[8] J. Ostapenko b. [1] G. Muguruza 1-6 6-3 6-2
Continua la grande corsa di Jelena Ostapenko, che dopo la vittoria nel WTA International di Seoul aggiunge altre 3 vittorie a Wuhan nel ben più importante WTA Premier 5 e tocca quota 8 vittorie consecutive di cui le ultime 5 al set decisivo. Questa volta lo scalpo è di quelli non importanti, di più: a cadere sotto il gioco esplosivo della numero 10 del mondo è Garbine Muguruza, attuale leader del tennis femminile.
Per la prima volta da un lungo periodo a questa parte, la campionessa del Roland Garros 2017 conclude la partita con un numero di vincenti ben inferiore agli errori gratuiti, ma 15 dei 39 punti regalati stanno tutti in un primo set che è volato via molto facilmente in favore della campionessa del Roland Garros 2016 (nonché di Wimbledon 2017). Era dalla finale di Wimbledon dello scorso anno che non si affrontavano due campionesse Slam regnanti e l’attesa è valsa tutto il secondo e il terzo set: alle volte il match ha avuto dei cali, a causa anche dei problemi fisici della spagnola che nuovamente, perso il secondo set, ha chiesto un MTO, ma ha regalato comunque tanto bel gioco soprattutto grazie ad una Ostapenko che come sempre non cerca mai mezze misure e anche se vede uno spazio minuscolo, lei va. Diverso da una normale giocatrice aggressiva: lei sa sempre quello che vuole fare, indifferente da chi abbia davanti. Non si vince uno Slam per caso, ed il 1-6 6-3 6-2 finale di oggi fa rumore: da dopo il Roland Garros l’unico vero calo è stato a Toronto, quando perse un match rocambolesco contro Varvara Lepchenko, per il resto sono state soprattutto soddisfazioni con il titolo in Sud Corea e i quarti di finale a Wimbledon, a cui si aggiunge ora la semifinale a Wuhan.
Adesso dovrà recuperare il più possibile, perché domani alle 17:30 (lei che ha concluso poco dopo la mezzanotte) sarà di nuovo in campo contro Ashleigh Barty. Non poteva essere schierata come seconda, perché l’australiana dovrà giocare poi in doppio. Al termine della partita odierna, però, era soprattutto piena di sorrisi. Contro Barty la partita si prospetta veramente interessante.
A. Barty b. [3] Ka. Pliskova 4-6 7-6(3) 7-6(2)
Ad inizio anno, a Brisbane, il pubblico australiano riabbracciava in un grande palcoscenico Ashleigh Barty, per anni accreditata come la miglior teenager della scuola locale ma sempre rimasta intrappolata nelle ansie e aspettative che si sentiva riversata addosso. Proprio in questi giorni, a fine settembre del 2014, annunciava una sorta di ritiro dal tennis. Usò il termine “pausa”, ma in questi casi erano facilmente intuibili le motivazioni e le scarse possibilità di rivederla giocare. Non aveva mai superato le prime 120 del mondo, aveva raccolto tantissime delusioni e pochi mesi più tardi aveva deciso per il cambio radicale: diventare una giocatrice di cricket.
Tempo un anno e il tennis era tornato nella sua vita, stavolta però in maniera ben diversa: era cambiato il modo di essere, di affrontare le partite e ripartendo senza più pressioni è riuscita a progredire passo passo fin verso le prime 30 del mondo, dove entrerà la prossima settimana grazie all’incredibile torneo di Wuhan. La giovanissima classe 1996 è in semifinale dopo un cammino da applausi. Fuori CiCi Bellis, fuori Johanna Konta (numero 5 del seeding), fuori Agnieszka Radwanska (numero 9), e oggi fuori anche Karolina Pliskova (numero 3). Grandissima battaglia contro la tennista ceca, piegata soltato dopo due ore e mezza di assoluto equilibrio, in una partita conclusasi 4-6 7-6(3) 7-6(2).
È forse la ciliegina sulla torta, in attesa della semifinale di domani, di 3 mesi fatti di tante soddisfazioni. A Birmingham è arrivata la prima finale in un torneo Premier, dopo il titolo vinto a Kuala Lumpur a fine febbraio, dopo le vittorie contro la finalista uscente Barbora Strycova e Garbine Muguruza. Poi nell’estate nord-americana lo scalpo di Venus Williams a Cincinnati, infine questa settimana cinese che le permette non solo di trovare il primo scalpo su una top-5 (Pliskova, appunto), ma anche di vincere la prima partita in carriera che si è prolungata per 35 o più game, fattore che indica incontri in cui si è sempre andati al terzo e almeno due parziali vedono un set lungo (7-5 o 7-6).
Partita che visti i precedenti non poteva non essere così equilibrata: un tie-break decisivo nel loro primo incontro, vinto dall’australiana nel 2012, due tie-break nel 2016 a Nottingham, vinti dalla ceca. Oggi il primo set è volato via in favore della numero 4 del mondo grazie all’unica palla break ottenuta forzando con il rovescio, sul 4-4. Nel secondo invece c’è stato assoluto equilibrio fino al tie-break. Brava Pliskova, comunque, a salvare due set point sul 5-6 con una prima al centro e un rovescio in avanzamento a baciare la riga laterale. Nel gioco decisivo, però, l’australiana ha preso il largo sul 3-3 sfruttando anche un momento di appannamento che Pliskova ha avuto per una discussione con l’arbitro che non le concedeva di chiamare hawkeye (che sarebbe stato inutile: la palla era ben dentro la riga) sul 4-3 Barty.
Nel set finale l’ex numero 1 del mondo ha risentito di quel nervosismo, è calata come attenzione concedendo un parziale, dal 3-3 nel tie-break, di 13 punti a 2 per la sua avversaria. Il coaching chiesto sull’1-2 è servita più che altro a sfogare tutta la rabbia, pestando una prima racchetta e scagliandone a terra una seconda. Uno scambio di break dal 3-2 al 4-3 Barty portava l’australiana a servire, sul 5-4, per l’incontro. I primi 3 punti sono stati una formalità, ma dal 40-0 Pliskova ha giocato uno scambio molto aggressivo anche per i suoi standard, prendendo almeno 4 righe e riuscendo a chiudere col dritto. Barty si è irrigidita, fermandosi coi piedi e permettendo alla ceca l’insperato riaggancio. Di nuovo al tie-break, di nuovo equilibrio fino al 2-2, poi di nuovo soltanto una giocatrice in campo. Barty, senza far notare alcun segno di tensione dopo la grandissima occasione mancata, ha continuato a giocare un tennis estremamente brillante, seguendo il filo di una partita gestita perfettamente, mostrando un tennis non molto comune soprattutto se ci riferiamo ad una ragazza che ha compiuto 21 anni e che sa fare slice, discese a rete, cambia traiettorie coi colpi senza alcuna difficoltà, ha un servizio che nonostante l’altezza ridotta è un gioiello e lo si nota già solo da come inarca la schiena non dando alcuna indicazione all’avversaria se la palla che partirà sarà centrale o esterna, in kick o slice.
Ci aveva sorpreso a Brisbane, quando da numero 271 del mondo portava la numero 1 Kerber al set decisivo. Nove mesi dopo, sta cominciando a diventare una consuetudine niente male.
Negli altri due quarti di finale arrivano una conferma e una grande sorpresa. Diciamo subito che non ci sarà il derby francese in semifinale, ma se Caroline Garcia fa il suo dovere battendo 7-6(3) 6-4 Ekaterina Makarova e approdando alla quarta semifinale del suo 2017, Alizé Cornet è battuta 7-6(2) 7-5 contro Maria Sakkari, la giovane greca classe 1995 che da numero 80 WTA è partita dalle qualificazioni e si è spinta fino a livelli mai raggiunti prima in ogni torneo WTA a cui ha preso parte. Il miglior risultato quest anno fu una semifinale in un torneo ITF di alto livello (100.000 dollari di Sharm el Sheik) ma grazie a due ottimi Slam, Australian Open e Wimbledon, più i 380 punti raccolti in Cina, è quasi dentro le prime 50 del mondo, dipenderà anche dal risultato di Aleksandra Krunic a Tashkent.
Intanto, però, è giusto spendere una parola sulla tenuta atletica di questa ragazza: fenomenale. Due ore e tredici minuti nel match d’esordio nel tabellone principale contro Yulia Putintseva, un’ora e mezza contro Caroline Wozniacki al secondo turno, due ore e cinque minuti contro Elena Vesnina (partita di due set) e due ore e mezza quest oggi nonostante, anche qui, non abbia dovuto ricorrere al terzo set. 77 minuti per vincere un primo set massacrante. Aveva trovato un primo break sul 3-3 e da lì in poi sono stati tutti giochi interminabili: 10 punti per salire 5-3, 12 per Cornet per salire 4-5, 14 per permettere alla francese di tornare “on serve”. Il tie-break, però, è dominato dalla giocatrice di Sparta che nei primi game del secondo set sembra però pagare il primo principio di stanchezza. Dopo il break subito è stata indietro 1-3 0-30 prima di rientrare, annullare 6 chance di 2-4 e riacciuffare la parità. Sul 3-4 i ruoli si erano invertiti: era Cornet quella più affaticata, ma qualche brutto errore di troppo della greca le impediva prima di arrivare a palla break e poi di mantenere la testa della frazione. Cornet non è riuscita a chiudere il match e da lì in avanti Sakkari ha vinto 3 game consecutivi prima di esplodere tutta la sua gioia.
Risultati:
[8] J. Ostapenko b. [1] G. Muguruza 1-6 6-3 6-2
A. Barty b. [3] Ka. Pliskova 4-6 7-6(3) 7-6(2)
[Q] M. Sakkari b. A. Cornet 7-6(2) 7-5
C. Garcia b. E. Makarova 7-6(3) 6-4
Italia è in semifinale di Coppa Davis grazie al successo del doppio azzurro composto da Jannik Sinner…
L'Italia ha chiuso la serie contro la Slovacchia grazie al secondo singolare di giornata, dominato…
Inizia nel modo migliore la finale della Billie Jean King Cup 2024 per l'Italia, che…
20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
Si conclude a Malaga, davanti al pubblico di casa, la carriera di Rafa Nadal. L’ultimo…
È una Billie Jean King Cup davvero speciale per la Slovacchia, partita per Malaga per…