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Kerber è viva: Pliskova battuta dopo un grande braccio di ferro

2017, ti presento Angelique Kerber. Si è fatta attendere per quasi 9 mesi, ma alla fine la tedesca si è mostrata in tutto il suo valore nella settimana giapponese del WTA Premier di Tokyo. Tre vittorie consecutive non arrivavano da Wimbledon, ma ottenerle contro altrettante avversarie che partivano favorite (e contro 2 di queste aveva solo ricordi negativi) vuol dire aver quantomeno reagito in maniera importante. Prima Naomi Osaka, poi Daria Kasatkina, ora Karolina Pliskova.

L’ultimo confronto contro la ceca risaliva alla finale di New York dello scorso anno. Un match che ha rappresentato il culmine della sua carriera con il secondo Slam del 2016 e il raggiungimento del numero 1. Oggi si trova numero 14 (ma è già certa di essere 12) e l’anno nuovo ha portato soltanto delusioni, fino ad ora. L’abbinamento Kerber-Pliskova è potenzialmente quello tra i più intriganti: i grandi attacchi della ceca contro l’enorme capacità di difendersi, andare su ogni palla e girare lo scambio della tedesca. Anche oggi, a farla da padrone è stato proprio lo spettacolo. 23 game consecutivi senza break, 71 vincenti tra le due (26 la tedesca e 45 la ceca) con un saldo positivo tra vincenti ed errori gratuiti. 7-6(5) 7-5 Kerber in due ore circa di gioco, per certi versi sorprendenti.

Raro vedere questa dimostrazione di forza al servizio sia nel femminile, dove la risposta è un punto focale del gioco, come nel maschile dove invece diventa un vero punto dominante in alcune partite. Da parte di Pliskova era lecito aspettarsi una certa solidità, anche se in un game (sul 2-1 Kerber nel secondo set) ha dovuto cancellarne ben 5 delle 13 concesse, rientrando da 0-40. 5 come i match point concessi sul 5-6. È crollata proprio sull’ultimo, dove Kerber ha giocato un rovescio incrociato in recupero (uno dei tanti della sua partita) che è atterrato negli ultimi centimetri di campo, vicino all’incrocio. Era un game difficile, quello: al di là di come annullava match point, prendendo sempre l’iniziativa e arrivando sempre al vincente, c’erano tutti gli altri punti dove pasticciava un po’ troppo. Sul 15-30 ad esempio un comodo dritto a metà campo è finito abbondantemente in corridoio, oppure sul punteggio di parità aveva tutto il lungolinea libero ma ha affossato il dritto sotto il nastro.

Pure la tedesca ha avuto i suoi momenti critici, ma è sempre stata magistrale, forse per la prima volta in stagione. Sul 3-4 nel primo set è rientrata dal 15-40 giocando un dritto vincente, uno smash da dietro la linea di fondo, una smorzata impeccabile, un servizio vincente. Di nuovo sul 4-5 e 15-30, dove si è tirata su con due prime di servizio angolatissime e due dritti a chiudere il punto. Infine sul 2-2 nel secondo set, quando ha giocato altri due dritti vincenti. Tantissima qualità in un match ha meritato fin dal primo momento, quando ha vinto il primo turno di battuta giocando solo seconde (6 su altrettanti punti). L’ultima volta che si era spinta fino alla semifinale fu a Monterrey, inizio aprile. In quel caso ci fu anche l’unica finale della sua stagione, persa contro Anastasia Pavlyuchenkova. E per uno scherzo del destino, visto che questa settimana deve essere fatta di sole partite da affrontare da sfavorita, ecco che domani sarà proprio la russa a scendere in campo contro di lei dopo il successo in rimonta contro Barbora Strycova, che conduceva 7-5 3-1 ma ha finito la benzina dopo le tante fatiche dei giorni scorsi.

Risultati:

[1] G. Muguruza b. [9] C. Garcia 6-2 6-4
[3] C. Wozniacki b. [5] D. Cibulkova 3-6 7-6(5) 3-1 rit.
A. Pavlyuchenkova b. B. Strycova 5-7 6-3 6-1
[7] A. Kerber b. [2] K. Pliskova 7-6(5) 7-5

Diego Barbiani

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