secondo turno
[WC] M. Sharapova b. T. Babos 6-7(4) 6-4 6-1 (Diego Barbiani)
Maria Sharapova sta investendo anima e cuore in questo US Open. Non è un torneo normale per lei, per tanti motivi. Il doping e la squalifica del giugno 2016, i 2 anni poi ridotti a 15 mesi, la voglia di rivalsa personale e nei confronti dell’intero universo tennistico che ancora la guarda con occhi di chi vuol giudicare (ultimo della lista Ilie Nastase) per un errore che ne ha già segnato la carriera e da cui ora vorrebbe ripartire, mettendosi tutto alle spalle.
“Vado verso l’ignoto” aveva titolato poche settimane fa un suo articolo apparso sul The Player Tribune. Raccontava di come più si avvicinava il momento del rientro, a Stoccarda, e più non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo. Oltre ad una questione di accoglienza da parte del pubblico, la russa poneva diversi interrogativi anche sulla sua condizione fisica. 15 mesi sono tanti, cominciati con già un problema fisico all’avambraccio sinistro e poi subito ripresentatisi dopo appena 2 tornei e poco più. “Ma che credevi di fare, Maria?” era la frase che più aveva colpito nel passaggio in cui raccontava dei giorni subito successivi al problemi alla coscia a Roma, dove sostanzialmente ammetteva che non avrebbe dovuto forzare così tanto.
Può succedere, soprattutto se non si è giovanissimi (sportivamente parlando), che un giorno tu sia perfetto e l’altro invece dove i movimenti sono più lenti, i colpi sono quasi tutti in ritardo, e tocca lottare in campo con quello che si ha. Lunedì, contro Simona Halep, è scesa in campo una Sharapova che sembrava non aver mai lasciato il tennis per circa due anni. Brillante, perfetta, aggressiva, tenace. Due giorni più tardi la persona che è scesa in campo sembrava essere una copia sbiadita e con un completo assai meno elegante e più battagliero, con le fasce su entrambe le braccia. Meno spettacolo, più praticità? Non esattamente, perché per quasi due set la russa è stata tremendamente in difficoltà.
Il fatto che sia ancora nel torneo e che sia tra le migliori 32 giocatrici rimaste in tabellone è merito suo, e della immancabile grinta che la accompagna in ogni incontro, ma anche di un’avversaria che viveva lo stesso momento suo. Timea Babos lo scorso anno era testa di serie allo US Open, veniva da un 2016 enorme dove era stata tra le protagoniste assolute in seconda fascia e sfiorando l’ingresso in top-20. Oggi si trova quasi 50 posizioni più indietro e ne perderà ancora. Pochissime vittorie, un periodo di crisi nera tra marzo e luglio. A ‘s-Hertogenbosch, quando perse al primo turno contro Arantxa Rus (che non vinceva un match a livello WTA dal 2013) chiamò il coach in campo e mentre lui le diceva “questa non è la Timea che conosco, non stai neppure provando a rientrare” lei guardava nel vuoto e rispondeva: “Ma tanto a che serve? Non mi importa, non riesco”. Una giocatrice in grande crisi, che ha ricominciato a vincere qualche partita nelle ultime settimane e che a New York ha superato il primo turno grazie al faticosissimo 7-5 5-7 7-5 contro Viktorija Golubic, un’altra presente nella lista delle disperse del 2017.
Eppure l’ungherese ha provato e creduto di potercela fare. Fin dall’inizio è stata avanti nel punteggio, ha fatto fatica a chiudere il primo set quando è stata brekkata sul 5-4 e sul 6-5, ma quando accelerava beccava spesso Sharapova in ritardo, sia coi colpi che col corpo. Nel tie-break l’allungo decisivo è arrivato quasi subito, con Babos brava a spingere per portarsi 5-2 e poi a chiudere il set con due errori di dritto dell’avversaria. Nel secondo, dopo essere scivolata indietro 0-2, è prontamente risalita e sul 3-2 ha avuto un game lunghissimo in risposta dove le chance ci sono state, ma non ha saputo sfruttarle e da qui, dopo 16 punti di sofferenza, Sharapova ha cominciato la risalita. Il break nel game successivo è stato solo la conferma che qualcosa stava cambiando. Da lì in avanti, il servizio della ex numero 1 del mondo diventerà molto più incisivo e inattaccabile. Tenuto a zero il game per il 6-4, nel terzo set perderà appena 1 punto alla battuta, diventato sempre più onnipotente in risposta.
6-7 6-4 6-1 a coprire solo in parte le difficoltà per quasi due set. O anche ad esaltare una volta di più le capacità della russa di saper soffrire e vincere partite così delicate anche quando ci sia poco e nulla che funzioni del proprio gioco, e si affronti l’avversaria quasi esclusivamente con la cattiveria agonistica e l’esperienza accumulata fin qui dal 2003, 14 anni fa, quando cominciò la sua carriera.
E. Makarova b. [5] C. Wozniacki 6-2 6-7(5) 6-1 (Diego Barbiani)
Il titolo a Washington ha cambiato letteralmente la stagione di Ekaterina Makarova. La russa veniva da mesi molto complicati e l’ultimo quarto di finale nel circuito maggiore risaliva a New Haven del 2016. L’ultima semifinale a Washington 2015. L’ultima finale (che coincide anche con l’ultimo titolo prima di Washington 2017) a Pattaya 2014.
Ora la russa, che ha cominciato ad essere seguita da Nigel Sears, ex coach tra le tante di Ana Ivanovic, è al terzo turno dello US Open dopo l’exploit ai danni della semifinalista del 2016 Caroline Wozniacki. Mai, prima di oggi, Makarova era riuscita ad imporsi contro la danese, con 6 sconfitte rimediate su altrettante uscite. Per imporsi ha messo in campo una partita di altissima qualità, costellata da 50 vincenti.
Non è bastato alla numero 5 del seeding il tentativo di recupero nel secondo set, quando da 3-5 è riuscita a strappare il servizio alla russa proprio quando stava servendo per il match, prima di completare la rimonta al tie-break vinto 7-5. Ad inizio del terzo, infatti, Makarova è tornata quella di inizio partita ed è volata subito sul 5-0, prima di concludere 2 game più tardi.
Fuori la numero 5 del seeding, fuori la seconda protagonista nella corsa al numero 1 WTA. Ne rimangono ancora 6: Halep (eliminata ma comunque leader, ancora per un giorno), Muguruza, Svitolina, Karolina Pliskova, Kuznetsova, Venus Williams. Dovesse, oggi, Muguruza, battere Magdalena Rybarikova, automaticamente risulterebbero escluse Halep (che verrebbe superata) e Venus Williams (che non potrebbe più raggiungerla).
primo turno
[4] E. Svitolina b. K. Siniakova 6-0 6-7(4) 6-2 (Diego Barbiani)
Qualche spavento di troppo, ma anche Elina Svitolina si aggiunge al gruppetto di giocatrici in lotta per il numero 1 del mondo con un biglietto in tasca per il secondo turno dello US Open. La tennista ucraina, numero 4 del seeding ma momentaneamente terza nella classifica WTA, supera Katerina Siniakova 6-0 6-7(4) 6-2 in una partita che avrebbe dovuto concludersi ieri. Il dominio dell’ucraina, nella prima fase, è stato netto e mai in discussione. Siniakova ha avuto molta difficoltà nell’entrare in partita e ai primi due break subiti si è demoralizzata fin troppo, tanto da far sollevare lo spettro del doppio 6-0.
Ad inizio secondo set Svitolina aveva preso un nuovo break di vantaggio, ma dal 2-0 è un po’ calata, lasciando spazio alla reazione della ceca che si è concretizzata nella seconda metà del parziale, quando ha recuperato il distacco prima di arrivare al tie-break, lì dove il match è stato sospeso a causa del nubifragio di ieri. Alla ripresa, Svitolina è stata molto nervosa per i primi 20 minuti, in cui ha ceduto il set ed è scivolata indietro 0-2 nel parziale decisivo. Si è ritrovata appena in tempo, non tanto con la profondità dei colpi dei primi 40 minuti ma con l’intenzione di non voler uscire dal campo sconfitta, fattore che in certi casi fa tutta la differenza del mondo, soprattutto se l’avversaria è molto più emotiva e ricca di alti e bassi. Così, con 6 game di fila, ha cancellato gli incubi ed è approdata al secondo turno.
Risultati:
secondo turno
E. Makarova b. [5] C. Wozniacki 6-2 6-7(5) 6-1
C. Suarez Navarro b. [29] M. Lucic Baroni 4-6 7-6(3) 6-2
M. Sakkari b. [WC] A. Rodionova 7-5 6-3
[9] V. Williams b. O. Dodin 7-5 6-4
[13] P. Kvitova b. A. Cornet 6-1 6-2
[18] C. Garcia b. E. Alexandrova 4-6 6-3 6-0
[31] M. Rybarikova b. Kr. Pliskova 7-6(3) 7-6(5)
[3] G. Muguruza b. Y. Y. Duan 6-4 6-0
A. Krunic b. [PR] A. Tomljanovic 6-3 6-2
[30] J. Goerges b. S. Zheng 6-2 6-1
A. Barty b. A. Sasnovich 6-1 7-6(3)
[WC] S. Stephens b. [11] D. Cibulkova 6-2 5-7 6-3
[15] A. Sevastova b. [Q] K. Kozlova 6-4 6-4
D. Vekic b. [22] S. Peng 6-0 6-2
[WC] S. Kenin b. [Q] S. Vickery 6-3 3-6 7-6(0)
[WC] M. Sharapova b. T. Babos 6-7(4) 6-4 6-1
primo turno
[Q] N. Gibbs b.V. Cepede Royg 6-0 1-6 6-1
R. Ozaki b. [WC] D. Lao 6-4 6-7(4) 7-6(2)
[27] S. Zhang b. S. Lisicki 6-7(4) 6-3 6-0
J. Brady b. A. Petkovic 6-4 3-6 6-1
A. Bogdan b. T. Townsend 6-4 4-6 6-3
M. Niculescu b. [13] K. Mladenovic 6-3 6-2
[10] A. Radwanska b. P. Martic 6-4 7-6(3)
Y. Putintseva b. [Q] S. Zhuk 7-5 6-3
O. Jabeur b. [WC] B. Minor 6-1 7-5
[19] C. Vandeweghe b. A. Riske 2-6 6-3 6-4
L. Safarova b. [26] A. Kontaveit 6-7(5) 6-1 6-4
N. Hibino b. C. Bellis 6-4 3-6 7-5
K. Nara b. S. Sorribes Tormo 6-1 6-2
[8] S. Kuznetsova b. M. Vondrousova 4-6 6-4 7-6(1)
[4] E. Svitolina b. K. Siniakova 6-0 6-7(4) 6-2
E. Rodina b. E. Bouchard 7-6(2) 6-1
S. Rogers b. [WC] K. Day 6-2 4-6 6-4
[26] D. Gavrilova b. [Q] A. Kiick 6-2 6-1
[17] E. Vesnina b. [Q] A. Blinkova 6-1 6-3
K. Flipkens b. M. Brengle 6-2 6-3
T. Maria b. [WC] A. Kratzer 6-1 6-1
D. Kasatkina b. Q. Wang 6-7(3) 6-3 6-2
C. McHale b.[20] A. Pavlyuchenkova 3-6 6-3 6-2
[Q] K. Kanepi b. F. Schiavone 0-6 6-4 6-2
D. Allertova b. R. Peterson 6-2 7-6(5)
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