[31] M. Rybarikova b. C. Giorgi 6-3 6-4 (Daniele Rossi)
E’ Camila Giorgi la prima azzurra a lasciare New York. Sconfitta sul campo 9 -non coperto dalle telecamere- da Magdalena Rybarikova. La flessuosa slovacca, testa di serie numero 31, continua nella sua clamorosa risalita. Dopo sette mesi di assenza a causa di infortunio al polso, aveva iniziato l’anno oltre la quattrocentesima posizione in classifica, ora sosta fra le prime trenta del mondo con un occhio alla Top 20. E’ tornata a giocare con umiltà accettando di ripartire dai tornei ITF, macinando vittorie su vittorie fino all’exploit londinese, culminato con una clamorosa semifinale persa con la futura campionessa Muguruza.
Oggi la Rybarikova ha ribaltato la sconfitta subìta con la Giorgi nelle qualificazioni di Cincinnati, approfittando dei soliti alti e bassi della giocatrice italiana. Camila non ha esagerato coi doppi falli (solo 3), ma è rimasta sotto al 50% di punti vinti sia con la prima che con la seconda di servizio, concedendo un totale di 11 palle break.
La Rybarikova giocherà contro Krystina Pliskova, che è stata la giocatrice a vincere la prima partita del torneo, lasciando appena 4 game alla giapponese Eguchi.
[13] P. Kvitova b. J. Jankovic 7-5 7-5 (Daniele Rossi)
A proposito di ceche, il match fra Petra Kvitova e Jelena Jankovic era tra i più attesi della prima giornata. Piazzate sul provvisorio Louis Armstrong – triste e bruttino – Kvitova e Jankovic hanno dato vita ad una partita sciatta, piena di errori e condotta a strappi. Colpa delle precarie condizioni di entrambe le giocatrici: la serba convive da tutto l’anno con un problema alla schiena che le limita tutti i movimenti, mentre la ceca sta ancora faticando per ritrovare la forma dopo il lungo stop.
Dopo un inizio equilibrato, la Kvitova scappa sul 5-2, ma perde due volte il servizio di fila permettendo a Jelena di impattare sul 5-5. La fiducia della serba però è ai minimi termini e nelle situazioni importanti si scioglie: la Kvitova tiene la battuta e poi toglie il servizio all’avversaria vincendo il primo set 7-5.
Nel secondo la situazione si ribalta. E’ la Jankovic a scappare sul 5-3, ma sul più bello si inceppa facendosi rimontare ancora: quattro game di seguito per l’ex campionessa di Wimbledon che chiude con un diritto vincente.
Per la Kvitova altra avversaria scomodissima al secondo turno: Alize Cornet che ha battuto con un doppio 6-4 Heather Watson.
S. Stephens b. R. Vinci 7-5 6-1
Si conclude amaramente anche lo Slam di Roberta Vinci, sperando che non sia davvero l’ultimo della sua carriera. Aveva di fronte un ostacolo davvero arduo da superare: la Stephens è tornata sul circuito a spron battuto dopo il lungo infortunio alla gamba sinistra, cogliendo due semifinali consecutive a Toronto e Cincinnati; Sloane ha avuto poi sempre il difetto di non riuscire trovare le giuste motivazioni, ma ora sembra essersi resa conto di aver già perso fin troppo tempo.
Ne ha fatto le spese la Vinci, che ha lottato per un set, che forse meritava di vincere, per poi cedere di schianto nel secondo, sia mentalmente che fisicamente.
Il match si è deciso tutto negli ultimi game del primo parziale: sul 4-4 la Stephens annulla una palla break a Roberta con un diritto vincente; nel game successivo è la statunitense ad avere l’occasione con un set point, ma la pugliese si tira fuori dall’impaccio con una grande prima di servizio.
Sul 5-5 la Stephens annulla un’altra palla break (diritto fiacco in rete della Vinci), quindi sul 6-5 il fattaccio che cambia il match. Sul 30-30 Roberta commette un sanguinoso doppio fallo che vuol dire set point. La Vinci serve una prima, la Stephens risponde col diritto, la palla si appoggia al nastro e ricade a filo rete sul campo di Roberta. Un finale beffa che è una mazzata terribile sul morale dell’azzurra, che nel secondo set non entra praticamente in campo.
Il linguaggio del corpo è dei più negativi e anche fisicamente sembra in netta difficoltà. Il 6-1 finale è una sentenza eseguita in appena 24 minuti.
La pattuglia azzurra già si dimezza, mentre gli States possono festeggiare per aver ritrovato una potenziale campionessa.
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