una finale inedita. È stata la prima tutta americana dal 2002, quando ci furono Venus e Serena Williams, con quest’ultima che vinse il torneo.
La vittoria di Sloane Stephens (24 anni) in finale su Madison Keys (22 anni) è arrivata al termine di una finale causata dalla prestazione sottotono della Keys, tradita dalla tensione, ma il match ci ha fatto vivere, con due campionesse affidabili, un momento di freschezza che è stato il leit motiv del 2017 fin qui, con 3 titoli Slam su 4 finiti nelle mani di giocatrici nate nel 1993 (Stephens e Garbine Muguruza) e 1997 (Jelena Ostapenko). L’esplosione di Stephens era attesa già da qualche anno, da quando nel 2013 battè Serena Williams nei quarti di finale dell’Australian Open e giunse negli ottavi in tutti gli altri Major con un best ranking fissato al n.11. Non era riuscita a compiere il salto di qualità definitivo e lo scorso agosto si fermò a Rio durante le Olimpiadi a causa di quella che si rivelò poi essere una frattura da stress. Era veramente difficile pronosticare un exploit come quello cui abbiamo assistito, se si pensa che era rientrata nel circuito a Wimbledon ed il 31 luglio la sua classifica diceva n.957. Alla vigilia del torneo, però, era già numero 83 grazie alle due semifinali disputate a Toronto e a Cincinnati.
Ad eccezione di Kim Clijster, che si impose priva di ranking nel 2009 al rientro dalla maternità, Stephens è l’unica tennista a vincere gli US Open senza essere compresa nel seeding.
Sette le tenniste che, nella storia del torneo, sono state almeno finaliste, senza essere teste di serie:
Se l’America esulta, la Spagna sogna: Garbine Muguruza lunedì è diventata la prima numero 1 del mondo dopo Arantxa Sanchez Vicario nel 1995. La spagnola, eliminata agli ottavi, sfrutta le combinazioni favorevoli delle altre 7 giocatrici in lizza per il trono alla vigilia del torneo, compresa l’eliminazione della ex numero 1, Karolina Pliskova, nei quarti contro CoCo Vandeweghe. Il regno della ceca è durato (almeno per ora) appena 7 settimane.
Altri numeri e curiosità:
4 – le tenniste vincitrici di uno Slam nel 2017: Serena Williams agli Australian Open, Ostapenko a Parigi, Muguruza a Wimbledon e Stephens agli US Open.
7 – le finali Slam con due tenniste al debutto in una finale Slam: l’ultimo precedente risale agli US Open 2015 con Flavia Pennetta e Roberta Vinci
10 – le finali agli US Open nell’Era Open con 2 tenniste americane:
17- il nuovo ranking di Sloane Stephens che recupera 66 posizioni
19 – le presenze di Venus Williams agli US Open – terza di sempre dopo Martina Navratilova (21) e Amy Frazier (20)
34 – le nazioni rappresentate in tabellone, lo scorso anno furono 41. Il maggior numero di presenze è degli USA con 23 tenniste.
46 – le tenniste ad aver vinto nell’Era Open almeno un torneo dello Slam.
94 – i titoli vinti dalle tenniste americane nello Slam di casa
99 – le classifiche combinate di Stephens (83) e Keys (16). È record, escludendo il 2009 quando Clijster vinse senza avere classifica, superando in finale Caroline Wozniacki.
418 – il ranking della estone Kaia Kanepi, proveniente dalle qualificazioni ed approdata ai quarti di finale. È il miglior risultato di una qualificata agli US Open, lo stesso che colse l’americana Barbara Gerken nel 1981.
3h33m – Record di durata di un match di singolare femminile agli US Open: Shelby Roger contro Daria Gavrilova, nel 2° turno, si è concluso 7/6 4/6 7/6. Il record precedente risaliva alla sfida, sempre di secondo turno, tra Johanna Konta e Garbine Muguruza del 2015, durato 3h23m.
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