Simona Halep contro Garbine Muguruza: questa è la finale del WTA Premier 5 di Cincinnati edizione 2017. La numero 2 del seeding contro la numero 4, che proprio grazie a questo risultato è certa di essere compresa tra le prime 4 teste di serie a New York: in caso di successo, salirebbe al numero 3 eguagliando il best ranking e superando Elina Svitolina.
C’è tanto in ballo, perché la prima ha l’ennesima chance di diventare numero 1 del mondo dal Roland Garros. Per il computer è la terza, perché è la terza occasione in cui gioca per vincere un match che le darebbe la guida del ranking WTA, ma è bene ricordare l’episodio di Eastbourne, quando nei quarti si trovava avanti 7-5 3-0 e servizio contro Caroline Wozniacki, con 8 game vinti consecutivamente prima di sciogliersi. In semifinale avrebbe affrontato Heather Watson, avversaria sulla carta più abbordabile, nel match che avrebbe potuto darle la testa del ranking.
La rumena ormai è lì, la distanza è sempre più piccola. 5 i punti che la separano da Karolina Pliskova al momento (verosimilmente il distacco più ridotto da quando sono in funzione le classifiche) ma anche in caso di sconfitta avrà 865 punti di vantaggio sulla ceca allo US Open, anche se saranno solo 165 quelli su Muguruza. In questo gioco di combinazioni, calcoli e previsioni, la spagnola vuole dire la sua. Il periodo post-Slam degli ultimi anni era stato traumatico. Nel 2015 dopo la finale di Wimbledon vinse un solo match nei successivi 3 tornei. Nel 2016 ne vinse 3 su 6. Ora è a 8 vittorie su 10 uscite, con la possibilità di conquistare il primo titolo WTA da Pechino 2015.
Il caso assurdo, per certi versi, dell’allieva di Sam Sumyk, è questo. In carriera lei ha vinto finora appena 4 tornei, ma 2 di questi sono prove Slam: Roland Garros 2016 e Wimbledon 2017 che si aggiungono a Hobart 2014 e Pechino 2015. Un palmares che si potrebbe ironicamente definire “povero”, ma che in tantissimi possono invidiare. Se poi veramente ha saputo trovare il giusto equilibrio per assorbire gli effetti di un grande risultato Major, ecco che non solo oggi ma anche allo US Open sarà osservata speciale.
Nel frattempo, per arrivare in finale in Ohio ha anche dovuto annullare match point. 3, di cui 2 consecutivi, a Madison Keys in un complicato match di ottavi di finale. 7-6 al terzo contro la statunitense, 7-5 al terzo contro Svetlana Kuznetsova ai quarti di finale, nel match più bello del torneo. In semifinale, poi, la ciliegina sulla torta del primo successo contro Karolina Pliskova dopo 6 sconfitte consecutive. Anche Simona Halep è stata protagonista di un gran cammino, lei però più netto, senza perdere set. L’unico match complicato fu contro Johanna Konta nei quarti, ma alla fine si può dire di una vittoria importantissima perché la prima nel confronto contro la britannica, una delle due giocatrici (l’altra è Jelena Ostapenko) che più di tutte le ha dato delusioni nel 2017.
I precedenti dicono 2-1 Muguruza che si è aggiudicata i primi 2 incontri (Wuhan 2014 e Fed Cup 2015) con Halep che ha spezzato la maledizione a Stoccarda, sempre nel 2015. Di tempo ne è passato e se la rumena è sempre stata protagonista dei piani altissimi del ranking, la spagnola ha vissuto momenti di forte crisi ma ad oggi conta 2 Slam in bacheca. Difficile sbilanciarsi, è l’ennesima finale WTA in stagione dove entrambe si giocano tantissimo.
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